Alfonso Nanni vince il Master dei campioni di bocce, specialità raffa
Novembre 30, 2023È stato il Master dei non.
Un po’ come l’anno scorso, e pertanto attacco con un incipit simile, troppo simile.
Non è riuscito Gianluca Formicone, il campione del Mondo individuale della sezione raffa del 2019 in quel di San Miguel de Tucumán, ad aggiungere questa pepita del Master al diadema dei suoi allori e trionfi conquistati.
Non ultimo, il titolo tricolore portato a Villafranca, che aveva deciso di puntare forte al titolo 2023 contando proprio sulle giocate sue e dell’altro acquisto Alfonso Nanni.
A Formicone è sfuggita la conquista del Master dei Campioni di bocce specialità raffa per la terza volta.
E già questa è una anomalia.
Non è riuscito Luca Viscusi, bicampione del mondo, nell’individuale (ereditando lo scettro di Formicone) e in coppia con Mirko Savoretti, a Mersin, in terra turca, a conquistare il titolo sulle corsie di casa della Caccialanza di Milano.
E pure per lui trattasi di una anomalia.
Anche lui è rimasto a bocca asciutta per la terza volta, e per la seconda volta non è riuscito ad andare oltre gli ottavi, cioè il primo turno, visto e considerato che questo Master coinvolge i primi sedici atleti del ranking.
E per la terza volta su tre non è riuscito ad affermarsi l’atleta presentatosi con più punti conquistati, (Giuliano Di Nicola nel 2021, Gianluca Formicone nel 2022 e 2023) e pertanto dimostratosi perlomeno più continuo durante l’anno.
Non è riuscito Giuliano Di Nicola a difendere il titolo conquistato in terra campana a Piazzolla di Nola.
Cos’è il Master dei campioni
Vado un po’ a settare meglio la cosa.
Il Master dei Campioni è un torneo riservato ai primi sedici del ranking nazionale, diciamo così. Come viene stilato questo ranking? Con i punti conquistati, con le vittorie come con i piazzamenti, o semplicemente vincendo qualche girone eliminatorio, ottenuti nelle varie gare nazionali della FIB, delle Federazione Italiana Bocce.
Questi sedici atleti, il primo era Formicone e l’ultimo Pasquale D’Alterio, si sono incontrati e scontrati sulla corsia, una sola, la stessa per tutti al fine di evitare favoritismi, della società bocciofila Caccialanza di Milano. Il primo contro sedicesimo, il secondo contro il quindicesimo e cosi via.
Le gare si son tenute nell’arco di quattro giorni, da 23 Novembre a Domenica 27 Novembre, con la formula delle due partite ai punti otto.
In caso di vittoria di un set ciascuno (anche se i punti sono otto; del resto anche nel tennis si dice set anche se si arriva a sei. E perdonatemi la freddura: set non c’entra con sette) il passaggio del turno viene deciso con i tiri al pallino, l’equivalente dei calci di rigori, a voler usare un parallelismo calcistico: vince i tiri al pallino l’atleta che colpisce più pallini. Pallini di quattro centimetri di diametro posizionati a tre distanze diverse, con tre tiri per ognuna delle tre distanze.
E subito la prima giornata è successo quel che non mi aspettavo.
Lo scorso anno ci furono due imprese da me ritenute difficilmente eguagliabili.
Sbagliando.
Nella partita numero sei, quella tra il numero 6 del ranking, Gabriele Marinelli (pure lui in odor di Nazionale) e il numero 11, Mattia Visconti, uno dei limiti dello scorso anno è stato eguagliato.
Marinelli ha fatto come Andrea Cappellacci (uno dei grandi assenti), cioè 9 su 9 ai pallini, eliminando Visconti che di suo aveva fatto 7 su 8. L’ultimo tiro diventava, come avete intuito, indifferente, come il quinto rigore mai calciato dal Brasile nella sua di Pasadena 1994.
