Intervista a Michela Menegon, vincitrice dell’Elbaman 2022
Ottobre 6, 2022A Marina di Campo, nello splendido scenario della costa sudoccidentale dell’Isola d’Elba, è andata in scena la 18esima edizione di Elbaman, una splendida gara di triathlon dedicata a chi vuole cimentarsi sulle lunghe distanze.
L’Ironman, il pezzo forte della competizione, è articolato in tre fasi tanto dure quanto spettacolari. Alle prime luci dell’alba, i 150 partecipanti si sono tuffati nelle acque mosse di fronte alla spiaggia di Marina di Campo per affrontare a nuoto un percorso da 1.9km in mare aperto, da ripetere due volte. Alla fine di questa lunga nuotata, via veloci verso le biciclette, in sella alle quali gli atleti hanno affrontato un anello di 60km, ripetuto tre volte, con partenza dalle strade del paese e che si è inerpicato sulle salite di Sant’Ilario per poi affrontare tutta la selvaggia costa ovest dell’Isola, sfiorando località incantevoli come Cavoli, Fetovaia e Sant’Andrea. 180Km di pedalata, con un dislivello totale di 2500 metri.
Una fatica erculea che però non è stata l’ultima da affrontare. Una volta riposte le bici, gli aspiranti Ironman si sono infilati le scarpette da running e hanno iniziato a correre lungo le incantevoli strade del centro abitato di Marina di Campo. Ad aspettarli, un circuito di 7km circa, da ripetere 6 volte, tra gli applausi e gli incitamenti di un pubblico in festa, che ha affollato le stradine del paese elbano.
Ad un comune mortale sembra impensabile riuscire a correre una vera e propria maratona dopo aver nuotato a lungo in mare e pedalato in salita per così tanti chilometri, ma la forza d’animo di questi atleti, ed atlete, è veramente ferrea.
A spiccare tra tutti i partecipanti è stata la figura di Michela Menegon. 45 anni, iscritta al Gruppo Ciclistico Val di Merse. Menegon è stata la vincitrice della sezione di Ironman dedicata ai tempi femminili, staccando tutte le concorrenti e realizzando un tempo molto vicino a quelli migliori della sezione maschile. In particolar modo, la frazione di nuoto di Menegon è stata impressionante: partendo 5 minuti dopo il gruppo degli uomini, insieme a tutte le altre ragazze, l’atleta della provincia di Siena ha nuotato i 3.8km in mare (che poi sono diventati 4.2, viste le onde che hanno caratterizzato lo sforzo in acqua), in 1 ora, 7 minuti e 1 secondo. E’ stato il secondo miglior tempo in assoluto: Francesco Gualtieri, che ha chiuso in testa la sessione di nuoto e ha poi vinto l’intera gara, ci ha messo appena 4 secondi in meno.
Una vera e propria impresa di Menegon, che abbiamo contattato per raccontarci i segreti di questo meraviglioso sport poco conosciuto al grande pubblico e la sua storia di atleta.
Buongiorno Michela, e complimenti per il grandissimo successo. Come ti sei avvicinata al triathlon? Che tipo di traguardi ti attiravano?
Il mio settore di provenienza è il nuoto, l’ho praticato a livello agonistico sin da ragazza. Quando mi sono avvicinata al triathlon, nel 2009, avevo 32 anni e ho partecipato alla staffetta di Elbaman, che ai tempi rappresentava anche il campionato italiano per le lunghe distanze. Ho partecipato alla frazione di nuoto, aiutando la squadra a vincere la staffetta mista, e in quell’occasione ho deciso che avrei provato a concorrere per Ironman. Una decisione forse un po’ incosciente: non avevo grande esperienza in bicicletta e i 42km della maratona mi sembravano davvero tanti, ma nel 2011 sono riuscita a completare il mio primo Ironman.
Molte persone mi avevano sconsigliato di provarci, ma la gara elbana era così affascinante che non ho saputo rinunciare. Non si sa mai cosa può succedere nella vita, ogni tanto per inseguire i propri sogni bisogna rischiare e buttarsi, non rimandando mai le cose che si vogliono fare davvero, con un pizzico di follia che non guasta mai…
Quanto tempo dedichi agli allenamenti? Come fai a conciliarli con il lavoro?
Ho la fortuna di lavorare in smart working da tanti anni e quindi posso gestire il tempo per gli allenamenti con buon profitto. Dedico parecchio tempo agli allenamenti. Durante l’anno l’intensità della preparazione può variare, ma quando c’è un Ironman in vista dedico dalle 15 alle 18 ore settimanali all’allenamento.
