La playlist dei Mondiali: week 2

La playlist dei Mondiali: week 2

Dicembre 1, 2022 0 Di Luca Sisto

La playlist dei Mondiali ci accompagnerà lungo il corso di Qatar 2022. Questa che segue è relativa alla seconda settimana di partite. La playlist della prima settimana la trovate a questo link.

Karmacoma (Massive Attack)

Il karma, si sa, è un po’ come la vendetta, un piatto che si serve ghiacciato. Te ne accorgi solo quando salta all’occhio, dopo essere rimasto latente per tanto tempo. E così, dopo aver giocato il miglior calcio della prima fase, insieme solo a Spagna e Brasile, l’Ecuador arriva terzo nel proprio girone, dietro al football molto poco totale dell’Olanda e alla frizzante energia dei senegalesi, una nazionale estremamente difficile da battere.

Non ce l’abbiamo affatto con la selezione allenata dal Profe Alfaro. Ma la querelle Castillo non poteva non avere strascichi, al netto delle stupide speculazioni mediatiche sull’eventuale ripescaggio dell’Italia. Essere eliminati dopo aver giocato meglio di tutti è una punizione divina, forse immeritata nei fatti ma coerente di principio. Il gol decisivo per la sconfitta contro il Senegal lo realizza Kalidou Koulibaly, autore fin qui di una stagione sottotono in quel di Stamford Bridge. L’ex Napoli, in conferenza stampa, ha quindi avuto un pensiero per Napoli e per l’isola d’Ischia, nel giorno in cui i tifosi hanno dedicato la vittoria alla memoria di Papa Bouba Diop, scomparso due anni prima.

A vent’anni esatti da Corea e Giappone 2002 quando, guidati da Bruno Metsu, i senegalesi giunsero fino ai quarti, i Leoni della Teranga superano nuovamente la fase a gruppi, nonostante l’assenza di Sadio Mané.

Una sorpresa a metà, dati l’affiatamento e la caratura tecnica della nazionale allenata da Aliou Cissé.

Malo (Bebe)

Probabilmente, una delle immagini simbolo di tutto il mondiale di Qatar 2022, sarà la tifosa che sugli spalti mostrava una maglia con la foto di Mahsa Amini. Gli steward qatarioti si sono affrettati a sequestrarla, ma la donna, truccata con lacrime rosso sangue che scendevano sul viso, resterà sempre icona di una protesta che nella Repubblica Islamica incontra la violenta reazione della polizia iraniana. Ogni giorno dei manifestanti vengono uccisi o imprigionati. E i media occidentali tendono, con i purtroppo soliti occhi sessisti che ci contraddistinguono, a mostrare le donne giovani e belle che incontrano la morte.

La tifosa iraniana con la maglia di Mahsa Amini. Il 22 indica l’età della donna uccisa, che ha scatenato le proteste nel Paese per i diritti delle donne e, più in generale, dei diritti umani. Foto tratta da West Observer.

La violenza e la discriminazione contro le donne in Iran, è senza dubbio il tema politico principale di Qatar 2022, insieme alle migliaia di migranti morti per costruire gli stadi. Ma nella Repubblica dominata dagli Ayatollah le questioni investono in generale tutta la visione attuale della società.

L’Iran in quella partita ha battuto il Galles 2-0, ma è stato successivamente eliminato dagli USA, nella rivincita, stavolta con in palio il passaggio del turno, della leggendaria partita del 1998 in Francia.

Malcolm X (Miriam Makeba)

La vittoria del Marocco sul Belgio è stata accolta con un mix di sentimenti dalla comunità marocchina presente a Bruxelles. Parliamo per la maggior parte di cittadini belgi, con discendenza marocchina di seconda o terza generazione.

La partita, qualunque fosse stato il risultato, avrebbe comunque svolto il poco invidiabile ruolo di detonatore di rivalsa sociale, che poggia le basi sull’identità etnica. Gli scontri di piazza con la polizia belga ne sono stati la naturale conseguenza.

