Zico contro Maradona: l’ultima del Galinho al Friuli e la mano del Diez

Zico contro Maradona: l’ultima del Galinho al Friuli e la mano del Diez

Gennaio 31, 2023 0 Di Luca Sisto

Il 12 maggio 1985, mentre l’Hellas a Bergamo conquistava uno Scudetto irripetibile e Platini si avviava al titolo di capocannoniere, in una Juventus distratta dall’attesa della finale di Coppa Campioni contro il Liverpool all’Heysel, Zico giocava contro Maradona, al Friuli, quella che sarebbe stata l’ultima partita con la maglia dell’Udinese.

Una gara in cui nessuna delle due squadre aveva più tanto da chiedere al campionato. Se non che Maradona voleva dimostrare di valere quanto e più degli altri numeri dieci di una Serie A che accoglieva fuoriclasse da ogni dove. Un ideale passaggio di testimone, che si sarebbe definitivamente concretizzato al tramonto dell’era Platini alla Juventus, ma per cui i tempi non erano ancora maturi. 

Quel finale di stagione rappresentava il capolinea dell’esperienza di Zico all’Udinese, ma non era ancora ufficiale. Il contratto era in scadenza, certo, e le voci dei guai giudiziari che di lì a poco avrebbero coinvolto O Galinho si facevano sempre più insistenti.

L’Udinese allenata da Vinicio, O Lione, colui che aveva fatto la storia del Napoli e sfiorato da mister all’avanguardia lo Scudetto del 1974-75, era già salva anche grazie al tracollo dell’Ascoli nel girone di ritorno. Ma non era più la stessa squadra che nella stagione precedente aveva quantomeno insidiato la zona UEFA. Zico lo sapeva bene e l’idea, al di là delle dichiarazioni ai microfoni nell’infuocato dopopartita, era già quella di tornare a Rio, al suo Flamengo, svestendo i panni bianconeri e indossando nuovamente la gloriosa casacca rubronegra.

Zico contro Maradona nell’ultima al Friuli

Il 10 brasiliano e quello argentino non si incontravano in gare ufficiali da Spagna 1982. Un’edizione dei Mondiali che per entrambi si sarebbe conclusa anzitempo, a causa soprattutto dell’Italia futura campione. In quell’occasione vinse il Brasile 3-1 e Diego venne espulso. Se Zico non ebbe fortuna nel 1978 e, nel 1986, fallì un rigore probabilmente decisivo contro la Francia di Platini ai quarti, Diego si sarebbe ampiamente rifatto, forgiando il suo mito a Messico 1986.

All’andata, il giorno dell’Epifania, Zico era assente. Diego realizzò una doppietta dal dischetto (coadiuvato dallo stesso score del connazionale Bertoni), in un pirotecnico 4-3 nell’acquitrinio del San Paolo. Partita che servì a tirare fuori il Napoli dalle sabbie mobili della zona retrocessione, rilanciando il club nella seconda parte del campionato verso una tranquilla salvezza a metà classifica.

Nella gara di ritorno, d’altro canto, il duello fra i due era attesissimo da un Friuli tutto esaurito.

Dopo 4 minuti, Diego, che aveva preso possesso del centrocampo con giocate d’autore, realizzò un piazzato magistrale dai venti metri. Una prodezza balistica alla quale, certo, Zico era piuttosto abituato da autentico maestro qual era. Non passarono altri 4 minuti dall’esultanza dei partenopei, che l’Udinese pervenne al pareggio con Dino Galparoli, al termine di un batti e ribatti sul quale la difesa napoletana non apparve molto decisa.

Zico e Maradona si scambiavano sguardi, contrasti e giocate. Ma fu Castellini a negare al Galinho il gol dell’addio, con una gran parata su rara sortita aerea del brasiliano. Nella ripresa, De Agostini, espulso per proteste nella gara d’andata, si prese la sua personale rivincita. Una bordata di collo esterno mancino, su punizione calciata di seconda dai 25 metri, superò Castellini. Stavolta, il Giaguaro era apparso in ritardo.

La collezione di pali e traverse dell’Udinese tenne in partita il Napoli fino alla fine. Fra i legni, una clamorosa punizione proprio di Zico. Porta stregata per lui quel giorno di maggio.

Sembrava finita, quando Diego, a due minuti dal 90′, mise a segno il pareggio che fece infuriare l’intero stadio, e Zico in testa, con un colpo di mano ad anticipare il portiere Brini, appena salvato dalla traversa un istante prima.

La squalifica e il perdono del campione

Negli spogliatoi, Zico era un fiume in piena. “Ho detto a Diego di ammettere il fallo di mano, se fosse stato un uomo onesto”. La leggenda narra della risposta di Diego: “Sono Diego Maradona, disonesto”.

Il direttore di gara Giancarlo Pirandola di Lecce non vide nulla, e Zico non risparmiò certo critiche all’arbitro: “uno lavora duramente tutta la settimana, poi la domenica arriva qualcuno e ti toglie due punti così, non è possibile”.

Zico, di lì a due giorni, sarebbe stato squalificato per sei partite a causa di quelle dichiarazioni, che di fatto misero fine alla romantica parabola del calciatore per il quale i tifosi dell’Udinese sarebbero stati disposti alla secessione…per unirsi all’Austria!

O Galinho lasciò Udine definitivamente, dopo che il tribunale cittadino, il 23 maggio, lo condannò a otto mesi di reclusione e a una multa di 1 miliardi e 630 milioni per evasione fiscale. Tempo dopo, il provvedimento fu stralciato, ma quell’epilogo mette ancora oggi tristezza a Zico. Tranne che per i fatti di campo: “ho perdonato Maradona per quel gol di mano”, avrebbe ammesso tempo dopo il fuoriclasse brasiliano. Certo, un vizietto che a Maradona ai Mondiali avrebbe portato parecchia fortuna.

 

Immagine di copertina: account Twitter Olympia.