Graham Potter: the new magician in Blues

Graham Potter: the new magician in Blues

Settembre 13, 2022 0 Di Luca Sisto

“E’ curioso Potter, ma forse i governanti migliori sono quelli che non l’hanno mai desiderato. Quelli che, come te, si vedono affidare la guida e raccolgono lo scettro perché devono, e scoprono con loro sorpresa di impugnarlo bene…”

[“Harry Potter e i Doni della Morte”, conversazione fra Silente e Harry]

Non è certo una novità. Quando si inaugura un nuovo corso, a cambiare è sempre il timoniere. I posti di comando vengono spesso riassegnati. Si creano nuove dinamiche, nuovi rapporti di fiducia. E potrebbe non bastare essere diventati campioni d’Europa e del mondo a pochi mesi dall’incarico, come accaduto a Thomas Tuchel. Il tedesco, non certo nuovo a questo tipo di esoneri del tutto inattesi – fu cacciato dal PSG alla Vigilia di Natale 2020, per poi sostituire Lampard al Chelsea e conquistare la Champions nel 2021 – ha dichiarato di essersi sentito crollare il mondo addosso. Al Chelsea si sentiva a casa. Ma fra qualche giorno, a Stamford Bridge, siederà presto sulla home bench – lutto per la Regina permettendo – un nuovo mago: Graham Potter.

Todd Boehly ha dato il benservito a Tuchel dopo la sconfitta di Coppa contro la Dinamo Zagabria, a cento giorni dall’inizio della sua presidenza. L’imprenditore americano, dopo aver acquistato il Chelsea rimasto orfano di Abramovich, ha strappato Potter in corsa ai Seagulls del Brighton versando circa 21 milioni di euro di indennizzo e ponendo fine ad un triennio di eccellenza assoluta, se ne facciamo una questione di piazzamento in classifica in rapporto al budget. Un qualcosa che in Premier League tende a contare parecchio, viste le cifre di cui si parla.

L’ex Swansea e, appunto, Brighton, ha accettato con entusiasmo, congedandosi dai suoi tifosi con un messaggio affettuoso, scusandosi per aver abbandonato all’improvviso i gabbiani in volo. Una sfida rischiosa, per un uomo che sa bene da dove viene.

La storia di Graham Potter parte però da lontano. Da una landa molto più fredda dell’umida Londra nella quale è appena approdato. Una carriera che poteva essere destinata al dimenticatoio, o magari al dietro le quinte delle nazionali giovanili e delle accademie universitarie. O peggio, poteva perdersi nel gelo del lungo inverno scandinavo. Ma è stato proprio in quel sottozero che Potter ha trovato se stesso e dato una spinta decisiva alla sua vita e alla sua attività di manager.

Graham Potter: l’uomo delle nevi

Östersund è un’apparentemente anonima cittadina del nord della Svezia. La temperatura media annuale è vicina alla cifra ovale, il che vuol dire una minima solitamente piuttosto inferiore allo zero. Perfetta per gli sport invernali, per una discesa in sci. Non esattamente il posto in cui ti aspetteresti di costruire una carriera di alto livello nel calcio.

La città di Östersund in inverno (immagine ripresa dalla pagina dedicata su wikipedia)

Nel 2010 Potter si sta affermando nel mondo universitario. Da calciatore è stato un difensore dalla tecnica rivedibile ma con una buona conoscenza del gioco, capace di costruire relazioni umane durature. Ha collezionato anche 8 presenze in Premier col Southampton. Non certo un fuoriclasse, come egli stesso ha scherzosamente sottolineato, ma un eccellente studioso. Si laurea in scienze sociali e completa un master in “leadership e intelligenza emozionale”.

Attraverso la sua amicizia con Graeme Jones – oggi allenatore di buon livello in qualità di assistente in nazionale inglese e al Newcastle – conosciuto durante la comune militanza nella fila dei Pilgrims del Boston United, ultimo gradino della Football League nel 2003-04, si apre una porticina che dà su una panchina innevata nel nord della Svezia. E neppure di prestigio.

