Intervista a Fabrizio Danese: un italiano a Ceuta

Intervista a Fabrizio Danese: un italiano a Ceuta

Febbraio 4, 2023 0 Di Philip Supertramp

Nella terra in cui l’allenatore campione di Spagna in carica (e della Champions ndr) è italiano, i nostri calciatori raramente hanno avuto grande fortuna, seppur con notevoli eccezioni come Vieri, Pepito Rossi, Carboni, Panucci e Maresca.

Al momento attuale, nelle serie professionistiche e semipro del calcio spagnolo, ci sono veramente pochi calciatori italiani.
Noi di F&L siamo andati fin nel continente africano, esattamente a Ceuta, per trovare uno dei principali atleti italiani che milita in un campionato professionistico spagnolo.

Fabrizio Danese è un difensore nato a Roma, e che quasi quattro anni fa ha lasciato l’Italia per andare a La Linea (ultima città spagnola prima di Gibilterra). Dopo aver vinto per due anni di fila il campionato di Segunda Federación RFEF con la Linense e con l’Eldense (Alicante) a gennaio è arrivato a Ceuta per cercare di aiutare la sua nuova squadra a raggiungere una salvezza miracolosa, con il club ultimo in classifica.

Al momento ha offerto il contributo che ci si attendeva, visto che all’esordio ha segnato il 2-2 all’ultimo minuto contro il Castilla di Raul. Successivamente il suo Ceuta ha vinto contro la Cultural Leonesa e pareggiato con il Racing Ferrol.
Ma soprattutto, nelle scorse settimane, si è trovato contro, in Copa del Rey, persino Lewandowski e il Barcelona.

Di questa sfida, della sua carriera e di tanto altro, abbiamo parlato direttamente con Fabrizio, un ragazzo stupendo che ringraziamo per la disponibilità.

Il 28 luglio 2019, una data fondamentale: lasci l’Italia per volare in Spagna, ad aspettarti c’è il Linense. Com’è andata la trattativa? Avevi già in mente un’esperienza all’estero?

La trattativa è stata medio lunga. I primi contatti sono avvenuti a inizio luglio ma non avevo dato tanto peso, inizialmente. Dopodiché il presidente è venuto personalmente a Roma e ci siamo incontrati e ha contrattato con quella che era al tempo (e tutt’ora) il mio agente, ovvero mia madre. Non avevo in mente un esperienza all’estero ma la proposta ed il progetto erano importanti ed ho deciso insieme alla mia ragazza e alla mia famiglia di accettare.

Dopo due stagioni in Andalusia raggiungi la promozione e siete la miglior difesa della 1RFEF. Una bella soddisfazione…

Tutti e due i primi anni sono stati eccezionali. Ho vissuto un’esperienza molto positiva a La Linea, con delle persone fantastiche e giocatori incredibili. Non riesci ad ottenere certi risultati se non sei ben accompagnato da chi hai vicino, e grazie a questo abbiamo raggiunto la promozione e siamo stati la miglior difesa.

La stagione seguente vai all’Eldense (Alicante) e raggiungi la promozione per il secondo anno di fila con due squadre diverse. A quale delle due esperienze sono legati i migliori ricordi? Puoi raccontarci un aneddoto che, a tuo parere esemplifica la differenza tra la tua carriera in Italia e quella in Spagna?

Sì esatto. L’anno successivo decido di sposare il progetto dell’Eldense. A quel tempo mi chiamarono Pedro Riesco e René Ramos (fratello di Sergio) e sono bastati pochi minuti per convincermi. Aggiungerei che sono stati piuttosto bravi perché non è facile convincere un giocatore a scendere di categoria. Tra i migliori ricordi alla Linea ci sono il gol contro il Siviglia e la vittoria del campionato. Mentre per quanto riguarda l’Eldense sicuramente la finale Playoff, 139 minuti di gioco dove contava solo la vittoria. Ricordo il fischio finale, l’invasione delle 6 mila persone presenti e  la folle sensazione di non trovare più i miei compagni. La gente che cercava di spogliarmi per prendere un “souvenir”, poi la festa finale, liberatoria. Fantastico!

Al momento sei uno dei pochi italiani che gioca in Spagna (nei primi tre campionati): perché pensi che in un Paese così vicino e simile al nostro ne giochino così pochi?

E’ difficile venire a giocare qui: i mercati sono sempre più chiusi e molte volte si preferisce pescare all’interno del Paese. Qui le infrastrutture sono migliori, il livello del calcio tecnicamente è superiore e tutti i giorni ho persone che mi chiedono se posso far qualcosa per far sì che vengano a giocare in Spagna.

A gennaio sei arrivato al Ceuta e all’esordio hai segnato contro il Castilla. Sei un difensore con il vizio del gol. Quali caratteristiche ti hanno permesso di adattarti meglio al calcio spagnolo?

Ho meno gol di quelli che dovrei avere secondo me [sorride], però sì, l’esordio è stato incredibile. Pareggiare all’ultimo minuto contro il Real Madrid di Raul nel tuo stadio, con 5500 persone che fanno tremare tutto l’impianto al tuo gol è inspiegabile. Soprattutto perché venivo da mesi duri dove mi ero infortunato ed ero stato fuori per quasi 3 mesi.
Tra Le caratteristiche che mi hanno permesso di giocare in Spagna c’è sicuramente quella di giocare dal basso sempre senza cercare di buttare mai via la palla.

La partita in Coppa del Re contro il Barcellona: come si prepara una sfida del genere, da sfavoriti? Cosa vi ha detto il mister?

Ogni bambino sogna di vivere una notte così. Giocare contro il Barça negli ottavi di finale di Coppa del Re, beh, poche persone possono dire di averlo fatto e di questo sono felice, è una cosa che porterò sempre dentro.
Per quanto riguarda la sfida l’abbiamo preparata come tutte le altre, ma ovviamente questa ha un sapore diverso: fa un certo effetto sapere che nei corner devi marcare Lewandowski.

Hai in mente di tornare in Italia? O ti piacerebbe un altra esperienza all’estero?

Ovviamente il mio futuro lo vedo in Italia perché ho la ragazza e la famiglia lì. Ho avuto proposte in questi anni da Polonia, Estonia, Israele, Cipro, India etc etc…
Però ora sto bene qui. Sicuramente mi impongo una data limite, oltre la quale deciderò di non muovermi più e iniziare a costruire una famiglia. Ad oggi tornerò in Italia solo in caso di una buona proposta e di un buon progetto.

 

La redazione ringrazia nuovamente Fabrizio Danese per la disponibilità, e gli augura il meglio per una carriera ancora giovane e promettente.

Testo di Philip Supertramp, redattore per F&L e autore della pagina Facebook Il Signore della Liga

Immagine di copertina tratta da Ceuta TV.