La playlist degli Ottavi: da Bono alla Dança do Pombo
Dicembre 7, 2022La playlist dei Mondiali relativa alla terza settimana. Personaggi, fatti, cultura e politica, ai quali associamo buona musica in tema.
Per la playlist della prima settimana, clicca qui.
La playlist della seconda settimana, la trovi qui.
Dança do Pombo (MC Faisca e Os Perseguidores)
Tite ha tenuto a precisare più volte che la sua partecipazione all’esultanza di Richarlison, in occasione del terzo gol contro la Corea del Sud, fosse solo un momento di gioia collettiva. Nessuna mancanza di rispetto nei confronti del portoghese Paulo Bento, allenatore della Corea, visto anche in Brasile al Cruzeiro e ben conosciuto da Tite.
La storia di questa “danza del piccione” ha però un risvolto sociale interessante. Come spesso accade con Richarlison, e se non vi sta simpatico dovreste cominciare a cambiare idea, l’attaccante del Tottenham non fa nulla per caso. Il dj che ha creato il brano, ha avuto l’ispirazione dopo che, uscendo di casa per andare a lavoro, un piccione l’ha beccato in pieno in testa con i suoi escrementi. La dança do pombo ha avuto un discreto successo, ma non abbastanza per permettere all’artista di arrivare alla fine del mese. Tiago Oliveira, questo il vero nome del dj, per sbarcare il lunario fa consegne in motorino per le strade di Rio.
Richarlison, nel frattempo, non ha dimenticato i bei tempi quando, quattro anni fa, era solito ballare la danza del piccione per regalarsi un momento di allegria. E sappiamo bene quanto ballare sia nel cuore dei brasiliani. Tanto da coinvolgere persino il suo idolo, Ronaldo Fenomeno, in questo simpatico video.
Africa Bamba (Santana)
In nessun mondiale, neppure nel 2010, le nazionali africane avevano totalizzato così tanti punti nella fase ai gironi. Il Marocco, inoltre, battendo la Spagna è diventato la quarta nazionale africana, la prima a nord del Sahara, ad arrivare ai quarti di finale dei Mondiali. Ottima compagnia, quella del Camerun (1990), del Senegal (2002) e del Ghana (2010). Inoltre, per la prima volta dal 2014 due nazionali africane hanno passato i gironi. Agli ottavi, il Senegal (6 punti nel gruppo A, alle spalle dell’Olanda), è però uscito contro l’Inghilterra.
Il Marocco dovrà vedersela ora col Portogallo, per puntare ad una storica semifinale. Non sarà facile, ma è complicato far gol a Saiss, Bono e compagni. Persino ai rigori, chiedere alla Spagna. Col portiere del Siviglia, nato in Canada, che sorrideva parando i penalty di Busquets e Soler, mentre Sarabia coglieva il palo.
Con i 4 punti del Camerun e della Tunisia, i 3 del Ghana (brucia ancora la sconfitta con l’Uruguay, che però non ha qualificato nessuna delle due), e i 7 del Marocco portano il totale dei gironi al record di 24.
Depende (Jarabe de Palo)
La Spagna di Luis Enrique aveva cominciato col botto, seppellendo la Costa Rica sotto una gragnuola di reti. I primi scricchiolii della formula tattica col falso nueve si erano avvertiti già contro la Germania. Solo Morata, da quella gara in poi, ha trovato la via della rete, ma la Spagna non ha più vinto.
L’epilogo dal dischetto contro il Marocco è un film già visto. Difatti, è la terza volta di fila che le Furie Rosse escono ai rigori in una grande competizione, dopo Russia 2018, agli ottavi contro i padroni di casa, e dopo la semifinale persa agli Europei contro l’Italia.
Per Luis Enrique è tempo di bilanci. Resterà? Depende.
Ti Si Meni Sve (Oliver Dragojević)
Ci viene in soccorso il compianto artista croato, per rendere omaggio all’ultimo ballo di una generazione di centrocampisti mai vista in Europa.
Uscito Modric, la Croazia si è affidata ai cambi per portare un Giappone in gran forma fino ai tiri dal dischetto, dove i nipponici si sono letteralmente inchinati a Livaković.
Ora si prospetta un’onorevole uscita di scena contro il lanciatissimo Brasile. Oppure l’ennesimo miracolo di una squadra incompleta, ma dura a morire.
Occhi da Orientale (Daniele Silvestri)
A D M I R A C I Ó N T O T A L
Hajime Moriyasu, técnico de la Selección de Japón fue con cada uno de sus jugadores para consolarlos después de haber sido eliminados por Croacia.
Además, se acercó a la tribuna japonesa para pedir perdón.¡GRANDE, HAJIME MORIYASU! pic.twitter.com/4xoaRxucTS
— DIARIO RÉCORD (@record_mexico) December 5, 2022
L’inchino del CT nipponico in omaggio ai meravigliosi tifosi giapponesi, è il saluto perfetto al grandissimo mondiale giocato da Ritsu Doan e compagni. Dall’altra parte, la Corea del Sud si arrende presto al Brasile. Ma già essere agli ottavi, per Son e compagni, grazie alla vittoria in extremis contro il Portogallo, era stato un risultato di tutto rispetto, vista la contemporanea presenza nel girone di Ghana e Uruguay.
La Canzone dell’amore perduto (Fabrizio De Andrè)
L’amore perduto è quello della nazionale lusitana nei suoi confronti. Fernando Santos, contro la Svizzera, ha deciso di lasciare in panchina CR7 e lanciare Gonçalo Ramos. Il giovane attaccante del Benfica l’ha ripagato con una tripletta, e il Portogallo ha distrutto gli elvetici costringendo il forte portiere Sommer, in serata no, a raccogliere ben sei palloni dal sacco.
Cristiano Ronaldo non è ancora finito, così come il suo Portogallo. Ma è tempo di lasciare spazio a chi è pi in forma. L’ha capito persino Santos.
Last Tango in Paris (Gotan Project)
L’ultimo tango di Messi sarà probabilmente a Parigi. Ma sempre a libro paga del Qatar. A Doha, invece, l’Argentina vuole restare fino al 18 dicembre. Ancora in gol la Pulga, con la sua classica giocata, contro l’Australia, e l’albiceleste ora attende l’Olanda. Come nel 2014, sulla strada verso la finale ci sono van Gaal e si suoi uomini. Non sarà facile, ma Messi sembra un uomo in missione e il sostegno degli argentini è pari solo a quello per il Marocco, in Qatar. In molti sognano una finale contro il Portogallo di Cristiano Ronaldo. Per quanto l’attaccante di Madeira sembri aver perso il posto da titolare, sarebbe questo l’epilogo perfetto per la rivalità calcistica più importante degli ultimi quindici anni.
Little by Little (Oasis)
Zitta zitta, quatta quatta, l’Inghilterra continua a cantare a bassa voce che “la coppa tornerà a casa”.
Il Senegal non ha visto il pallone, e il piccolo dramma del furto a casa Sterling, che ha costretto Southgate a fare a meno dell’attaccante del Chelsea, ha finalmente consentito a Phil Foden di prendersi la scena.
Il pupillo di Pep non si è lasciato pregare. E ora, piano piano, anche Southgate si è accorto che è impossibile lasciarlo fuori.
Immagine di copertina tratta da El Comercio Perù.