Alfie Rutherford: cuore matto
Novembre 11, 2023“Un cuore matto, matto da legare, che crede ancora che tu pensi a me…”
Chissà se a casa Rutherford abbiano mai sentito parlare di Little Tony, alias Antonio Ciacci, e di uno dei suoi più grandi successi musicali. Con Cuore Matto, l’artista sammarinese, nativo di Tivoli, racconta la storia di un amore ormai perduto, in cui chi ama ancora non vuole saperne di arrendersi, nonostante l’amata stia ormai pensando ad un altro.
Sufficiente traslare l’amore per l’amata in quello per uno sport, il calcio, che Alfie Rutherford prova oltre la paura della morte, e abbiamo una delle storie più belle dell’anno nel Regno Unito.
Andiamo con ordine. Alfie Rutherford è vivo e lotta insieme a noi: vi risparmio il patimento di sapere se la sua vita e la sua carriera, ancora tutta da scrivere, siano state definitivamente compromesse. Di professione, costruisce e ripara tetti, non ha mai giocato a calcio come professionista, ma ha decisamente il talento per farlo.
Al di fuori della carriera edile, Rutherford è un vero killer dell’area di rigore. Paragonato a Jamie Vardy per le caratteristiche tecniche e la comune lunga militanza nei non-leaguers, i dilettanti inglesi che operano nelle serie al di sotto della Football League, Alfie è uno di quegli attaccanti capaci di fare reparto da solo: segna come un 9, gestisce il pallone come un 10 (che è il suo numero preferito); insomma, un 9 e mezzo alla Benzema, se vogliamo paragonarlo al top del ruolo negli ultimi anni.
A 15 anni vince una borsa di studio per unirsi alle giovanili del Portsmouth, club in cui, ironia della sorte, a tutt’oggi gioca Leeta, sua sorella maggiore. Perché il calcio scorre veloce nel sangue dei Rutherford, come l’altra passione, quella per il golf.
Durante la visita medica di idoneità sportiva, viene riscontrata una patologia cardiaca, una stenosi aortica. In pochissime parole, gli viene decisamente sconsigliato di fare sport a livello agonistico: il cuore, per un difetto congenito, non è in grado di pompare abbastanza sangue da permettergli di condurre un’esistenza normale. Il rischio di morte improvvisa è molto serio. La borsa di studio viene ritirata, Alfie completa gli studi altrove, entra nel campo dell’edilizia, ma non smette di giocare a pallone.
La madre è disperata, papà Rutherford sembra accettare la decisione con filosofia: lontano dai campi di calcio, Alfie sta male. “Dopo la visita medica col Portsmouth sono stato alcuni mesi senza giocare a calcio, ero così triste che mio padre capì che senza il pallone sarei morto di depressione. Così, di nascosto da mamma, continuò ad accompagnarmi in giro per i campetti dell’Hampshire. Quando lei se ne accorse, se la prese con mia sorella perché sapeva, e noi ci rifugiammo in un bar prima di essere cacciati di casa con le cattive!”
L’eroe di Dorking
Alfie si sente se stesso solo in area di rigore. Nel 2019, il Dorking-Wanderers, squadra di una piccola città commerciale, circa venti minuti a Sud di Londra, ottiene l’undicesima promozione in 20 anni di attività del club, raggiungendo la National League South. Quell’estate, Rutherford è l’acquisto di punta della squadra fondata e condotta a 360 gradi dall’imprenditore cittadino Marc White, che preleva il bomber dall’Havant & Waterlooville.
A White e ai suoi amici, tifosi disillusi del Wimbledon, era venuta l’idea di mettere su una propria squadra di calcio nel 1999, dopo una bevuta al bar, per dimenticare l’ennesima sconfitta della squadra del cuore. Undici promozioni e una miriade di impianti sportivi dopo – all’inizio giocavano all’esterno della parrocchia di Dorking in un campo in erba tirato fuori dal nulla, per poi affittare impianti nelle zone limitrofe e adeguarli ad ogni promozione, a proprie spese – il club si presenta da underdog in quella che è la sesta serie dell’immensa piramide calcistica inglese.