Le difficoltà della comunità di origine marocchina in Belgio, sono diventate ancora più pressanti nel corso dell’ultimo decennio. Dapprima, per la questione relativa agli attentati di Bruxelles, laddove alcuni fra i terroristi legati allo Stato Islamico erano appunto di origine marocchina. In secondo luogo, con la marginalizzazione e la ghettizzazione dovuta alla pandemia. Un tema comune a molti Stati europei.

You can’t always get what you want (The Rolling Stones)

I soldi, gli investimenti, il prestigio di ospitare una manifestazione come i Mondiali. Certo. Ma calcisticamente l’unica fugace gioia per il Qatar è arrivata dal gol dell’attaccante di origine ghanese Muntari, contro il Senegal. Zero punti, una sola rete segnata a fronte di sette subite, e ovvio ultimo posto nel girone. La peggiore nazionale ad aver mai organizzato una Coppa del Mondo.

Non si può avere tutto dalla vita. Ma forse, il risultato del campo, era del tutto secondario rispetto ai petrodollari qatarioti.

Born in the USA (Bruce Springsteen)

Dobbiamo ammetterlo. In vista dei Mondiali del 2026, co-organizzati da USA, Canada e Messico, nonostante i dubbi sulla formula allargata a 48 nazionali, gli americani sono quelli piazzati meglio. Al netto della crescita del movimento canadese e del declino di quello messicano, la nazionale a stelle e strisce, multiculturale, giovane e piena di talento, sta già dimostrando una base solida e un futuro estremamente interessante.

I gol di Weah, figlio di George, nato a New York dall’attuale presidente liberiano e da madre jamaicana. Di Pulisic, di origine croata da parte del nonno, che ci tiene a che il suo cognome venga pronunciato all’americana in “K”. Sono tutti piccoli segnali: l’Olanda agli ottavi è avvisata. Non si pareggia con l’Inghilterra e si batte l’Iran, in quelle condizioni mentali, per caso.

L’eccezione (Madame)

Nelle prime due partite dei Mondiali, il Costa Rica ha tirato in porta una sola volta, nella seconda gara contro il Giappone. Un tiro, un gol (di Keysher Fuller), tre punti. Giappone nei guai, e Germania che pregusta il passaggio agli ottavi, nell’ultima partita contro lo stesso Costa Rica, apparso in evidente difficoltà non solo nello 0-7 contro la Spagna.

What’s my age again (Blink 182)

Correre nudi per strada e dannarsi l’anima a fronte del pubblico ludibrio, potrebbe essere una punizione esemplare per i belgi, che si sono autodefiniti “troppo vecchi”, per bocca del proprio leader tecnico Kevin De Bruyne. Non una grande uscita, però. Anche perché la nazionale di Martinez non sembra l’unica arrivata a fine ciclo. Contro la Croazia di Luka Modric, altro grande vecchio che ancora domina, l’ultima occasione per riscattare una generazione bella ma perdente. Provate, del resto, a dire a Messi e CR7 che sono vecchi. Insomma, la scusa non regge e il ricambio generazionale, fra l’altro, ci sarebbe anche. Il Belgio è comunque in buona compagnia, basti vedere ciò che è successo alla Danimarca, uscita contro l’Australia meno talentuosa degli ultimi vent’anni.

Girls just wanna have fun (Cyndi Lauper)

Concludiamo la playlist mondiale con un’autentica bonus track, e la dedichiamo a Stephanie Frappart, l’arbitra francese, la prima in assoluto a dirigere una partita dei Mondiali, con una terna tutta al femminile, in occasione di Germania-Costa Rica. Curioso come ciò avvenga proprio in Qatar. Come dire, caro Infantino, un colpo al cerchio e uno alla botte.

 

Immagine di copertina: Getty Images Anadolu Agency via FIFA FR official Twitter account