Sinisa Mihajlovic: ineluttabile

Sinisa Mihajlovic: ineluttabile

Dicembre 17, 2022 0 Di Luca Sisto

Fra i tanti omaggi in ricordo di Sinisa Mihajlovic e della sua straordinaria forza, uno in particolare ha risvegliato la mia memoria di tifoso. Era la 21° giornata di Serie A, stagione 1996-97. La Sampdoria di Sven Goran Eriksson era di scena al San Paolo contro il Napoli ancora in corsa per la Coppa Italia, ma distratto in campionato, sotto la guida sempre più in bilico di Gigi Simoni. I blucerchiati lottavano invece per la zona UEFA, entrambe le compagine lontane dai fasti di fine anni ’80 e inizio anni ’90, ma all’andata proprio a Marassi il Napoli aveva ottenuto l’unica vittoria in trasferta della stagione.

Nel riscaldamento, Sinisa Mihajlovic allenava il suo potente e preciso mancino sotto la Curva A. Una, due, tre bordate ad effetto ad infilarsi all’incrocio dei pali. Nel frattempo, la curva napoletana lo ricopriva di fischi, fischi di paura, ovviamente. Perché quando Sinisa aveva l’opportunità, qualunque calcio piazzato diventava una specie di sentenza. Tornando negli spogliatoi, per prepararsi all’ingresso in campo, Sinisa fa segno alla curva con la mano “ci vediamo dopo”. Come a dire, state tranquilli che la metto proprio lì.

Nel primo tempo i doriani colgono tre legni, uno dei quali dello stesso Mihajlovic su punizione, con la traversa che trema per qualche secondo. Nella ripresa, però, un bel tiro del subentrato Boghossian, su azione da calcio piazzato di Milanese e sponda di testa di Ayala, porta in vantaggio gli Azzurri. La Sampdoria a questo punto viene fuori di prepotenza, ma fino a tre minuti dal ’90 non mette particolarmente paura a Taglialatela. Dicevamo, fino a che, su un calcio di punizione dai trenta metri, non si presenta ancora Sinisa Mihajlovic, con la mira stavolta più precisa.

La potente parabola del nativo di Vukovar, con effetto ad uscire verso l’incrocio dei pali, è imparabile. Pur sapendo dove l’avrebbe messa, Pino Batman non accenna neppure la parata, ed è 1-1. Ineluttabile.

Le punizioni di Sinisa Mihajlovic: un caso studio

Si racconta che, dopo gli inizi da mezzala e da tornante alla Vojvodina, Mihajlovic fu acquistato dalla Stella Rossa per puntare all’Europa. E, in semifinale, furono proprio le giocate di Sinisa (in particolare un calcio di punizione ad aprire le marcature nella gara di ritorno) – roba che al campo di allenamento della Crvena Zvezda si recavano gli scienziati dell’università di Belgrado per studiarne le traiettorie – a contribuire alla qualificazione degli jugoslavi alla finale di Coppa Campioni 1991 a Bari, contro il Marsiglia.

In un’edizione a cui prendevano parte ben due squadre italiane, Napoli e Milan, eliminate rispettivamente da Spartak Mosca e Marsiglia, a trionfare fu proprio la Stella Rossa, nella famosa lotteria dei rigori contro i francesi, in cui militava l’ex Piksi Stojkovic, pochi minuti in campo per via dell’annoso infortunio al ginocchio e nessuna voglia di calciare un rigore. “Se segno, non posso più tornare a Belgrado – se lo sbaglio mi odieranno anche a Marsiglia – disse”.

Negli ultimi tre anni, Mihajlovic, che non aveva mai fatto della simpatia a tutti i costi il suo marchio di fabbrica – e anzi aveva spesso attirato su di sé le antipatie dei buonisti, e di chi non riusciva a contestualizzare le sue parole e i suoi comportamenti nell’ambito di un uomo che aveva visto la guerra in faccia – era diventato, suo malgrado, un’icona della battaglia dell’uomo contro un male evidentemente molto complesso da curare.

Il Coraggio di essere Sinisa: la risposta di Mihajlovic a Sky

Non ha rinunciato alla panchina del Bologna fino all’esonero di pochi mesi fa. Un qualcosa dettato evidentemente dalla sua non volontà di manifestare gli effetti ormai ingestibili della malattia, dedicando alla famiglia gli ultimi momenti. Un plauso alla dirigenza felsinea, che l’ha sempre sostenuto e, a differenza di tanti avvoltoi che hanno fatto vergognare la categoria dei giornalisti, non ha permesso che venisse reso pubblico il reale stato di salute di Sinisa.

Un lutto, del resto, è sempre qualcosa di strettamente privato, anche quando riguarda un personaggio pubblico. Piangiamo lo sportivo, l’uomo. E lasciamo ai suoi cari il rispetto che meritano e che, contro la disonestà intellettuale dei tempi moderni – senza mai nascondere i suoi difetti e le sue idee, più o meno discutibili ma sempre chiare e sincere – merita Sinisa Mihajlovic.

Ci mancherà. Ma resta, ineluttabile come un destino avverso, nella mente degli appassionati, la traiettoria ineffabile dei suoi calci piazzati.

 

Immagine di copertina da un disegno di Valerio Vitale.