E per di più in un impianto completamente rinnovato, il Meadowbank Park, col settore ospiti appena terminato, tre tribune e una terrace per i propri tifosi più caldi. Un luogo ormai di culto, in cui Marc White ha praticamente “preso casa” e costruito gli uffici per dedicarsi anima e corpo al club.
A due mesi dalla fine del campionato 2019-20, il Dorking sta letteralmente dominando, con 5 punti di vantaggio sulle inseguitrici. Poi, il covid. I campionati dilettantistici vengono annullati e tutti i ricorsi delle squadre in testa, respinti. La lenta ripresa dei tornei ufficiali coincide con un momento di flessione delle sorti del club. Ma nella stagione 2021-22, al termine di un lungo testa a testa con il Maidstone, i Wanderers giungono secondi e si guadagnano l’accesso ai playoff di categoria.
Rutherford ha segnato fino a quel momento 30 gol, il secondo più veloce nei campionati inglesi a toccare quella cifra in stagione, dopo il Mitra Mitrovic col Fulham in Championship. Nella finale di playoff contro l’Ebbsfleet, il Dorking subisce il gol dell’1-2 al 91′ minuto. Sembra finita, ma nell’ultima azione di gioco i Wanderers trovano il pari con Luke Moore. Nei supplementari, sale nuovamente in cattedra Alfie Rutherford. “Ero praticamente fermo da venti minuti, a causa dei crampi. Ma quella era la mia stagione, la mia squadra. Qualcosa di bello doveva succedere, non potevamo perdere un’altra occasione per salire in National League. Ho segnato quasi in ogni partita del torneo. In un caso, dopo tre minuti di gara, ho persino giocato in porta dopo l’espulsione del nostro portiere e abbiamo vinto lo stesso 2-0! Doveva concludersi con un lieto fine, dovevamo essere noi a vincere!”
Il gol del 3-2 è l’ennesima perla di una stagione fantascientifica. Il club ottiene la tanto agognata promozione in National League, il gradino immediatamente sotto la League Two, alle porte della Football League. La differenza tra i dilettanti e il professionismo. Un solo gradino, che in termini economici e di prestigio fa tutta la differenza del mondo.
Nella National League 2022-23 ci sono autentici squadroni. I riflettori di programmi Youtube cult come “Bunch of Amateurs”, che hanno fatto fortuna anche grazie a storie come quella di White e dei Wanderers, vengono affiancati da programmi di multinazionali del broadcasting come Netflix. Ci sono club che hanno fondato la Premier, come l’Oldham Athletic. Ci sono lo storico Notts County e i gallesi del Wrexham, che si daranno battaglia fino a fine campionato scollinando oltre i 100 punti. Il Notts County arriverà in League Two attraverso i playoff, mentre il club di cui sono proprietari gli attori hollywoodiani Rob McElhenney e Ryan Reynolds giungerà primo.
Rutherfod segna due gol nelle prime sei partite. Una delle reti, inutile per muovere una classifica già deficitaria, proprio nella sconfitta contro l’Oldham per 3-2. Il proprietario di questi ultimi aveva promesso battaglia contro Marc White, affermando che “i Wanderers si chiederanno ‘cosa diavolo siamo venuti a fare’, questo è calcio vero, non fa per loro”.
La settimana successiva il Dorking sta perdendo 5-0 a Wrexham. Alfie Rutherford, per la passione che lo contraddistingue, a risultato ampiamente compromesso insegue un difensore avversario in pressing. Crac. Cade a terra. Dagli spalti si sente nitidamente l’urlo del ragazzo. Il responso è impietoso per chiunque, figuriamoci per un calciatore semi-professionista, che a gennaio aveva appena firmato un contratto di due anni e mezzo col club che più aveva creduto in lui, nonostante tutto. Rottura del legamento crociato del ginocchio destro, stagione finita.
