San Marino-Seychelles non è un’amichevole come le altre
Settembre 20, 2022Poche ore prima del fischio di inizio delle gare di Nations League, che vedrà opporsi le più quotate squadre nazionali europee, andrà in scena una delle partite amichevoli più bizzarre che potrete vedere nel 2022.
A sfidarsi, all’ombra del Monte Titano, saranno le selezioni di San Marino e Seychelles. Un’amichevole che era stata in un primo momento annullata per indisponibilità della nazionale africana e poi nuovamente confermata per la stessa data. Il confronto è totalmente inedito.
San Marino, nel corso della sua storia, ha giocato appena una volta contro formazioni non appartenenti alla UEFA. Per la precisione a marzo 2022, perdendo per 2-0 contro Capo Verde. Piegata dalle reti Kenny Rocha Santos e Papalelé.
Per le Isole Seychelles, invece, è il primo scontro contro una formazione europea dal giorno della sua affiliazione alla FIFA, datata 1979.
Nei suoi 43 anni di storia le Seychelles non sono mai state competitive. Né a livello continentale né a livello mondiale. La Nazionale, infatti, non è mai riuscita a qualificarsi per una singola edizione della Coppa d’Africa. Né tantomeno, com’è ovvio, per un Mondiale.
San Marino-Seychelles: non solo il ranking in ballo
Il ranking mondiale, per i “Pirati”, parla da solo. Da anni, infatti, la selezione dell’arcipelago si barcamena sulla linea di galleggiamento indicata dalla 200esima posizione, sul fondo della graduatoria.
Ma qualcosa sembra lentamente cambiare.
Da Ottobre 2020, quando le Seychelles occupavano la posizione 202 nel ranking FIFA, è iniziata una lenta ma costante risalita, che ha portato la Nazionale ad occupare, alla vigilia della gara di San Marino, la posizione 195. A questo risultato hanno contribuito, negli ultimi 2 anni, i pareggi contro le Isole Mauritius e Bangladesh. Selezioni con un ranking FIFA migliore. E che grazie al sistema di assegnazione dei punti per il ranking hanno aiutato le Seychelles a salire pian piano in classifica.
Un ranking FIFA, c’è da dire, che non premia San Marino. Nonostante le buone prove degli ultimi anni. Pochi, i punti per una delle nazionali più simpatiche del Vecchio Continente. A meno che non siate Thomas Muller.
San Marino si trova mestamente in ultima posizione. Davanti, selezioni caraibiche come Anguilla, Isole Vergini Americane e Isole Vergini Britanniche, Sri Lanka, Guam, Turks & Caicos. Nazionali che molto probabilmente verrebbero sconfitte senza troppe difficoltà dalla selezione del Monte Titano.
Gran parte del merito della lenta ma costante risalita delle Seychelles è sicuramente da assegnare al giovane CT dei Pirati. Vivan Bothe, seychellese di 42 anni, si è insediato sulla panchina della Nazionale nel Settembre del 2021, riuscendo subito a conquistare un risultato storico: la conquista di un trofeo internazionale.
A novembre dello stesso anno, infatti, le Seychelles hanno trionfato nella Mahinda Rajapaksa Cup, a cui hanno partecipato insieme ad altre tre nazionali. I padroni di casa dello Sri Lanka, le Maldive e il Bangladesh.
Bothe ha guidato i suoi ad un torneo da imbattuti. Due pareggi contro Maldive e Banglades e la vittoria contro lo Sri Lanka hanno condotto i Pirati alla finale proprio contro gli organizzatori della competizione, battuti ai calci di rigore grazie a due parate del portiere Alvin Michel, dopo uno spettacolare 3-3 in rimonta.
Immensa la soddisfazione dei vertici del calcio seychellese, in particolar modo del Team Manager Michael Delpeche. Nei quadri dirigenziali della Nazionale dal 2000, non aveva più avuto modo di festeggiare un successo in un torneo dal 2011. Quando, sempre ai calci di rigore, la nazionale vinse la finale degli Indian Ocean Island Games, organizzati in casa, contro le Isole Mauritius.
Delpeche ha colto l’occasione del successo per ricordare a tutta la nazione che vincere è possibile, a dispetto dei pronostici. E augurandosi che il successo nella Mahinda Rajapaksa Cup potesse rappresentare un’importante iniezione di fiducia per tutto lo sport delle Seychelles. In particolare per il calcio.
Le parole di giubilo, però, non possono bastare per guidare il movimento calcistico verso l’affermazione, anche solo continentale. Soprattutto in una nazione particolare come le Seychelles.