Come si prepara, mentalmente e fisicamente, uno sforzo così grande?
Semplicemente, con l’allenamento. Non si può improvvisare una gara così dura come Ironman e pensare di finirla con un buon risultato.
Cosa passa per la testa di un atleta durante un Ironman?
Immagino che per tutti sia un po’ diverso. Personalmente non penso a molto. Cerco di tenere alta la concentrazione su quello che sto facendo, senza mai pensare a cosa dovrò fare più avanti. Cerco anche di stare attenta a ricordarmi di mangiare nei momenti giusti: quello è un mio punto debole.
Qual è il momento più difficile di una gara simile?
Per la mia esperienza, la seconda metà della corsa è il tratto più impegnativo. Il fisico è già arrivato al limite della sopportazione della fatica. Da quel momento, è la testa che deve portarti avanti.
Preferisci il nuoto, la bici o la corsa? In quale di queste discipline credi di avere più margine di miglioramento e in quale ti senti già molto forte?
Mi piacciono molto sia il nuoto che la bicicletta. La corsa è la mia frazione peggiore e quella che mi piace meno. In questa disciplina faccio più fatica sia in gara che in allenamento. Dovrei cercare di migliorarla, ma devo allo stesso tempo stare attenta a non spingere troppo: gli acciacchi e gli infortuni sono sempre in agguato.
Ti capita mai di voler mollare durante una gara? Se sì, cosa ti spinge ad andare avanti?
Il ritiro non è un’opzione contemplata, salvo problemi seri o infortuni gravi. Al limite si cammina invece di correre nella maratona, ma in fondo bisogna comunque arrivarci. Anche ad Elbaman ho dovuto camminare per un tratto di gara, a causa di un piccolo infortunio. Avevo anche disputato una gara piuttosto dura nelle settimane precedenti e la mia condizione fisica non mi ha permesso di fare la gara che avrei voluto. Ma non si molla mai.
Non ti dà fastidio che uomini e donne partano separati? Visti i tuoi tempi e quelli di altre tue straordinarie colleghe, non sarebbe giunto il momento di farvi partire tutti insieme?
E’ una situazione che si è modificata negli ultimi anni, visto che fino a qualche tempo fa le gare Ironman erano tutte “mass-start” e partivamo tutti insieme, senza distinzione di sesso.
La cosa che mi piace meno di questa decisione organizzativa è partire dopo gli uomini nel nuoto: tuffandomi 5 minuti dopo di loro non ho mai la via libera in acqua e mi trovo sempre a doverli superare, sforzandomi di più. Ma questo è un problema solo perché nel nuoto vado forte.
Di certo non sono l’unica donna a viaggiare con questi ritmi: ce ne sono tantissime, anche più forti di me. Se poi alle gare partecipano anche le professioniste, il livello si alza parecchio.
Cosa si prova al momento dell’arrivo?
Felicità. E’ il momento in cui la sofferenza fisica e la sopportazione mentale si sciolgono nel sollievo per aver portato a termine la gara e lo sforzo.
Quest’anno poi, la gioia è stata amplificata dall’aver vinto il mio primo Ironman proprio all’Isola d’Elba, lì dove tutto era iniziato con la staffetta del 2009: per me è stata la splendida chiusura di un cerchio. Indimenticabile.
I tuoi tempi, in tutte le frazioni, sono semplicemente sensazionali. Hai mai pensato di partecipare alle Olimpiadi?
(Ride, ndr) In realtà no! Bisogna essere realisti: per competere alle Olimpiadi bisogna correre davvero ad un livello altissimo. Io non credo di essere così forte e non penso di avere l’età giusta per gareggiare a quel livello.
Grazie mille per averci fatto scoprire questo splendido sport, Michela. Quali sono i tuoi prossimi appuntamenti per il triathlon?
Il calendario delle mie prossime gare è ancora tutto da definire. Sicuramente parteciperò all’Ironman di Klagenfurt, in Austria, a giugno 2023. Per il resto, vedremo.
Intervista a cura di Nicola Luperini, per la rubrica “La Tana del Lupo” / altri sport. Pisano, content editor per Sottoporta – il calcio internazionale, cura per Football&Life gli argomenti più caldi della settimana sul calcio italiano, dalla Serie A al calcio minors.
Immagine di copertina: Instagram Elbaman
Si ringrazia, per la disponibilità e la gentilezza, l’atleta Michela Menegon.