Roberto Dinamite, un Dio in pantaloncini e scarpe da calcio

Roberto Dinamite, un Dio in pantaloncini e scarpe da calcio

Gennaio 31, 2023 0 Di Luca Sisto

Carlos Roberto de Oliveira ha solo 17 anni quando segna il suo primo gol per il Vasco al Maracanã, in un 2-0 contro l’Internacional. Era il 25 novembre del 1971, e il giorno successivo il Jornal dos Sports avrebbe ispirato il soprannome con cui sarà sempre ricordato: “Garoto-dinamite explodiu”, e il ragazzo divenne per tutti Roberto Dinamite.

Dinamite ha legato quasi tutta la sua carriera al Vasco. Se si esclude una breve parentesi, cominciata in pompa magna ma durata neppure tre mesi, al Barcellona. Un finale di carriera al Campo Grande, prima di ritirarsi col Vasco. E un’interessante stagione, nel 1989, alla Portuguesa.

Vasco e Portuguesa sono per Dinamite la squadra del cuore e quella del destino. Nella nazionale brasiliana, il bomber carioca ebbe scarsa fortuna nel 1982: quando tutti, dall’esterno, lo vedevano come il terminale offensivo principale di una squadra molto più tecnica di quella del ’78 (con la quale pure realizzò tre gol in Argentina), Santana decise di convocarlo, ma senza mai inserirlo in campo. Giocò Serginho, centravanti boa, affinché fossero i grandi “dieci” della squadra a fare la differenza. Col senno di poi, è facile criticare una scelta comunque con una sua logica. Del resto, Dinamite, non era mai stato un elemento fondamentale nella sua idea di gioco. E non era neppure così “simpatico” ai senatori del gruppo, si disse. Nell’86, col declino dei fuoriclasse del centrocampo brasiliano, Santana avrebbe optato per Careca, col 32enne Dinamite ormai lontano dalla forma migliore.

Roberto Dinamite: “Deus de calção e chuteira”

Dicevamo della Portuguesa. Siamo nel 1977, nell’intervallo di un Vasco-Portuguesa in cui, a pochi minuti dal fischio d’inizio, Dinamite aveva già messo a segno un gol.

Il fotografo Ronaldo Theobald si posiziona all’uscita del tunnel che dà sul campo, protetto da reti dalle quali spuntano le mani protese del pubblico assiepato a ridosso dei propri idoli.

Roberto Dinamite esce dagli spogliatoi per cominciare il secondo tempo. Il pubblico impazzisce, lo accoglie come un Dio. Allungano le mani per toccarlo, come per accogliere dentro se stessi un po’ della magia del bomber vascaino.

“Dopo averla scattata, mi accorsi subito che sarebbe stata la foto più bella della mia vita”, disse Theobald. La foto vinse quell’anno il prestigioso premio Esso, e ispirò la futura statua di Dinamite. Un Dio in pantaloncini e scarpe da calcio, il titolo tradotto della foto.

Degli oltre 700 gol segnati con la maglia del Vasco, cinque furono realizzati contro il Corinthians nella partita che segnò il suo ritorno a casa da Barcellona.

Dinamite col Vasco ha giocato oltre mille partite. Quando, nel 1989, è passato per una stagione alla Portuguesa, ha raccontato di aver provato un’esperienza “al limite” affrontando la sua squadra del cuore.

“Mi sono trovato davanti la porta, pronto a fare gol. Eppure le gambe si sono bloccate, ho mancato la palla. Era un gol facile, ma non ci sono riuscito”…

Dinamite se n’è andato nella sua Rio, l’8 gennaio 2023, a causa di un tumore al colon col quale ha dovuto fare i conti per anni.

Ma foto come quella di Theobald e le immagini di lui che spacca le porte avversarie, lo renderanno un personaggio immortale, che farà sempre parte della mitologia del futebol brasiliano.

 

Immagine di copertina tratta da Globo – foto di Ronaldo Theobald (Jornal do Brasil), “Deus de calção e chuteira”, 1977.