Denzel Dumfries: l’uomo che poteva essere Re

Denzel Dumfries: l’uomo che poteva essere Re

Settembre 25, 2022 0 Di Luca Sisto

Fa freddo a New York. Le strade si riscaldano con la tipica atmosfera da Halloween, che precede il Natale. I bambini scorrazzano per le strade e si riuniscono con i genitori a Times Square, fra turisti di passaggio e noi, che abbiamo bisogno di cambiare in dollari dopo aver speso in hot dog e birra al Madison Square Garden, per l’esordio stagionale dei Knicks di ‘Melo e D-Rose.

Mia moglie ha già chiuso le valigie. Un pigiama sul letto è quello che resta di un lungo viaggio, che riserva la parte rilassante per la coda.

Il transfer per il JFK ci attende alle 3.30. Una temperatura che gela gli ultimi vagiti che ci tengono incollati alla Grande Mela. Una città fuori dal mondo. Sembra di essere in uno di quei film di supereroi americani, mentre dalle grate sotto l’asfalto esce vapore a profusione. Più fa freddo più lo noti.

L’aereo delle 6.50 è diretto a Oranjestad, Aruba. Dal grande cinema americano della East Coast, al Mar dei Caraibi. Scendendo dall’aereo una coppia di anziani ci sorride, consigliando vivamente di togliere il giubbino. Nei Caraibi, non solo “olandesi”, fa caldo.

Prima del gate d’uscita suona una musica allegra. Una scritta recita “bonbini”, benvenuti ad Aruba, “One Happy Island”. Già, un’isola felice, con risorse idriche proprie. Non si direbbe, a guardare la galassia semidesertica sullo sfondo, mentre ci dirigiamo verso un resort dall’altra parte dell’isola, affacciato sull’Oceano. Ne ho visti di tramonti, ma il sole che si perde sull’Oceano è diverso. Ha delle sfumature di pastelli che non sembrano di questo Pianeta.

Ultimo tramonto ad Aruba, prima delle piogge autunnali (foto dell’autore)

Alla reception, tra un mojito e una bollicina, chiedo se è possibile acquistare qualcosa della nazionale di Aruba. Mi rispondono che non sanno di cosa sto parlando. Di sicuro, meno d’aiuto dei consigli dei receptionist newyorkesi su come raggiungere i playground di Harlem.

Rispondo che sto parlando di calcio, “football, soccer, you know?”

“Ah, you like those Dutch sports!”

“You know Denzel Dumfries? He from bere, he be good!” Sorride quello che, dalla giacca, sembra essere il direttore del resort.

“Yeah, he in Eredivisie, a future star”, aggiungo cercando di adattare la mia grammatica al misto di spagnolo, olandese e inglese che si parla sull’isola, lingua nota come papiamento, che non è esattamente una sigla PEC per domini web mail come qualcuno si aspetterebbe, ma egualmente difficile da decodificare.

Denzel Dumfries the King of Aruba

Nato a Rotterdam, da padre originario di Aruba e madre del Suriname (c’è qualcosa di Suriname in ogni storia olandese dagli anni ’80 in poi), Denzel prende il nome dall’attore Washington, premio Oscar e simbolo degli afro-(inserisci nazionalità) di tutto il mondo per i suoi successi e il suo pensiero influente.

Formatosi nella seconda squadra di Rotterdam per importanza, lo Sparta, Denzel decide di seguire il desiderio del padre e nel 2014 sposa la causa di Aruba.

Gioca due amichevoli, contro Guam segna anche un gol da cineteca. Esterno destro a tutta fascia, con gli isolani viene utilizzato praticamente come tuttofare. È ovunque in campo, sugli spalti i tifosi impazziscono perché non hanno mai visto nulla del genere. Ad Aruba non c’è la tradizione calcistica forte che è possibile riscontrare a Curaçao, altra isola antillana che ha un legame ancora più forte con l’Olanda.

Dumfries ad Aruba diventa Re per una settimana. Tornato in Olanda, però, si comincia a parlare di lui ad alti livelli. Nel giro di una stagione se ne accorge l’Heerenveen. Dal 2019 un altro grande salto. Prima la convocazione in nazionale, in concomitanza la firma per il PSV e il trasferimento ad Eindhoven, in uno dei tre top club del calcio olandese.

Qui Dumfries trova con più costanza la via della rete e si trasforma in un calciatore energico, che conta in campo come nello spogliatoio. La sua faida con il serbo Tadić dell’Ajax dimostra un temperamento fuori dal comune.

Denzel Dumfries vs Tadić (immagine tratta da Nos)

Denzel Dumfries vs Tadić durante un acceso PSV-Ajax (immagine tratta da Nos). Dopo aver realizzato su rigore in pieno recupero, il gol del pareggio, il serbo è andato ad esultare in faccia a Dumfries, scatenando una rissa. Partita vista live da chi vi scrive, si è rischiato il daspo in campo…

Agli Europei del 2020, traslati al 2021, diventa il primo giocatore dai tempi di van Nistelrooy a segnare due gol nelle prime due gare della manifestazione per l’Olanda.

Il terreno è tracciato. L’uomo che ad Aruba poteva essere Re, in Europa ha trovato il suo spazio nella borghesia calcistica.

Lo sceglie l’Inter scudettata per sostituire Hakimi. Denzel Dumfries continua ad arare la fascia nel 352 di Simone Inzaghi. Fra poco giocherà i Mondiali, con l’Olanda, da protagonista.

Perché anche lontano dal Mar dei Caraibi, è possibile trovare un’isola felice, con un pallone tra i piedi. E sentirsi come un Re.

 

Immagine di copertina tratta da Nos