Sparse su un arcipelago che conta più di 100 isole nell’Oceano Indiano, a nord del Madagascar, vivono appena 95mila persone, che rendono le Seychelles la nazione di gran lunga meno popolata del continente africano.
Va da sé, quindi, che il bacino dal quale la Federazione può attingere per scovare nuovi talenti è veramente esiguo. Il che limita le chance della Nazionale di poter migliorare i propri risultati.
Le Seychelles: un interessante progetto tecnico che guarda al futuro
Nel tentativo di superare queste difficoltà negli ultimi anni i vertici del calcio seychellese hanno investito su progetti di formazione calcistica e creato l’IFS (Institute de Football Seychellois). Una vera e propria accademia per formare e plasmare i talenti che sognano di indossare la maglia della Nazionale, assicurando loro al contempo una valida istruzione.
L’obiettivo dell’IFS, stando alle parole del Direttore Tecnico della Federazione, il marocchino Osama Haroun, è quello di far uscire ogni anno dall’Accademia “almeno tre talenti di livello”.
La validità del progetto, tuttavia, passa anche dalla capacità formativa del coaching staff, sul quale ovviamente la Federazione ha dovuto effettuare un lavoro importante per recuperare le mancanze degli anni precedenti, sovvenzionando ed organizzando corsi per l’ottenimento dei patentini validi per l’insegnamento del gioco a livello e riconosciuti dalla CAF, la Federazione Continentale Africana.
I giovani calciatori in forza all’IFS disputano regolarmente partite amichevoli contro le due Accademie top del Madagascar, la Toulon e la Talenta, e in varie occasioni queste due selezioni giovanili hanno richiesto in prestito gli elementi più validi della IFS per giocare le loro partite. In questo modo, i talenti in erba possono misurarsi con realtà diverse da quella dell’arcipelago e crescere più velocemente.
Sul territorio seychellese si muove anche un’Academy privata, la All Star Youth, fondata e guidata dall’ex attaccante Che Dorasamy. Avvalendosi della collaborazione di altre vecchie glorie del calcio delle Seychelles, come Gerris Cesar e l’ex portierte Vincent Euphrasie. Quest’ultimo era in campo nella finale del 2011 contro il Madagascar e oggi è uno dei responsabili organizzativi del progetto di Dorasamy.
La All Star Youth Academy, a differenza dell’IFS, coinvolge bambini al primo approccio con il calcio, seguendoli dai 6 fino ai 12 anni. Gli scopi dichiarati di Dorasamy, oltre a quello di sviluppare le doti calcistiche dei ragazzi, sono quelli di formarli come persone. Fornendogli gli strumenti sociali ed etici necessari per affrontare non solo una possibile carriera nel calcio, ma anche la vita di tutti i giorni. E di togliere quanti più ragazzi possibile dalla strada, dando loro uno scopo.
Superare la normalità della sconfitta
Nobile è anche la possibilità data dalla All Star ai bimbi orfani o più sfortunati di altri, garantendo loro la possibilità di partecipare ai training camp a titolo totalmente gratuito.
Al di là dell’importante funzione sociale svolta dalle varie Academies del paese, l’obiettivo principale resta uno: accrescere il livello calcistico del paese ed iniziare a vincere.
“Non ho dubbi che le Seychelles possano, in futuro, avere i mezzi che oggi mancano per competere contro le grandi squadre del continente africano. Credo che il problema principale delle Seychelles sia un retaggio culturale, che ritiene la sconfitta quasi la normalità delle cose. Dobbiamo muoverci in avanti, superando questa concezione. Perdere è lecito per ogni Nazionale e dalle sconfitte bisogna imparare. Ma non dovremmo accettare la sconfitta come un fatto banale. Bensì tollerarla e utilizzarla come strumento per costruire i successi futuri”.
Le parole del DT Osama Haroun sono il chiaro esempio di come la Federazione seychellese si stia muovendo per cambiare la mentalità della propria Nazionale. Affidandosi agli uomini giusti e con una certa dose di pazienza può riuscire nel suo intento.
Il motto delle Seychelles, impresso anche nello stemma nazionale, recita così: “Finis Coronat Opus”.
Il risultato corona il lavoro.
Esattamente quello che stanno provando a fare in mezzo all’Oceano Indiano. E che proveranno in mettere in pratica anche a San Marino.
Testo di Nicola Luperini, per la rubrica “La Tana del Lupo”. Pisano, content editor per Sottoporta – il calcio internazionale, cura per Football&Life gli argomenti più caldi della settimana sul calcio italiano, dalla Serie A al calcio minors.
Immagine di copertina: nazionale delle Seychelles, tratta da Sportsbrief