Sampdoria, nuova proprietà: la speranza è l’ultima a morire
Giugno 5, 2023Sono stati mesi, giorni ed ore di apprensione per mezza Genova. Mesi, giorni ed ore che hanno visto un’intera tifoseria con l’anima divisa fra lo sconforto e l’orgoglio. Se il recente passato sportivo è stato molto difficile per la Sampdoria, che ha concluso domenica scorsa al Maradona, contro il Napoli scudettato, il proprio campionato con una mesta retrocessione in serie B – matematica già da quattro settimane ma facilmente prevedibile fin dal girone d’andata – la situazione societaria si è rivelata essere ancor più complicata ed ingarbugliata. Proviamo quindi a fare chiarezza su quel che è avvenuto nelle ultime settimane e quali saranno i prossimi passi da compiere in casa blucerchiata.
Il 26 maggio scorso – al Ferraris – la Sampdoria saluta la Serie A dopo undici stagioni consecutive. Qualche ora prima dell’ultima gara casalinga, a poca distanza dall’impianto di Marassi, si dovrebbe giocare il primo atto di una partita ben più importante: la prima delle due assemblee del Consiglio d’Amministrazione, riunito per valutare le eventuali offerte sul tavolo e scongiurare il rischio (molto alto) di fallimento societario.
I Gruppi della Gradinata Sud lo sanno bene e danno appuntamento a tutti i tifosi sotto la sede del club, scandendo l’ormai celebre slogan “Giù le mani dalla Sampdoria”. La gestione Ferrero ha accumulato debiti per circa 200 milioni con le banche, con le piccole e medie aziende direttamente o indirettamente legate al club e con gli stessi dipendenti della società, rimasti a lungo senza stipendio. Il malcontento è forte, ma l’Assemblea va deserta: non perviene alcuna offerta ufficiale per l’acquisto delle quote di maggioranza, mentre Ferrero non presenzia e non delega nessuno al suo posto.
Nella notte, poi, il colpo di scena. Con un comunicato ufficiale la Samp annuncia di aver trovato un accordo preliminare con Andrea Radrizzani – proprietario del Leeds e fondatore di Eleven Sports – per l’acquisto delle quote di maggioranza. È la prima botta di adrenalina per tutti i tifosi, convinti che lunedì 29 maggio si possa giungere a un accordo definitivo con l’ex presidente e si possano onorare (entro le 23.59 del 30/5) le scadenze fiscali e i pagamenti degli stipendi, senza incorrere in sanzioni e penalizzazioni.
Finita qui? Assolutamente no perché – nemmeno 24 ore dopo – arriva il dietrofront, l’ennesima doccia gelata per la piazza, convinta ormai di essere protagonista del miglior thriller di tutti i tempi. Massimo Ferrero asserisce di non aver ricevuto alcuna offerta e che, in ogni caso, gli interessati dovranno versare una cifra di poco superiore ai 30 milioni per “liberare” la Sampdoria dal trust in cui fu inserita nel dicembre 2020.
A un passo dallo strappo, poi il sospiro di sollievo
L’appuntamento è quindi rimandato al 29 maggio, quando viene presentata la proposta di Radrizzani allo stesso Ferrero, il quale rifiuta giudicandola insufficiente. È probabilmente il momento in cui si va più vicini allo strappo fra il produttore cinematografico e il CdA, con quest’ultimo che medita di “scavalcare il proprietario”, approvando l’aumento di capitale necessario alla sopravvivenza del club anche senza l’ok di Ferrero, ma grazie all’intervento del tribunale. Si tratta però di una mossa estremamente rischiosa, che non garantirebbe la buona riuscita dell’operazione: si continuerà perciò a trattare nella giornata successiva.
Nel frattempo, i tifosi continuano a riunirsi sotto la sede sociale, per far sentire la propria voce. E così accade anche per l’intera durata della riunione del 30 maggio. Dopo oltre otto ore Ferrero cede e conferma ai giornalisti di aver ceduto la Sampdoria al duo Andrea Radrizzani – Matteo Manfredi: “Lascio la Sampdoria a Radrizzani, a cui faccio l’in bocca al lupo”, scivolando però in una ennesima provocazione ai tifosi, affermando “ho ragionato col cuore, non è stata una trattativa perché non prenderò soldi. Io da un anno e mezzo non decido più nulla alla Samp, gli errori li ha fatti qualcun altro: un giorno mi rimpiangerete”.
