Beppe Savoldi, Domenico Citeroni e quel gol che resterà nella storia

Beppe Savoldi, Domenico Citeroni e quel gol che resterà nella storia

Gennaio 22, 2023 0 Di Simone Rinaldi

“Il capocannoniere di un campionato è sempre il miglior poeta dell’anno. In questo momento lo è Savoldi”

Nero su Bianco dell’ illustre tifoso del Bologna Pier Paolo Pasolini all’alba degli anni ’70.

Poco prima di finire com’è finito in quella maledetta serata sul litorale romano, Pa’ e gli altri tifosi rossoblù si godono la loro squadra. Che non è più quella del decennio precedente che lottava per lo scudetto, ma tra alti e bassi è stabilmente ai piani nobili del calcio italiano.

Stella di quella squadra, oltre ai veterani Bulgarelli (ormai trentacinquenne reinventato nel ruolo di Libero) e Perani, è un centravanti bergamasco arrivato come giovane promessa e poi cresciuto di pari passo con i ricciolini e i baffi che nel frattempo gli sono spuntati con un fratello anch’esso calciatore (Gianluigi), meno noto ma che in carriera collezionerà più trofei.

Alti e bassi dicevamo. Ed in quella stagione 74/75 il Bologna gioca con la coccarda tricolore sul petto, grazie all’entusiasmo del presidente Luciano Conti, quello del materiale elettrico e di Autosprint. L’acquisto di Bellugi, l’affermarsi di Ghetti e Paris. Le conferme di Cresci, Roversi e Landini, le geometrie di Massimelli e l’esplosione di un ragazzino di nome Eraldo Pecci, fanno sì che la squadra sia insolitamente forte. E con rifornimenti del genere il terminale offensivo Savoldi segna caterve di goal.

Il clamoroso gol fantasma di Beppe Savoldi ad Ascoli

Gennaio. Il Bologna è appena sotto le grandi e deve affrontare la trasferta di Ascoli dove il ruspante presidente Costantino Rozzi sta iniziando a costruire un miracolo di provincia destinato a durare un ventennio.

Ma Domenico Citeroni chi era? Forse un giocatore in forza al Picchio? Un portiere insuperabile? Un bomber implacabile? Un trequartista dai piedi d’oro o un arcigno difensore? Magari la bandiera nata e cresciuta con i colori bianconeri addosso?

No, niente di tutto questo.

Figlio di un emigrante di ritorno che in Canada e Alaska aveva lavorato nelle miniere di amianto ed ora viveva dignitosamente coltivando il suo pezzo di terra, tifosissimo dell’Ascoli, Domenico Citeroni in quel dodici gennaio del 1975 fa il raccattapalle allo stadio Del Duca. E magari Savoldi lo stima anche, ma vuoi mettere coi suoi Perico, Zandoli e Silva?

Sarà anche così, ma dopo un tempo i marchigiani sono sotto di due reti, prima “Canarêla” Landini e poi Beppe Goal al quale gli ultras (nati proprio in quella stagione dalla fusione dei gruppi già esistenti) nell’epoca d’oro degli spaghetti western dedicano il coro “Dio Perdona Beppe No!”

Domenico, dietro la porta sotto la curva Nord è una corda di violino, non sopporta di vedere i suoi annichiliti in quel modo.

Ripresa. L’Ascoli cambia il portiere, accorcia le distanze ma la musica non cambia. Prima di chiudere i conti nel finale, Savoldi si presenta di nuovo davanti alla porta ascolana. Tira, supera l’estremo difensore ed è…goal? No, o per lo meno lo sarebbe se lo scaltro Domenico non avesse infilato il piede nelle maglie della porta colpendo il pallone che ritorna in campo ingannando l’arbitro Barbaresco, il quale allarga le braccia invitando i giocatori a riprendere il gioco, credendo evidentemente che la palla abbia preso il palo.

Il "salvataggio" di Domenico Citeroni su Beppe Savoldi

Il “salvataggio” di Domenico Citeroni su Beppe Savoldi (fermo immagine da YouTube)

La moviola non era il var e quello che è stato è stato. Il primo a sdrammatizzare è proprio Beppe che alla Domenica Sportiva. Se la ride sotto i baffoni e poco importa se con quel goal non concesso sarebbe primo in solitaria nella classifica dei cannonieri. Anzi a fine stagione le reti saranno quindici, dietro al solo Puliciclone a 18. Che magari a Citeroni deve qualcosa ma che con tutta probabilità si è scordato di lui.

Che accade dopo? Accadde che a Marzo di quell’anno vide la luce il sottoscritto e che gli dei del calcio (ne sono più che sicuro) turbati da quell’evento agirono su Conti perché si disamorasse del Bologna e cedesse tutti un tanto al chilo, a cominciare proprio da Savoldi col suo celeberrimo trasferimento al Napoli che fece infuriare i netturbini partenopei e forse un po’ anche Luis Vinicio privato del suo adorato Clerici. Poi Pecci e Caporale che andranno a vincere lo scudetto al Torino e Ghetti e Landini proprio all’Ascoli, decretando di fatto il definitivo declino del club.

Poi dici che uno diventa ateo, anche se si tratta di déi pagani.

A proposito, sono già 76. Auguri Beppe Goal!!

 

Immagine di copertina tratta da Wikipedia, di dominio pubblico.