Allenatori esonerati in Serie A: abbiamo un problema?

Allenatori esonerati in Serie A: abbiamo un problema?

Febbraio 18, 2023 0 Di Luca Sisto

Con l’allontanamento di Luca Gotti, gli allenatori esonerati in Serie A in questa stagione salgono ufficialmente a sette in 22 giornate. Che su 20 squadre pone un serio quesito: abbiamo un problema con la gestione della progettualità? Non sappiamo aspettare?

Tutte le ultime cinque della classe hanno cambiato allenatore. A queste, vanno aggiunte i cambi in panchina di Monza (doveroso mandar via Stroppa dopo un inizio scioccante) e Bologna. In quest’ultimo caso, forzato più dalle condizioni di salute del compianto Sinisa Mihajlovic che da mere velleità di classifica, per quanto la sua esperienza nel club emiliano sarebbe comunque giunta al termine per diversi motivi.

Gli allenatori esonerati delle ultime cinque della piazza

A La Spezia, Lorieri sostituirà momentaneamente Gotti, in attesa, come lasciano presagire le insistenti voci di corridoio, di Mister Semplici.

A Salerno, il Nicola bis è durato poco: Paulo Sousa ha già trovato una nuova panchina ed è pronto all’esordio. Un vero miracolato, a caccia di una salvezza che stavolta avrebbe poco di miracoloso, a differenza della scorsa stagione, alla luce degli investimenti estivi di Iervolino e delle ambiziose scelte del DS De Sanctis, più di chiunque altro sulla graticola in una piazza calda ed esigente come quella granata.

Le imprese di Davide Nicola e Stefano Pioli hanno una base comune

A Cremona Mister Alvini paga anche colpe non sue. Ma vedere i grigiorossi ancora a quota zero vittorie in campionato è davvero triste. Ballardini non riuscirà a salvarli da una retrocessione certa, ma aver eliminato il Napoli al Maradona (ai rigori) e la Roma all’Olimpico consentirà alla Cremo di tornare in semifinale di Coppa Italia a 36 anni dall’ultima volta (sconfitta contro l’Atalanta nel 1986-87, quando il Napoli ottenne il double primo Scudetto-Coppa Italia).

Il Maestro Giampaolo non ha remato nella giusta direzione neppure stavolta: ma il vento che tira in casa doriana porta più al fallimento che alla semplice retrocessione. Stankovic non è riuscito a schiodare la Samp dal penultimo posto in graduatoria con un attacco che definire asfittico sarebbe fare un complimento.

Male è andata anche a Cioffi in quel di Verona, ovviamente sponda Hellas. L’ex allenatore dell’Udinese ha criticato fortemente il mercato fin dalla prima giornata, nella conferenza stampa al termine di Verona-Napoli, quando a nessuno era ancora venuto in mente che, al di là dei demeriti veronesi, il Napoli disegnato da Giuntoli avrebbe fatto un campionato di questo livello. Il Verona di Salvatore Bocchetti, altro discepolo di Gasperini, ma con Marco Zaffaroni affiancato come allenatore ufficiale per la licenza UEFA, è al momento la principale candidata ad insidiare i posti salvezza vicini alla terzultima piazza, occupati da Spezia (due punti di vantaggio) e Salernitana (battuta nell’ultima giornata e ora distante quattro lunghezze). In questo caso, quindi, anche l’eye test conferma che il cambio in panchina abbia fatto bene alla squadra. Ma quanto bene? Analizziamo tutti i numeri.

Allenatori esonerati e punti in classifica: tutti con media inferiore al punto a partita

Giovanni Stroppa non ha un buon feeling con la Serie A, se vogliamo limitare il nostro orizzonte alla sua carriera da allenatore. Dopo aver ottenuto la promozione con il Crotone, fu esonerato alla 24° giornata del campionato 2020-21 raccogliendo 12 punti in 24 giornate. Una media di 0.5 punti a partita, facile calcolo. Nulla a che vedere con questo inizio stagione. Il mercato del Monza neopromosso della premiata ditta Galliani-Berlusconi non lasciava spazio alla gratitudine per la promozione ottenuta pochi mesi prima. Solo un punto in sei partite e tanti saluti.

Lo sostituisce Palladino, sempre a proposito di gasperiniani, che non accusa affatto il salto alla guida della prima squadra. Batte subito una Juventus in crisi e, ad oggi, con 28 punti in 16 partite (per un totale di 29 in 22 relativamente alla stagione del Monza), i brianzoli sono all’11° posto ben al di fuori della zona retrocessione (+12 sul Verona).

Quanto al Bologna, l’adorato Sinisa è stato costretto al forfeit alla quinta giornata, dopo aver collezionato tre punti. Thiago Motta, con Vigiani ad interim, ha al momento gli stessi punti del Monza di Palladino (sta giocando a Genova la gara valevole per la 23° giornata negli istanti in cui scriviamo il pezzo).

Due cambi, questi, doverosi, forzati ma anche legittimi e vincenti.

