Riccardo Mascheroni, il dottore fragile
Agosto 28, 2023Non deve essere stato bello essere presentato come il “nuovo Rivera” ed avere una stagione a dir poco tribolata e piena di infortuni nel Napoli.
Cinque presenze in campionato, di cui solo una da titolare, in un arco di tempo di quattro mesi, due in Coppa Italia e due volte sostituito. È la storia del dottor Riccardo Mascheroni, arrivato alla corte di Luis Vinicio nel campionato 1973-74. Mezzo secolo fa. Dopo, di lui si perdono le tracce e qualche fonte gli attribuisce campionati minori con il Varazze e il Galliate ma il tutto resta con un punto interrogativo. La realtà è che, dopo Napoli, la sua carriera finì mestamente. Niente squadre di basso profilo nella massima serie, serie B o C, direttamente nei Dilettanti.
Mascheroni aveva già avuto seri problemi ad un menisco, rimesso in sesto da un’operazione del luminare Trillat (lo stesso che operò Vavassori due anni più tardi) ma non fu mai più al top della forma. Intanto, sudava, si allenava cercando di recuperare la piena forma fisica ma di sera si rifugiava nei libri universitari.
Li portò con sé anche a Napoli perché, nel frattempo, continuava a studiare Medicina. In famiglia si aveva una certa ‘ossessione’ per la professione medica. Il padre, anch’egli ex calciatore, era già un dottore affermato ed i suoi due fratelli maggiori erano già avanti negli studi.
Insomma una realtà familiare a cui non si sottrasse. Mi volete medico? Sarò medico!
Riccardo Mascheroni: un potenziale crack
Novarese DOC, rimase in Piemonte, nella squadra della sua città, per cinque anni debuttando a 17 in serie C. Era ancora al liceo ma il suo obiettivo era sempre la professione medica.
Nel 1967 passò al Genoa dove diventò titolare fisso prendendo il posto di Gigi Meroni tanto che oggi, a dispetto dei soli tre campionati disputati in maglia rossoblu, è entrato di diritto nella “Hall of fame” della squadra genovese. Da potenziale crack, valutato e pagato quasi 300 milioni di lire dal Varese ( voluto fortemente da Liedholm ), il suo menisco fece…crack. Lesione ai legamenti crociati, una carriera in bilico.
Rimase un anno senza giocare ma tutti avrebbero scommesso sulla sua ‘rinascita’ e sulle sue potenzialità che lo fecero paragonare ai più forti numeri ‘dieci’ del campionato italiano. In A ci arrivò a 26 anni, un’età dove il giocatore avrebbe già dovuto mostrare tutte le sue enormi qualità, e coi varesotti disputò due campionati, l’ultimo dei quali in B dove mise a segno 8 reti.A
Varese iniziarono a chiamarlo il “ballerino” perché quando toccava la palla sembrava danzare. Un giocatore dai grandi colpi, un uomo di classe che dettava i tempi, ‘sentiva’ la porta e poi, appena vedeva lo spiraglio, esplodeva il suo sinistro.
Da Varese a Napoli
Serpentine e scatti brucianti con improvvise accelerazioni ne completavano le caratteristiche. Un leader naturale, fu questo che convinse Vinicio e il D.S. Franco Janich a portarlo a Napoli. Ferlaino lo acquista nell’estate del 1973 sentendo odore di affare e sa che il nuovo tecnico cerca un’alternativa ai due registi della squadra, Juliano e ‘Ciccio’ Esposito.
Purtroppo nella città di Partenope non si ambientò mai. Anni dopo ebbe a dichiarare che sentiva nostalgia di casa, che non riusciva a dare gli ultimi esami a Medicina, soffriva la mancanza della giovane moglie. Tutto questo fece sì che Riccardo “Duccio” Mascheroni a Napoli fallì. Siamo riusciti, però, a salvarne l’immagine perché i fotografi della Panini lo immortalarono in tempo al posto di Ripari e Fotia. La spuntò lui ma fu una vittoria di Pirro.
Nelle amichevoli precampionato Vinicio lo schiera sempre titolare in un centrocampo con Orlandini, Esposito e Juliano ma i giornali già titolano, non facendo il bene del calciatore, “Solo Mascheroni è ancora da scoprire”. L’allenatore brasiliano cerca di capire quale sia la sua reale collocazione, cerca di trasformarlo in mezzala più che regista ma le sue qualità fanno fatica ad emergere. Fisicamente non è al top.
Dopo la preparazione estiva è ancora un ‘oggetto misterioso’. Il giovane calciatore sembra perdere fiducia e si riprende solo quando la giovane moglie lo viene a trovare nella casa che ha preso in affitto a Via Aniello Falcone. Lì, con un panorama mozzafiato della città davanti ai suoi occhi.
Il suo score nel Napoli dice di due minuti al posto di Orlandini con la Juve in casa (2 a 0, Canè e Clerici i marcatori), un tempo al posto di Canè in casa con la Sampdoria (1 a 0, rete di Braglia), poi la Viola. Nella sua unica presenza da titolare, nel pareggio 1 a 1 di Firenze (Clerici al 90’), Mascheroni prende 5,5 in pagella da Pacileo che scrive di “lunghe pause”, “inserimento traballante” e “di tanto in tanto il passaggio intelligente”. Titolare sì ma sostituito da Albano al 60’. Una bocciatura vera e propria.
Dopo il pari in terra di Toscana Vinicio lo ributta nella mischia a sei minuti dal termine ancora al posto di Canè nella vittoria in casa col Bologna (2 a 0, doppietta del “Gringo” Clerici) e negli ultimi 14 minuti contro l’Inter in casa (vittoria per 2 a 1, Clerici e Bruscolotti). Dopo questi 127 minuti, il nulla. Centoventisette maledetti minuti.
Ormai Vinicio aveva trovato la quadratura del cerchio di….centrocampo con Orlandini, Juliano ed Esposito e lo spazio per Mascheroni si assottigliava sempre più. Farlo giocare come sostituto di Canè sembrò un azzardo perché il novarese non era un’ala tattica e gli piaceva giostrare in mezzo al campo. Questo fu un altro dei motivi della suo stare ai margini del progetto azzurro.
Finito il sogno che dalla provincia (Novara e Varese) lo aveva portato in una delle città che vive di calcio (Napoli), Mascheroni si laureò come da desiderio di….famiglia. Successivamente è stato ortopedico di fama internazionale per trenta anni al “Santa Corona” di Pietra Ligure studiando ed approfondendo proprio il tipo di infortuni che aveva subito durante la carriera da calciatore. Oggi è in pensione. Fa lunghe passeggiate per i sentieri di Varazze col suo fedele cane ed ogni tanto sente dolore alla gamba. La stessa che non lo fece esplodere nel calcio che conta.
Testo di Davide Morgera. Professore e scrittore, cultore della storia del calcio e del Napoli. Ha pubblicato quattro libri:
Cronache dal secolo scorso: atti unici nella storia del Napoli (con Urbone Publishing).
Azzurro Napoli. Iconografia inedita di una passione infinita.
Volevo essere Sergio Clerici. Memorie e storie di calcio.
Le foto del testo e l’immagine di copertina sono tratte dall’archivio personale di Davide Morgera e utilizzate su autorizzazione dell’autore.