Con Gianni Minà se ne va il racconto del ‘900

Con Gianni Minà se ne va il racconto del ‘900

Marzo 31, 2023 0 Di Luca Sisto

È possibile raccontare chi ha raccontato il ‘900 come Gianni Minà? No, non lo è. Ognuno ne conserverà mille ricordi, alcuni personali. Insieme, questi preziosi souvenir formeranno lo sguardo che gli altri hanno assunto su Minà. Ma non serviranno a rendere l’idea di come, quello sguardo, sia passato attraverso gli occhi di Gianni sugli avvenimenti e i personaggi del XX Secolo.

“E così ci ritrovammo da Checco er Carrettiere, io, Alì, Sergio Leone, Robert De Niro e Garcia Marquez”.

Quale giornalista italiano potrebbe vantare un simile rapporto coi più grandi della Terra? Come una lente di ingrandimento, Minà permetteva agli ultimi di acquisire valore. E ai più famosi di avvicinarsi alla gente comune.

Torinese e torinista, ha rivoluzionato il mondo del giornalismo, dalla carta stampata alla TV, attraverso programmi che resteranno nell’immaginario collettivo, di un servizio pubblico irripetibile. Minà non era uno da grandi ascolti, del resto, le persone troppo intelligenti alla lunga stancano l’uomo medio.

“Gianni” nel giornalismo italiano è stato sempre sinonimo di qualità. Brera, Mura, Clerici, Minoli e Minà.

Proprio la partnership con Minoli ha offerto in RAI una gemma ineguagliata come Blitzcancellato dai palinsesti dopo tre anni con la scusa del famigerato caso Mastelloni. Di recente, lo stesso Minoli ha dichiarato che “Minà era stato messo in disparte in RAI poiché non era allineato”.

Che c’entrasse il comunismo o la sua visione di Cuba e Fidel, lo possiamo intuire. Al tempo in cui, con Alexander Ramirez, stavo lavorando a un pezzo sul calcio a Cuba per Sottoporta Review, tentai di raggiungere Minà con un semplice direct message su Facebook. L’idea del Minà Rewind, che ho più volte apprezzato e sostenuto per raccogliere le memorie del giornalista, mi fece pensare che i suoi giorni sulla Terra fossero ormai giunti al termine. Appariva smagrito e affidava al suo SMM post semplicemente meravigliosi, aneddoti che solo la sua agenda infinita poteva contenere.

Leggendo Minà si può conoscere la storia del mondo mentre accadeva. Come “Il Mio Alì” (Rizzoli) raccolta di scritti su Cassius Clay / Muhammad Alì, per la cui prefazione si affidò ad una sua quasi omonima, che di mestiere ha fatto la cantante. Anzi, La Cantante in maiuscolo, Mina. Ancora una volta, chi avrebbe mai potuto convincere la più grande artista italiana nel campo della musica a scrivere di pugilato?

Incredibilmente, Minà, dopo settimane, mi rispose: “non c’è molto da dire sul calcio a Cuba…”

In foto, il suo pensiero fedelmente riportato nel numero 3 di Sottoporta Review. Potrò dire ai miei figli di aver scambiato una battuta col più grande giornalista mai esistito, in effetti.

Il trait d’union fra Cuba, il calcio, Fidel e Minà, non poteva che essere Maradona. E da Maradona, a cui ha dedicato numerosi articoli, interviste e una vasta bibliografia culminata in “Maradona, non sarò mai un uomo comune” (edito da Minimum Fax), il passo verso Pino Daniele, Massimo Troisi e la cultura napoletana che fu, è stato certo breve.

Nella storia della televisione e del calcio italiano, resteranno lo speciale su Pino e quello sul primo Scudetto del Napoli, con Massimo Troisi a fare da mattatore, fra battute sulla famigerata agenda Minà e quella genuina e gioiosa incredulità di fronte ad un traguardo attesissimo.

A poche settimane da quello che da tutti viene preannunciato come il terzo Scu***** (scusate, sono scaramantico), Minà deve aver pensato che restare sulla Terra sarebbe stato troppo poco coinvolgente, ed è salito in un’altra dimensione per ascoltare da vicino le impressioni di Diego, Pino, Massimo e Bud.

Possiate brindare con noi, alla Vostra. Questo è l’anno buono, anche se non siete più con noi.