Sinisa Mihajlovic: ineluttabile

A Salerno, Davide Nicola era stato esonerato alla vigilia della partita col Napoli (in seguito all’8-2 subito a Bergamo), valida per la diciannovesima giornata d’andata. Ciò al termine di un mese di gennaio in cui aveva collezionato un solo punto col Toro, frutto più del caso e dei miracoli del messicano Ochoa che del gioco, in caduta libera da novembre, quando si profilava una salvezza tranquilla sull’onda dell’entusiasmo della passata stagione.

Reintegrato dopo una riunione fiume con presidente Iervolino, mediata da De Sanctis (che pure non l’aveva scelto personalmente, visto che dietro la scrivania un anno fa sedeva Walter Sabatini, ma che non riteneva fosse il momento giusto per cacciarlo), Nicola è riuscito a vincere una partita cruciale a Lecce, perdendo però tutte le altre.

Lascia la Salernitana con 21 punti in 22 partite, a +4 sulla zona retrocessione, ma conseguentemente ad una sanguinosa sconfitta a Verona.

A Paulo Sousa, l’uomo dai molteplici fallimenti, l’arduo compito di mantenere la categoria.

Non è andata meglio a Luca Gotti. Fatale il 2-2 di Empoli subito in rimonta, ma sono tante le attenuanti per una squadra che battaglia fra infortuni e un mercato fruibile solo in uscita. I 19 punti in 22 partite, per organico, sembrano coerenti. Le colpe di Gotti sono nella totale assenza di un gioco che non sia di rimessa. I liguri sono davvero la squadra più noiosa della Serie A insieme alla Sampdoria. Dicevamo dei corregionali blucerchiati: due i punti ottenuti da Giampaolo in sei partite. Non ha fatto tanto meglio Dejan Stankovic. Nove soli punti nelle successive 16, grazie soprattutto a due vittorie in trasferta a Cremona e a Reggio Emilia, al Mapei Stadium dove è di stanza il Sassuolo.

Proprio a Cremona, il gentile e sorridente Massimiliano Alvini non è riuscito a sbloccare lo zero dalla casella delle vittorie, pagando con l’esonero i soli sette punti, frutto di altrettanti pareggi, in 18 giornate. A Ballardini la mission impossible di salvare i grigiorossi. O, quantomeno, tentare di vincere qualche partita. Un punto in quattro gare non fa certo ben sperare, ma la qualificazione alle semifinali di Coppa Italia, da giocare nel doppio confronto con la Fiorentina, potrebbe dare una svolta irripetibile alla stagione e alla storia della Cremonese.

Chiudiamo con Cioffi. Fatale per lui la sconfitta di Salerno alla nona giornata, appena vendicata dalla Bocchetti-Zaffaroni band nel girone di ritorno. Con cinque punti in nove partite, l’ex udinese non ha salvato il posto. La scossa per l’Hellas è arrivata però a scoppio ritardato. Al momento, fra Salernitana, Spezia e Verona, sono i gialloblu quelli più in forma, ma anche la squadra con meno punti delle altre due in classifica. Dodici punti in tredici partite per la nuova coppia in panchina, è vero. Ma l’Hellas ne ha conquistati otto nelle ultime quattro, frutto di due vittorie e due pareggi. Continuando così, qualcuno fra Liguria e Campania dovrà accontentarsi del paracadute.

Com’è andata la scorsa stagione

In buona sostanza, visto il trend della Salernitana versione fine 2022 – inizio 2023, e data l’assenza di gioco dello Spezia di Gotti, tutti i cambi in panchina ci sembrano quantomeno giustificabili. Chiaro che, soprattutto in questi due casi in cui ancora non abbiamo visto all’opera i nuovi allenatori, è impossibile prevedere se, da giustificati, diventeranno anche vincenti.

Vale la pena notare che in Serie A, nella passata stagione, si sono registrati 10 cambi di allenatore (senza contare i due ad interim, Tufano del Cagliari e Konko del Genoa). Cagliari, Salernitana e Genoa hanno cambiato due volte all’interno della stessa stagione, con le compagini rossoblu che non sono riuscite ad evitare la retrocessione. Del “miracolo”, l’ennesimo, targato Nicola, abbiamo già parlato più volte qui e altrove. Le vere svolte sono state Tudor a Verona, al posto di Di Francesco. E, per l’appunto, Nicola a Salerno, succeduto a Colantuono, che a sua volta aveva rimpiazzato Castori, l’allenatore della promozione.

Curiosamente, Semplici aveva cominciato la stagione a Cagliari prima di venire sostituito da Walter Mazzarri, cacciato invano a tre giornate dalla fine. Al Cagliari sarebbe bastata una vittoria contro il Venezia già retrocesso, all’ultima giornata, per mantenere la categoria. Proprio mentre la Salernitana perdeva in casa 4-0 contro l’Udinese al termine di una clamorosa rimonta nella seconda parte di stagione. Ma nella Laguna si registrò un pareggio ad occhiali da psicodramma.

A Udine, altra curiosità, si erano avvicendati due degli allenatori esonerati in questa stagione. Cioffi aveva preso il posto di Gotti, guadagnandosi una panchina tutta sua a Verona per il 2022-23. Per entrambi sappiamo com’è andata.

 

Immagine di copertina: Luca Gotti ai tempi dell’Udinese, tratta da wikipedia