Se l‘anno scorso, a testimonianza di un equilibrio veramente e abbastanza sostanziale, ben cinque degli otto incontri degli ottavi finirono ai tiri al pallino, in questa edizione si è scesi a quattro gare, ma…
Ma ricordate il discorso di Herb Brooks nel film Miracle? Quando dice: «Se ne giocassimo 10 loro ne vincerebbero 9, ma non questa partita. Non stasera.»
Bene, credo che ben oltre le nove volte su dieci del film sull‘hockey Viscusi (campione del mondo in carica e numero 4 del ranking) e Santucci avrebbero ragione di Monaldi e Paolucci (numero 13 e 7 del ranking, rispettivamente), ma non è successo il 23 Novembre. Non quella sera, dove sniper formidabili come Viscusi e Santucci (azzurro del tiro di precisione e numero 10 del ranking) si son fatti superare da atleti molto meno bravi di loro nel bocciare.
Monaldi e Paolucci, presenti pure l’anno scorso, son ottimi puntisti, ma non certo dei cecchini.
Eppure hanno avuto la mano più salda.
Di Marinelli e Visconti ho già detto.
Mentre la prima gara ai pallini è stata la numero tre, quella tra il campione uscente Di Nicola e Giuseppe D’Alterio, numero 14 del ranking.
Ha vinto D’Alterio per 7-6 ai pallini, ma non fatevi ingannare dalla differenza di ranking: D’Alterio è stato vittima di un infortunio e ha dovuto forzare per entrare nei 16, ma è giocatore universale e fortissimo (come il campione uscente Di Nicola).
Qui avrebbe potuto vincere chiunque, ma la lotteria dei tiri al pallino ha premiato il campano D’Alterio.
Ah, questa è stata la rivincita della semifinale della scorsa edizione, che aveva visto l’abruzzese trionfare due set a zero.
Gli altri incontri han visto trionfare per 2-0 Formicone su Pasquale D’Alterio, Alfonso Nanni su Marco Di Nicola (sì, avete pensato bene, Pasquale e Marco sono i fratelli di Giuliano e Giuseppe. E pure Pasquale e Marco son stati o sono nel giro della Nazionale), Mirko Savoretti su Gian Luca Manuelli e Gaetano Miloro sul terribile mancinotto (apparso invero un po’ sottotono, perché pure lui individualista formidabile) Pietro Zovadelli.
A proposito, i mancini erano tre (Viscusi, Santucci e appunto Zovadelli) su sedici.
Villafranca e il suo poker d’assi
Detto della doppia coppia dei fratelli, mi preme aggiungere che la metà di questi atleti il prossimo anno militerà in sole due squadre.
La compagine Campione d’Italia Vigasio Villafranca schierava il suo formidabile poker d’assi (Formicone, Nanni, Miloro e Monaldi) e quattro ne schiererà l’anno prossimo la matricola terribile appena approdata in A1, ma con grandi ambizioni, di Sant’Angelo Montegrillo con i quattro moschettieri (i Fratelli Di Nicola, Santucci e Manuelli).
Poi si va a coppie:
Due di Caccialanza Milano (Viscusi e Savoretti). Due di Castelfidardo (Marinelli e Paolucci). Due di Arcos Brescia bocce (Zovadelli e Visconti). Due di Giorgione Trevillese (i fratelli D’alterio).
I quarti si son risolti tutti con due set a zero, e Formicone, Nanni, Savoretti e D’Alterio han prevalso su, rispettivamente, Miloro, Paolucci, Monaldi e Marinelli.
Paolucci invero ha dato forfait nel primo set, mentre era sotto per 5-4, per via di un infortunio.
Peccato, perché stava giocando bene.
Due abruzzesi (Alfonso Nanni e Gianluca Formicone), un marchigiano (Mirko Savoretti) e un campano (Giuseppe D’Alterio) in semifinale.
La rimonta di Alfonso Nanni lo lancia in finale
Se i quarti non hanno visto lo shoot-out dei tiri a pallino, in semifinale si vedranno solo quelli.
Nella prima semifinale, quella tra Nanni e D’Alterio sembrava invero scongiurata questa ipotesi, dacché il campano D’Alterio, dopo aver vinto il primo set, era in vantaggio per 7-0 nel secondo, ma Nanni ha rimontato come Bartali nel 1948 e ha portato la contesa ai pallini.
