Cruijff al Levante e una lunga storia di campioni “granota”
Ottobre 14, 2022A Valencia, al limite tra la città e i campi di xufa (pianta da dove nasce l’Orxata, bevanda tipica valenciana), troviamo lo stadio della squadra più antica della città. Tutti penserete alla squadra Taronja che fu fondata nel 1919, ma dieci anni prima nasceva il Levante. Al momento della fondazione il campo della squadra si situava nel Cabanyal, quartiere dove si trova la “spiaggia del levante”, per questo il nome del club. I granota (rana in valenciano, simbolo del club) sono sempre stati una società umile e vicina ai suoi cittadini. Con abbonamenti e biglietti a cifre economiche e sconti per i fedelissimi.
Nella stagione 2016/17 , quando il Levante militava in seconda divisione, la società promise a tutti quelli che avrebbero sottoscritto l’abbonamento e assistito a più del 90% delle partite, che sarebbero andati gratis la successiva stagione allo stadio. La squadra quell’anno rimase quasi sempre prima in classifica, grazie allo stadio sempre pieno, e, per la felicità di tutti, ottenne la promozione in Liga.
In più di cento anni di storia sono stati tanti i calciatori che hanno vestito questa maglia. Ma forse non ricorderete tutti i nomi famosi che hanno giocato allo stadio “Ciutat de Valencia”.
Keylor Navas, Martins e Tommasi: campioni e meteore
Il portiere del Real Madrid prima e del Paris Saint Germain poi, giocò nel Levante dal 2011 al 2014. Per tutti i tifosi granota il costaricense sarà sempre ricordato per la storica qualificazione all’Europa League. Nell’ultima stagione venne premiato come miglior portiere della Liga insieme a Courtois (Atlético Madrid) e Willy Caballero (Malaga).
Per l’attaccante nigeriano Obafemi Martins il passaggio dal Levante fu rapido, ma intenso (solamente 7 mesi). Obaoba durante quella stagione, grazie ai suoi gol, aiutò la squadra a ottenere sette risultati consecutivi che gli diedero il primo posto in Liga (unica volta nella storia) e fece parte della cavalcata europea fino agli ottavi di Europa League (dove segnò in entrambe le partite dei sedicesimi contro l’Olympiacos).
Damiano Tommasi, il nuovo sindaco di Verona, dopo dieci anni con la maglia della Roma, non volendo giocare in nessun’altra squadra della Serie A, decise di andare al Levante. In Liga rimase per due stagioni e continuò a ben figurare. Ma nel Febbraio 2008 si infortunò al ginocchio e, finita la stagione, si accasò al Queen Park Rangers.
Predrag Mijaitovic e il Levante: una storia d’amore
Alla fine della stagione 2001-02 la Fiorentina fallì e Pedja si trovò senza squadra. Varie le offerte che giunsero all’attaccante, ma l’unica che gli interessò fu quella del Levante. Suo figlio Andrea, che vive a Valencia (città dov’è nato nel 1994, quando il padre giocava per i “blanquinegre”), soffre di idrocefalia e il bomber prese l’offerta del Levante come l’opportunità per poter finalmente stare accanto a suo figlio.
La squadra granota giocava in Segunda División e l’arrivo dell’ex stella di Valencia e Real Madrid mosse tutta la città. La dirigenza e lo sponsor Terra Mítica (Parco di divertimenti a 100 km a sud di Valencia) vollero approfittare di questo entusiasmo e decisero di presentare il giocatore come l’attrazione turistica del momento. L’entusiasmo durante la stagione andò scemando, a causa della classifica non all’altezza delle aspettative. Alla fine di quel campionato, Mijaitovic rimase sempre in città, ma lasciò il calcio giocato.
Johan Cruijff al Levante: troppo bello per durare
Al principio del 1981, il presidente Aznar era volato ad Amsterdam per convincere il pallone d’oro a giocare con il Levante. Il presidente, che era una vecchia volpe, sapeva che Cruijff dopo l’esperienza americana non era più lo stesso giocatore visto a Barcellona, ma allo stesso tempo la sua figura era rimasta immacolata. Il suo stipendio sarebbe stato di un totale di 200 mila dollari fino alla fine della stagione (cifra altissima per quell’epoca). Ma allo stesso tempo il suo ingaggio avrebbe portato a cinque volte tanto gli incassi da stadio.
Quando il presidente tornò dall’Olanda entusiasta e riferì che era riuscito a convincere Cruijff, l’allenatore Pachin scoppiò a ridere pensando fosse uno scherzo. Ed invece il primo febbraio l’olandese era pronto per il suo debutto contro il Sabadell, ma la federazione bloccò tutto a causa dei troppi debiti del club. Il presidente dovette cercare aiuti economici e, finalmente, il primo marzo contro il Palencia, Johan Cruijff esordiva con la camiseta del Levante.
Nessuno poteva credere che “Il Maestro” stesse giocando nella seconda divisione spagnola. Come ben vide il presidente gli introiti quel giorno furono di cinque milioni di pesetas (normalmente erano di un milione) e la squadra vinse per 1-0. L’atmosfera magica che girava intorno all’acquisto dell’olandese durò pochi giorni, perché il Levante nelle partite successive non vinse e saltarono fuori varie clausole presenti nel contratto del calciatore.
Cruijff poteva scegliere come allenarsi, durante le trasferte poteva viaggiare in auto da solo direttamente al campo o con l’auto del presidente e aveva diritto a una percentuale dell’incasso in trasferta. La goccia che fece traboccare il vaso fu quando, durante la trasferta contro l’Alaves, venne a sapere che non gli avrebbero pagato la percentuale. L’olandese decise di non scendere in campo e se ne tornò a Valencia durante la partita. Alla fine della stagione il club non riuscì a raggiungere la promozione. E a Cruijff il Levante pagò solamente un terzo di quanto l’asso olandese avesse pattuito.
Bonus track: italiani del Levante
Una particolarità del Levante è che più volte si è affidata ad attaccanti italiani: Riganò, Giuseppe Rossi, Pazzini, Acquafresca. Il miglior inizio di tutti lo ebbe il Pazzo, che all’esordio contro il Real Madrid segnò subito la rete del 2-2. Peccato che fu l’unico gol del suo semestre spagnolo.
Pepito Rossi, dopo l’infortunio alla Fiorentina, si ritrovò a gennaio in prestito al Levante. Alla fine di quella stagione, la squadra retrocedette, ma tutti i tifosi hanno ancora un grande ricordo dell’attaccante italoamericano per i suoi sei gol e, soprattutto, per il professionismo che ha sempre mostrato in campo.
Questi sono alcuni nomi dei giocatori che hanno vestito la maglia del Levante. Un club umile, ma che ha potuto vantare calciatori come Cruijff o Mijatovic. E che per tanti motivi è entrato nel cuore degli appassionati di calcio di tutta Europa.
Testo di Philip Supertramp, redattore per F&L e autore della pagina Facebook Il Signore della Liga
Immagine di copertina: El Desmarque