Jones mette Potter in contatto con Daniel Kindberg, istrionico presidente di un piccolo club di quarta serie svedese, l’Östersunds FK. Nonostante l’attività appena avviata dalla moglie e la nascita del loro primo figlio, l’idea di Potter di trasferire la famiglia dall’Inghilterra alla Svezia per lavoro va in porto. “Se è questo che ti rende felice, che sia”. Di solito si dice “happy wife happy life”, ma stavolta è stata la moglie a venire incontro alle aspirazioni del marito.

Nel giro di cinque stagioni, quel piccolo club svedese scala le gerarchie dal dilettantismo fino alla Allsvenskan, con tre promozioni, frutto del lavoro tattico e psicologico di Potter e dell’intesa che quest’ultimo costruisce col proprietario del club. Un ex colonnello dell’esercito svedese, imprenditore con i contatti giusti nella politica locale e con idee bizzarre su come costruire un’identità di squadra. Come quando costrinse i calciatori ad assistere ad una pièce teatrale e a replicarne le scene per puro esercizio stilistico.

La svolta: l’Europa League e la vittoria all’Emirates

Uscire dalla comfort zone. Un qualcosa in cui Potter crede fermamente, come mezzo per migliorare se stessi. Non solo in qualità di calciatori, di sportivi, ma soprattutto di esseri umani. Del resto, cosa c’è di meno “comfort zone” del volare in Svezia e ricominciare da capo, proprio come ha fatto lui con la sua famiglia?

Potter all’Östersunds ci resta sette stagioni. Raggiunge la finale di Coppa di Svezia, batte il Norrköping e porta i suoi in Europa League. Non solo: gli svedesi superano il girone e Graham finisce su tutti i giornali inglesi, perché ai 32esimi ad attenderlo c’è l’Arsenal. I Gunners vincono 3-0 in Svezia, ma nella gara di ritorno all’Emirates l’Östersunds la spunta per 2-1. E’ l’apoteosi.

La fine del rapporto con Kindberg arriva al momento giusto. La chiamata che riporta Graham Potter nel Regno Unito arriva dal Galles, sponda Swansea, in Championship. Nel frattempo l’ex colonnello Kindberg, che di storie assurde ne ha da raccontare – come quando dichiarò di essere stato rapito a Stoccolma e rilasciato dietro riscatto, senza che la polizia lo venisse a sapere – manda in rovina l’Östersunds finendo in tribunale per frode fiscale. Vince l’appello dopo due anni, ma nel frattempo il club, che ha rischiato di vedersi revocare la licenza più volte, va in bancarotta. Oggi l’Östersunds è tornato ad un’epoca pre-Potteriana. Senza il mago inglese e la manciata di ex non-leaguers trasformati in autentici vichinghi nelle scorribande in giro per l’Europa, l’Östersunds si trova all’ultimo posto in seconda serie: sarebbe la seconda retrocessione consecutiva.

Allo Swansea Graham Potter resta una sola stagione. Sarà il Brighton a pagare la penale per interrompere il contratto col club gallese. Corsi e ricorsi storici. Nel giro di tre stagioni quella stessa penale è aumentata di 20 mln. Ed è stato il Chelsea a pagarla.

Nei Blues Potter ritroverà Cucurella, che è stato persino interpellato dalla dirigenza per chiedere informazioni sul suo ex/attuale nuovo allenatore. Riscontro positivo, ovviamente. Perché per Potter gli uomini vengono molto prima dei calciatori. Quell’uomo che era partito come uno sbarbatello qualunque per un mondo inesplorato, è tornato con una folta barba da mago anziano, per scalare l’Europa con una squadra mille volte più ricca di quella con cui tutto era cominciato. E non ha nessuna intenzione di fermarsi.

 

Immagine di copertina tratta da Gotebors-Posten