Il lungo cammino di Alfie Rutherford
A 24 anni suonati, il sogno di Alfie sembra destinato a concludersi per sempre. Ma Marc White non lo taglia, non lo lascia solo. Anzi, è lui a dargli il consiglio che potrebbe di fatto cambiare la vita di Alfie: dovendo stare fermo un anno, perché non operarsi, finalmente, al cuore?
Il 30 settembre 2022, Alfie viene ricoverato in ospedale. Le operazioni al cuore e al ginocchio dovranno avvenire, come è ovvio, separatamente. Non si possono correre rischi. Prima quella al cuore, e poi, a distanza di tre mesi, quella al ginocchio, Tutto attraverso il sistema sanitario nazionale, perché qui i soldi per la chirurgia privata, di altissimo livello e dai tempi brevi, non ci sono.
Quando sta per entrare in sala operatoria, l’intervento al cuore viene rimandato a causa di un’emergenza. Un paziente in fin di vita ha trovato un donatore per un trapianto cardiaco.
Finalmente, a metà Novembre, si riesce a trovare il modo per ricostruire la valvola aortica di Rutherford. La quale, non solo non era tricuspide, come dovrebbe, ma bicuspide. Ed era anche più ristretta di quanto si pensasse. Alfie avrebbe potuto morire da un momento all’altro, anche senza svolgere attività fisica. Figuriamoci giocando a calcio. L’intervento lo costringe a letto, completamente immobile, per due mesi. Un tempo che comunque Alfie dedica al suo sport preferito, guardando i Mondiali di Qatar in TV.
A metà febbraio viene programmata la ricostruzione del legamento crociato del ginocchio destro. Altri sette mesi per tornare quantomeno ad allenarsi.
A settembre Alfie torna a correre. “Per me non è cambiato nulla. Non ho mai accusato sintomi gravi di insufficienza cardiaca. In campo ero sempre tranquillo, sapevo che c’erano medici e un defibrillatore sempre pronto all’uso, ma non ne ho mai avuto bisogno. Ora che so di essere a posto, e che il ginocchio sta bene, sono solo più ‘idoneo’ di prima. Ma mi sento sempre lo stesso Alfie”.
Per fargli riprendere ritmo viene prestato per un mese al Bognor Regis Town, sua vecchia conoscenza, nella Isthmian League, tre divisioni più giù. Ad una manciata di minuti dalla fine della partita del 7 ottobre in FA Trophy, contro l’Hayes & Yeading, Alfie torna in campo, tredici mesi dopo l’infortunio al crociato. Scambia un pallone a centrocampo col suo primissimo tocco al pallone. Si butta in area e riceve il cross basso da sinistra. Trenta secondi di gioco e due tocchi gli bastano per scaraventare la palla nel sacco. Leeta, a bordo campo, piange.
Il gol del 3-1 di un’apparentemente inutile partita di calcio minore inglese, rappresenta invece la rinascita feniciana di un ragazzo che non avrebbe mai dovuto essere lì. Vuoi perché rischiava di morire da un momento all’altro, vuoi perché è sempre stato talmente forte da meritare ben altri palcoscenici
Il Dorking in questo momento è in crisi di risultati, dopo un discreto inizio di campionato, staziona appena fuori la zona retrocessione. Il 4 novembre, nell’intervallo della partita (persa poi 1-3) contro il Dag & Red, Alfie Rutherford è tornato in campo con la maglia dei Wanderers. Una settimana dopo ha giocato un altro spezzone nell’umiliante sconfitta per 6-0 contro il Gateshead. Il Dorking avrà bisogno del miglior Alfie per salvarsi.
Per fortuna, la sua storia è ancora tutta da scrivere: un cuore matto, matto da legare, nato per il gol.
Immagine di copertina tratta dall’Account X del Dorking Wanderers.