La reazione dei supporters blucerchiati, rimasti a cantare dalle 13.30 fino alle prime ore della notte, è chiaramente un urlo di gioia: Marco Lanna – presidente genovese e sampdoriano – viene osannato. Il CdA ha messo a segno il gol più bello degli ultimi anni, scrivendo la parola ‘fine’ a quasi nove anni di proprietà Ferrero, quella che può essere senza dubbio considerata la peggiore della storia blucerchiata.
Una presidenza segnata da gaffe, uscite discriminatorie, processi, un arresto ed un feeling con l’ambiente andato via via frantumandosi, fino al definitivo crac: il secco ‘no’ nel 2019 alla proposta (molto vantaggiosa, viste le cifre odierne) avanzata da Dinan e Knaster, imprenditori a stelle e strisce, che avrebbero voluto vedere Gianluca Vialli nel ruolo di Presidente.
I prossimi passi
L’aria che si respira in questi giorni sulla sponda blucerchiata del Bisagno è comprensibilmente di ottimismo e si è ulteriormente rinvigorito un mai sopito senso d’appartenenza. Il rischio fallimento e conseguente ripartenza dalla serie D è sostanzialmente scongiurato, ma non ci si può permettere di abbassare la guardia. Le scadenze da onorare a breve giro di posta richiedono altre giornate di lavoro in casa Samp. Come detto dallo stesso Lanna: “abbiamo fatto un enorme passo in avanti, ma bisogna pedalare, il tempo è poco e le cose da fare sono molte”. Entro il 20 giugno, difatti, si deve iscrivere la squadra al campionato cadetto, presentando alla Covisoc la documentazione richiesta.
Permane inoltre la possibilità di vedere la Sampdoria ai nastri di partenza della Serie B alle prese con una penalizzazione in termini di classifica, per via dei ritardi nel pagamento delle sopracitate pendenze. Il tempo materiale per pagare gli stipendi del trimestre gennaio-marzo e l’intera rata IRPEF, dopo l’accordo con Radrizzani, si è rivelato essere davvero poco. Per cui, in attesa di sapere se la Sampdoria abbia effettivamente regolarizzato la propria posizione, l’eventualità di partire con un -4 resta concreta.
Tuttavia la piazza è ben conscia che – visto il rischio scongiurato – si tratterebbe del male minore, specie perché in aiuto del club di Corte Lambruschini sono intervenuti la Lega di Serie A (approvando la “norma salva-Samp” che prevede il versamento anticipato del 40% del paracadute nei confronti dei blucerchiati e della Cremonese) ed il Tribunale di Genova che ha prorogato di quattro mesi la composizione negoziata dello stato di crisi, il cui termine era inizialmente previsto il 6 giugno. In questo modo nessun creditore potrà avanzare un’istanza di fallimento nei confronti della società, permettendo ai nuovi proprietari di compiere i passaggi necessari per ufficializzare l’acquisto e iniettare denaro liquido nelle casse blucerchiate.
Si prospetta poi un’estate rovente anche sul fronte del calciomercato, per via della retrocessione, dei tanti calciatori arrivati in prestito secco che faranno ritorno alle loro squadre di appartenenza e della – probabile e comprensibile – volontà della nuova proprietà di ripartire da zero, dando una nuova impronta alla rosa. Impronta che invece non muterà nella tifoseria, pronta a trascinare la squadra verso una rapida risalita, nella speranza che si possa presto tornare a parlare sempre più di calcio giocato e sempre meno di tribunali, perché come diceva il grande Vujadin Boškov, “dopo pioggia viene sole”.
Testo di Matteo Giribaldi. Genovese e doriano per diritto di nascita, scrive per Sottoporta – Il Calcio Internazionale, e lavora nel campo scolastico.
L’immagine di copertina e la foto all’interno dell’articolo, sono dell’autore.