Gol di Frappampina

Gol di Frappampina

Gennaio 19, 2023 0 Di Luca Sisto

Il terzino fluidificante. Espressione magica quanto antiquata, esposti come siamo ai ritmi incessanti del calcio moderno, in cui il terzino è diventato “esterno” e i difensori sono solo i due (o tre) centrali. Al limite, di destra o sinistra.

A proposito di musica e allitterazioni, Frappampina è tutt’oggi ricordato come una figurina un po’ stramba, in Serie A con l’ultimo Napoli di Krol. Maglia con scollo a V, sponsor Latte Berna, capelli che si allungano scompigliati lateralmente dalla fronte.

Frappampina non era un goleador. Aveva cominciato da mezzala nella sua Bari, ma venne poi dirottato definitivamente a macinare kilometri su e giù per la fascia, all’inseguimento dell’ala avversaria.

Quando si avventurava a sua volta nella metà campo offensiva, la porta non la vedeva granché.

Ma un bel giorno, penultima giornata del campionato 1983-84, raccolse un lungo traversone di Dirceu dalla trequarti e si trovò a tu per tu col portiere dell’Udinese, Fabio Brini.

Moreno Ferrario aveva appena spedito alle ortiche un rigore, e il Napoli era alla disperata ricerca dei due punti salvezza, per evitare patemi all’ultima giornata. I bianconeri non erano una squadra qualunque. Zico, De Agostini, Virdis (che avrebbe fatto molto male al San Paolo qualche anno più tardi), Causio e Massimo Mauro, uno che di 10 se ne intende.

“Ricordatevi che vi ho salvato” , avrebbe affermato tempo dopo il buon Frappampina.

Quel 6 maggio 1984, del resto, non esitò, inserendosi in area con tempismo perfetto per il colpo di testa dell’1-0, che mise in discesa la gara dopo il primo quarto d’ora.

Nella seconda frazione, Moreno Ferrario ebbe una nuova occasione dal dischetto, stavolta spedendo la palla in rete, prima del definitivo 2-1 dell’Udinese.

Napoli salvo, ma Frappampina non venne riconfermato. Finì in B al Taranto, dove la stagione successiva i pugliesi arrivarono ultimi. Ma non fu questa la notizia peggiore.

Frappampina fu coinvolto nelle indagini dell’inchiesta sul “Caso Padova”, una partita comprata e vinta dai biancoscudati contro i tarantini.

Cinque anni lontano dai campi, la sentenza che affossò la carriera dell’ex terzino del Napoli e decretò la retrocessione dei patavini.

Il gol di Frappampina: una cesura storica

Il bivio della storia del calcio napoletano e mondiale: un gol estemporaneo di un terzino poco avvezzo alla materia.

Senza Frappampina il Napoli sarebbe potuto finire in B. Niente Maradona. Addio sogni Scudetto, altroché.

Ruud Krol: il Profeta e la classe operaia azzurra nella stagione 1980-81

Angelo Frappampina ricorda con affetto quella sua esperienza in A. Non solo per il dopo, ma soprattutto per il prima. Si era guadagnato la chiamata di Juliano e Ferlaino a suon di prestazioni, prima al Bari e poi nell’unica stagione bolognese, nonostante la retrocessione in C1. Mister Santin, e successivamente il subentrato Marchesi, non ci pensarono due volte a puntare su di lui.

Il gol di Frappampina rappresenta una cesura storica. Tra il Napoli del “vorrei ma non posso” e quello dell’era maradoniana. Fra i campioni sul romantico viale del tramonto, i Krol, i Dirceu. E un progetto nuovo, che avrebbe portato gli azzurri a competere per traguardi attesi da decenni, e che avrebbero atteso ulteriori decenni per essere quantomeno sfiorati.

Dovremmo essere grati ad Angelo Frappampina. Come calciatore e come uomo. Al di là del fastidioso epilogo.

Sono atleti come lui a ricordarci da dove vengono i nostri padri. Da dove veniamo noi. Un calcio italiano che, vale la pena sottolinearlo, era campione del mondo in carica.

Con la Juve Mundial che, al netto di Zoff, rimpiazzato da Tacconi, avrebbe vinto quel campionato e la Coppa Campioni l’anno successivo, mentre la Roma perse l’infausta finale del 1984 all’Olimpico contro il Liverpool.

Un calcio che, in ultima istanza, parla di noi.

 

Immagine di copertina tratta da Wikpedia, di dominio pubblico. Nella foto di squadra del Napoli 1983-84, Frappampina è accosciato, il primo in in basso da sinistra.