Remko Pasveer: fermare il tempo

Remko Pasveer: fermare il tempo

Settembre 30, 2022 0 Di Luca Sisto

La sera del 4 giugno 2006, sul terreno di gioco dell’Estadio do Bessa XXI, casa del Boavista, gli olandesi stanno festeggiando il loro primo torneo under-21. La selezione guidata da Foppe de Haan, una vita spesa per l’Heerenveen, si è appena presa la rivincita contro l’Ucraina del bomber Artem Milevskiy, che l’aveva battuta nel girone eliminatorio. Secco 3-0 per gli Orange, stavolta. Con una doppietta dell’implacabile “Cacciatore” Huntelaar.

De Haan, uno che cinque anni dopo si sarebbe preso il lusso di viaggiare fino a Tuvalu per guidare la nazionale locale, neppure affiliata alla FIFA, ai Giochi del Pacifico, aveva convocato tre portieri. Kenneth Vormer, il titolare, che gioca tutt’oggi in MLS a Cincinnati. Michael Vorm, che era il terzo portiere dell’Olanda di bronzo ai mondiali brasiliani – van Gaal lo fece entrare per la gloria a un minuto dal fischio finale della gara valida per il terzo posto contro il Brasile – classe ’83, oggi ritirato al termine di un’ottima carriera.

E il portiere nativo di Enschede, di proprietà del Twente – club di cui il padre Eddie aveva difeso la porta – ma in procinto di passare all’Heracles alla ricerca di uno spazio che avrebbe trovato solo anni più tardi. Quel giovane di belle speranze era Remko Pasveer, cinque presenze in under-21 olandese e una carriera apparentemente destinata all’anonimato internazionale, non fosse per quella sera.

O forse no.

Remko Pasveer: un vizio di famiglia

Non bastasse il padre, che ne ha cullato la nascita quando era portiere dell’SC Enschede, persino una delle figlie di Remko, Bente (gemella di Anne) vorrebbe ripercorrere le orme del papà. Un autentico vizio di famiglia. Nella villetta di Hengelo, regione di Twente, il calcio è argomento di discussione h24.

Remko Pasveer scherza con la famiglia nella villa di Hengelo (foto tratta da Helden Magazine)

Nessuno, però, fino a un anno fa, avrebbe mai ipotizzato che un calciatore più vicino alla pensione che ai presunti anni migliori, come Remko, sarebbe stato il favorito per difendere la porta dell’Olanda protagonista ai prossimi Mondiali in Qatar.

L’11 settembre 2021, con il camerunense Onana fuori da febbraio per squalifica, e con l’indisponibilità di Stekelenburg, il portiere dell’ultima finale mondiale olandese del 2010, fotografato da Iniesta ai supplementari, ten Hag decide di lanciare dal primo minuto Pasveer nella trasferta di Zwolle contro il PEC, quarta giornata del campionato olandese.

Il “ragazzo” di Enschede, che pure ha all’attivo due Eredivisie da portiere di riserva del PSV, esordisce così con il club più titolato d’Olanda dopo le ottime stagioni al Vitesse in cui sembra aver trovato una nuova dimensione. L’Ajax vince 2-0, Pasveer si disimpegna con un paio di parate normali per un giocatore esperto. Ma l’impressione è che l’allenatore si fidi di lui. Così come i compagni.

Il dato assurdo di Pasveer nella stagione olandese 2021-22, è che nelle tre occasioni in cui ha subito gol, l’Ajax ha perso due volte. Contro l’Utrecht all’ottava (0-1). E l’AZ alla sedicesima (1-2). Fa eccezione la vittoria per 2-1 sul PSV ad Eindhoven. Fondamentale per le sorti di un campionato in cui, in 20 presenze, ha collezionato 17 clean sheets, prima di fratturarsi un dito a febbraio e lasciare spazio al momentaneo, e infruttuoso, soprattutto in Champions, ritorno di Onana tra i pali. Pasveer si infortuna nel riscaldamento della gara degli Ottavi di Champions contro il Benfica. Gioca comunque tutta la gara, terminata 2-2. Prima di scoprire che il dito è rotto e deve star fuori almeno due mesi.

Nella gara di ritorno, un errore di Onana lascerà strada al passaggio del turno dei lusitani.

Dall’Ajax alla nazionale

Pasveer può quindi finalmente mettere il punto esclamativo sulla sua carriera, vincendo l’Eredivisie da protagonista. Pur concludendo il campionato in infermeria. Si toglie qualche sassolino dalla scarpa, accusando in un’intervista Onana, che aveva già firmato per l’Inter, di essere un portiere talentuoso ma poco professionale.

Con la partenza di ten Hag, destinazione Manchester, e l’arrivo del nuovo tecnico Schreuder, in pochi pensavano che la titolarità della porta sarebbe spettata nuovamente a Pasveer.

Remko Pasveer con la maglia dell’Ajax (foto dal sito Ajax.nl)

D’altro canto, una volta tornato Stekelenburg dopo l’operazione all’anca, tutto lasciava presagire che sarebbe stato lui il numero uno. Come recita la maglia.

Ed invece, Pasveer ha fatto di più. Con le sue prestazioni si è guadagnato, il 22 settembre, la chiamata in nazionale da parte di van Gaal, che l’ha fatto esordire in Nations League contro la Polonia, riproponendolo nella gara decisiva con il Belgio. Inutile dire che l’Olanda abbia vinto entrambe le partite senza subire gol.

Il “nonno”, come lo chiama simpaticamente qualcuno all’interno di uno spogliatoio giovanissimo come quello dell’Ajax, compirà 39 anni l’8 novembre. A ridosso dei Mondiali in Qatar.

E non vediamo perché, a questo punto, non possa essere lui l’uomo del destino per gli Orange. Sono passati più di 16 anni da quel giugno 2006, ma sembra che per Remko il tempo si sia fermato. O meglio, è stato bravo lui a stopparlo. Per vivere una nuova giovinezza.

 

Immagine di copertina: account twitter El Marcador