Il DS Cristiano Giuntoli: questo Napoli è “figlio” suo

Il DS Cristiano Giuntoli: questo Napoli è “figlio” suo

Febbraio 18, 2023 0 Di Luca Sisto

Talvolta, quando una persona non sa disegnare, si mette a fare il pittore e spaccia le sue opere per arte concettuale. Il resto lo fanno i critici.
Nel calcio è la stessa cosa. Con i procuratori e direttori a fare la parte dei mercanti.
A un certo punto, però, arriva una squadra con un direttore sportivo che azzecca tutte le mosse. E quello che per alcuni è un anno di ridimensionamento e rifondazione, diventa una stagione formidabile.
Allora i pittori che non sapevano disegnare diranno: “ma questi  signori non sanno dipingere, il livello non è adeguato, è tutto mediocre”.
Qualcuno potrà sibilare che si tratti della classica parabola della volpe e dell’uva. Ma la volpe è allegoria di furbizia, e questi presunti pittori di furbo hanno ben poco.
I falsari, purtroppo, sono loro. Solo che ancora non se ne sono resi conto. Nella scorsa stagione fu il Milan di Maldini e Massara a trovare il disegno giusto, messo in atto da un grandissimo Pioli, oggi fra i più contestati a Milanello perché si sa, la gratitudine nel calcio dura lo spazio di un mattino. In questa, tutto lascia presagire che si tratti del Napoli di Cristiano Giuntoli.

Un progetto biennale: il Napoli di Giuntoli consegnato a Spalletti

Le avvisaglie si erano già intraviste nella scorsa stagione: Victor Osimhen, acquistato da Aurelio De Laurentiis dietro l’insistenza di Gattuso e Giuntoli tre estati orsono, ha finalmente trovato la continuità di presenze e realizzazioni che le statistiche avanzate lasciavano presagire.
Eppure, nella gara di ieri contro il Sassuolo, oltre a trovare un gol “impossibile” con la complicità del portiere Consigli, è riuscito nell’impresa alla Tammy Abraham di fallire tre chiare occasioni da rete. Curiosamente, il miglior marcatore stagionale della Serie A con 18 reti in 19 partite, ha registrato ben 15 grandi occasioni da rete mancate (dati Sofascore). Peggio di lui, appunto, solo il centravanti inglese della Roma con 16 (e solo 6 reti in 22 presenze, un disastro).
In conferenza stampa, il deus ex machina tecnico di questa squadra, Spalletti, ha dichiarato che i suoi stanno mettendo in atto un percorso cominciato nella scorsa stagione. E che anche con Fabian Ruiz, Koulibaly e Mertens la musica sarebbe stata la stessa.
Koulibaly è stato virtualmente sostituito da Kim Min-jae. Fabian da Ndombele, con un centrocampo a tre che prevede Lobotka regista – grande intuizione del tecnico di Certaldo puntare su di lui dopo l’esilio forzato da Gattuso – Anguissa e Zielinski mezzali, ed Elmas in grado di sostituire tanto le mezzali quanto le ali.
L’utilizzo dei terzini più dentro al campo in fase di possesso, con Mario Rui, capitan Di Lorenzo e lo stesso Olivera ad occupare i mezzi spazi grazie all’ampiezza fornita dalle ali Kvaratskhelia e Politano/Lozano, consente al Napoli di mantenere sempre alto il baricentro e di sviluppare un asfissiante possesso palla.
Tutte scelte azzeccate dal demiurgo Giuntoli: è il suo Napoli. Il mancato rinnovo del contratto di Mertens, Insigne e Ghoulam, ha permesso di puntellare l’organico abbassando il monte ingaggi. Sono arrivati calciatori decisivi per allungare la rosa, come appunto Olivera, Raspadori e Cholito Simeone.

Giuntoli al Napoli per caso

I miracoli di Carpi potevano dar vita a qualsiasi carriera. Fu un abbozzo di trattativa per Mbakogu al Napoli a portare Aurelio De Laurentiis a conoscere Giuntoli. Amore a prima vista. E, come tutti gli amori a prima vista, nei quali ci si conosce dopo, allenatori (Sarri, Ancelotti, Gattuso e Spalletti) e presidente non sempre hanno trovato la quadra fra le loro idee e quelle del DS.
Fatto sta che Giuntoli ha portato il Napoli al primo posto e agli ottavi di Champions (and counting, si spera) grazie ad un mercato oculato, fatto di scelte indovinate e un bilancio in attivo che, presto, potrebbe essere non solo e non più l’unico Scudetto beffardamente affibbiato ai colori azzurri nell’era De Laurentiis.
Una stagione che ha ancora tanto da dire. Molto dipenderà dal percorso in Champions: mai il Napoli si era presentato agli Ottavi da favorito (contro l’Eintracht) e come una delle squadre più in forma d’Europa.
In campionato, a fronte di un vantaggio rassicurante, la matematica non è ancora completamente dalla parte degli Azzurri. Ci vorranno almeno altri tre mesi. Durante i quali il Napoli dovrà mantenere altissima la concentrazione per non concedere spazio al ritorno degli avversari. Nessuno dei quali, va detto, dista meno di 15 punti al momento in cui scriviamo (vedi Inter).
Com’è noto, a Napoli solo i santi, i poeti e i calciatori dei trionfi maradoniani hanno ottenuto l’immortalità: che sia il Napoli disegnato da Giuntoli, il prossimo a salire nell’olimpo di una città affamata di calcio?
Immagine di copertina tratta da Pinterest