Cosa divide Spagna e Marocco
Dicembre 6, 2022In terza liceo, una delle domande tipiche della mia professoressa di Storia era: “Quali furono gli avvenimenti che decretarono nel 1492 la fine del medioevo e l’inizio del Rinascimento?”.
La risposta che tutti avevamo imparato a memoria era “la scoperta dell’America, la morte di Lorenzo dei Medici e la caduta dell’ultimo baluardo musulmano in Spagna”.
Ogni anno, nella capitale valenciana il 9 Ottobre è festa regionale, in ricordo dell’entrata nel 1238 di Jaume I a Valencia e la sconfitta dei musulmani. Nella capitale del Turia si festeggia con varie celebrazioni, tra cui una sfilata con abbigliamenti d’epoca, musica e cibo tradizionale. Oltre a questo “Nou D’Octubre”, si celebra “Moros y Cristianos”, soprattutto nel sud della regione per ricordare di nuovo la “Reconquista spagnola” dei cristiani sui musulmani. Anche se, per fortuna, negli ultimi anni la festa è sempre di più un invito all’integrazione delle culture.
Spagna-Marocco vale i quarti del Mondiale, ma è molto di più
Oggi alle 16 si giocherà il penultimo degli ottavi di finale del Mondiale all’Education City Stadium tra Spagna e Marocco. In questa Coppa del Mondo sono molti i giocatori non nati nel paese di cui rappresentano la maglia (137 di 832). Le Furie Rosse hanno Laporte (francese) e Ansu Fati (Guinea Bissau).
Mentre i Leoni d’Atlas con i suoi 14 giocatori nati fuori dal Marocco vengono definiti la “nazionale ONU”. Tra i più famosi c’è Ziyech, che è nato in Olanda, come Amrabat. E il portiere del Siviglia Bounou, in Canada. Due sono nati in Spagna: il secondo portiere Munir Mohamedi, e il terzino del PSG, Hakimi, nato a Getafe e cresciuto nella cantera del Real Madrid. Oltre a loro sarebbe anche Ez Abde (esterno d’attacco scuola Barça, adesso in prestito all’Osasuna, che a quattro anni si trasferì a Elche). Tutti e tre avrebbero potuto giocare con la maglia della “Roja”. Hakimi sicuramente ne avrebbe fatto già parte, mentre Ez Abde, forse, più avanti.
Ma entrambi, come ha detto il CT Regragui hanno scelto la nazionale africana perché “devi rappresentare la maglia del Paese che ti dice il cuore”.
C’è tanto Marocco in Spagna, e viceversa
Non è un caso che siano tre i giocatori “spagnoli” dei Leoni D’Atlas, perché rappresentano una realtà importante della Spagna. Nel paese della paella ha origini marocchine un bambino che nasce ogni dieci, e in certe province si può raggiungere il 20% della popolazione.
In seguito ai disordini di Bruxelles causati da scontri fra la polizia e tifosi marocchini, dopo la partita contro il Belgio, varie città spagnole sono in allerta (Barcellona su tutte, a causa della grande colonia di tifosi nordafricani presenti, ma anche Almería, Siviglia, Valencia e Murcia).
Mentre la polizia cerca di mettere ordine ed evitare che ci siano incidenti. I vari leader musulmani richiamano alla calma, mentre alcuni gruppi di ultras si stanno muovendo per “difendere” le città. Il tutto è partito dai gruppi radicali del Real Madrid (Ultras Sur) e Atletico Madrid (Frente Atletico) che hanno annunciato la loro unione sul Forum MDM (il piú grande forum online di tifosi spagnoli) per presidiare le strade della capitale spagnola prima, durante e dopo la partita.
Come arrivano Spagna e Marocco alla partita
Sul campo si affronteranno due squadre con due anime totalmente opposti. La squadra di Luis Enrique, dopo l’ottima prestazione con la Costa Rica, non è riuscita a ripetersi né con la Germania, né con il Giappone. Alla fine della sfida contro i nipponici, e i “famosi” tre minuti dove le Furie Rosse sarebbero state eliminate, Luis Enrique ha commentato: “non sono per niente contento. Volevo arrivare primo nel girone. Il Giappone in 5 minuti ci ha fatto due gol e in 10 ci ha sfinito”.
Il Marocco, invece, arriva a questa partita come primo di un girone che sembrava proibitivo, ma il pareggio con la Croazia e la vittoria con il Belgio e Canada, hanno regalato il passaggio del turno, cosa che non accadeva da 36 anni. E pensare che ad agosto l’ambiente intorno alla nazionale era del tutto differente, perché a causa della diatriba tra l’ex ct Halilhodzic e Ziyech, il bosniaco ne aveva fatto le spese, portando ai Mondiali una nazionale che non avrebbe allenato, per l’ennesima volta in carriera.
Il protagonista che non ti aspetti: Hoalid Regragui
Hoalid Regragui, per prima cosa, ha richiamato il fantasista del Chelsea per convincerlo a tornare in nazionale e diventare il perno della manovra offensiva dei Leoni d’Atlas. “Testa d’Avocado”, come fu denominato dai più increduli al suo arrivo, è nato in Francia, ma è cresciuto a 7 km da Ceuta, una delle due città spagnole in Africa. Questo martedì in quel pezzo di terra dall’altra parte dello stretto di Gibilterra la partita sarà sicuramente molto sentita. Da quelle parti il 40% della popolazione è di origini marocchine o ha almeno un familiare dall’altra parte della frontiera.
Proprio in un mondiale come quello del Qatar dove i diritti civili sono stati messi da parte per fare spazio al dio denaro, speriamo che i tifosi facciano vedere come la partita non sia una sfida storica (decisamente più importante e sentita del pareggio ai giorni di Russia 2018), ma la partita dell’integrazione, perché l’unica cosa che divide Spagna e Marocco sono 14 km d’acqua mediterranea.
Testo di Philip Supertramp, redattore per F&L e autore della pagina Facebook Il Signore della Liga.
Immagine di copertina tratta da La Repubblica (foto Reuters).