La playlist calcistica di Sanremo 2023

La playlist calcistica di Sanremo 2023

Febbraio 10, 2023 0 Di Luca Sisto

Da appassionati di Sanremo, non potevamo esimerci dall’associare i personaggi e le canzoni di Sanremo 2023 a calciatori e allenatori più o meno storici, tanto della Serie A quanto del calcio internazionale.

Colapesce e Dimartino: Gianluca Vialli e Roberto Mancini

Il peso delle aspettative. Da Wembley a Wembley. Da Sanremo a Sanremo. Ogni volta che si incontrano, mentre gli altri sorridono, loro dentro sono un fiume in piena di emozioni, ricordi. Più profondi della fossa delle Marianne, insieme hanno scolpito i loro nomi nella storia della musica d’autore.

I Pooh: il Napoli del 1990

Dios delle città. La prima volta che i Pooh, il cui nome viene dal famoso orsacchiotto, hanno cantato Uomini Soli, vincendo Sanremo, era l’edizione del 1990. L’hanno riproposta in chiusura della loro reunion a Sanremo 2023. A Napoli ormai si cambiano due mutande al giorno per problemi di sfregamento. Riccardo Fogli è il Massimo Mauro della situazione.

Ranieri, Morandi, Albano: Xavi, Iniesta, Busquets

Dominio assoluto. La tecnica di Ranieri, l’astuzia di Morandi che non sbaglia un pezzo. E Albano, ultimo baluardo dell’homo meridionalis, voce tonante, vino autoprodotto a tavola, ed ex moglie lasciata in America.

Amadeus: Pep Guardiola

Vince grazie ai top player e lo dimostra ad ogni occasione. La sua direzione artistica è foriera di bel gioco. Cincischia col tiqui taca ma verticalizza quando serve. La scossa gliela dà Giovanna. O, se volete, De Bruyne.

I Cugini di Campagna: l’Olanda del 1974

Si portavano 50 anni fa? Non ce ne frega nulla. Sempre attuali, anche in falsetto, parrucconi e pantaloni a zampa d’elefante.

Gianluca Grignani: Adriano Imperatore

Ascesa e declino di un talento irripetibile. Il rapporto col padre, il tema della morte e dell’alcolismo, ma sempre a testa alta. Potrebbe fare pipì per strada e lo amerebbero tutti comunque.

Rosa Chemical: Paul Gascoigne

Canta vizi e virtù dell’essere umano. Entrambi feticisti dei piedi, amano vestirsi da donna e scherzare sulla propria sessualità. Come direbbe Achille Lauro, un altro che gioca sulla potenza dello scandalo: “no non è un drink è Paul Gascoigne”.

Giorgia: Leo Messi

Parliamo di due fuoriclasse assoluti. Gli acuti di Giorgia sono quelli di Leo Messi. Se steccano una nota i fan saranno ancora più felici, perché dell’essere umano è la fragilità del dolore e della sconfitta. Ma è quando vincono che mettono a tacere gli hater una volta per tutte.

Sanremo 1995: la Serie A e l’anno delle leggende

Mahmood e Blanco: Salah e Darwin Nuñez

Il primo detta legge, da campione consumato. Il secondo fa e disfa, se si incazza scassa tutto e viene espulso in maniera ingiustificabile, fischiato come ogni pacco milionario che si rispetti. A casa potrà comunque consolarsi con uno stuolo di groupies alle quali dedicare la prossima canzone dopo aver finto un fugace innamoramento.

I Maneskin: il Manchester City di Mansour

Il vero Manchester City è come il rock ‘n roll: una cosa finita da decenni, ma rimasta nel cuore degli appassionati che continuano imperterriti ad ascoltare la stessa musica. Ora che i ragazzacci romani hanno fatto i soldi girando l’America, il fisco potrebbe andare a controllare eventuali conti alle Cayman. Persino gli Oasis odierebbero questo Manchester City come gli amanti del rock disprezzano i Maneskin.

Elodie: Zlatan Ibrahimovic

Il fatto che (dicono) sia stata avvistata sullo yacht dello svedese può solo accompagnare. Tutti e due vogliono dominare Milano con nervi, pancia piatta e addominali scolpiti. Non perdono occasione per ricordare a tutti che sono nati poveri. Marracash non la prenderà bene. Ma neanche Lukaku.

Madame: Joshua Kimmich

Grande tecnica, anche se non sempre parla la stessa lingua degli altri. Il beat a tutto campo forza gli avversari a reggere un ritmo impossibile. Entrambi hanno raccontato di essersi pentiti a non vaccinarsi contro il covid.

Gianmaria: Fernando Torres

La somiglianza col primo Niño ai tempi dell’Atletico è impressionante. In classifica generale, però, ricorda più quello del Milan.

Coma Cose: Lampard e Mourinho

L’uno fa vincere l’altro e viceversa. Abbracci romantici e ammiccamenti. Il portoghese ha amato Frankie Lampard più della moglie: l’addio non è un’opzione. Al Chelsea le memorie più belle insieme di una coppia che ha fatto scuola in Premier. A Sanremo l’unico luogo dove i Coma Cose hanno senso.

Ultimo: Simone Inzaghi

Campa un’intera carriera per la Coppa Italia. Quando perde è sempre colpa di qualcun altro. Del televoto, degli arbitri, della sala stampa.

Mengoni: Haaland

Voce potentissima, di destro e sinistro. Non sbaglia una canzone. Anche se a volte sembra un po’ furbo. Hanno convinto Guardiola che il centravanti non è solo lo spazio e che Sanremo è fatto da top player e non da ragazzini appena usciti dai talent.

Tananai: Roberto De Zerbi

Il gusto del bello e della bella vita. La costruzione dal basso, una rima ABBA. La vittoria occasionale e la lacrima facile in stile Adani. L’Ucraina è un ricordo lontano. Il presente sono le fighe in Erasmus a Brighton. O magari è il contrario.

 

Immagine di copertina tratta da Eurosport