Nanni ha colpito per ben tre volte sulla distanza più lunga imponendosi per 6-5. Va detto che per due atleti come loro, fare 6 e 5 su 9 bocciate è poco, molto poco, ma evidentemente la tensione, e la delusione nel caso di D’Alterio per aver buttato via una partita che sembrava vinta, ha pesato oltremodo.
Pallini anche nella seconda semifinale e anche qui Savoretti (forse il bocciatore italiano più completo), colpendo tre pallini alla distanza più lunga, ha fatto 8 su 9 non facendo neanche tirare l’ultima serie a Formicone che nei primi sei tiri aveva fatto quattro centri e che, pertanto, avrebbe al più potuto totalizzare sette.
Onore a Savoretti: non è da tutti non far tirare l’italiano più titolato tra quelli in attività.
Il trionfo di Alfonso Nanni
Le semifinali han sancito non solo i finalisti, ma anche la resistenza dell’altro record di cui parlavo in apertura. L’anno scorso Giuliano Di Nicola vinse il Master a Piazzolla di Nola vincendo tutte le partite per 2-0, cioè otto set vinti su otto.
Record che pertanto ha resistito (e resisterà ancora a lungo a parer mio) all’attacco di Formicone, Nanni e Savoretti che avrebbero potuto fare percorso netto come Di Nicola.
Per Nanni quella di Domenica 26 Novembre è stata la seconda finale in un master, dopo quella perdente del 2021, e la presenza di Savoretti ha aggiunto un’altra primizia: per la prima volta son giunti in finale due atleti che son, nella loro universalità, questo va detto, più bocciatori che puntisti. Se finora, con Santoriello e Di Nicola si erano affermati i puntisti, la finale del 2023 avrebbe issato sul podio un tiratore.
Nanni aveva perso, a sorpresa, tipo storiella di Herb citata in apertura, ai pallini contro Santoriello nel 2021, ma è riuscito ad aggiudicarsi il titolo del 2023 battendo due set a zero (8-2, 8-6) Savoretti, rimontando da 2-6 nel secondo set.
La sezione femminile
Accanto al Master maschile c’è stato anche quello femminile, vinto ai pallini da Lea Morano (nella foto) su Kety Crescenzi.
Molte partite son state emozionanti e, diversamente dal sentire comune, non è affatto uno sport per vecchi dal momento che occorrono energia e concentrazione per vincere una gara nazionale, dove non di rado si arriva a stare dieci-dodici ore in un bocciodromo. E i giovani hanno più energia.
Non è uno sport come altri perché ci sono gare, non tutte va detto, dove un atleta di categoria C può giocare e vincere contro uno di categoria A; e questo, potete ben immaginarlo, non accade in tutti gli sport.
Le bocce: uno sport inclusivo
Le bocce sono altresì inclusive come poche altre attività sportive e ricreative, agonistiche e non; ci sono gare risevate a coppie miste, ma nulla vieta, se non in qualche espressamente segnalato e legato alle categorie, che coppie miste possano giocare e competere versus coppie solo maschili o solo femminili.
Non va infine dimenticata l’attenzione nei confronti dei diversamente abili.
Grande soddisfazione della Federazione che ha voluto questo Master, ma il meccanismo del ranking penalizza un po’ troppo gli atleti del sud, e ancor di più gli isolani, che per far punti, stante il fatto che la grandissima parte delle gare si svolge nell’Italia centrale e al nord, son costretti a lunghe e costose trasferte alla ricerca dei preziosi punti FIB.
A parer mio, atleti sardi come Frongia, Cossu, Mereu e Moi potrebbero ed eccome figurare più in alto nel ranking se non fossero sempre costretti a venire a giocare sul continente, come dicono loro in Sardegna.
Auspico pertanto una maggiore sinergia tra Federazione centrale e federazioni regionali per promuovere qualche gara in più a sud di Roma e sulle isole.
Infine auspico e invoco un maggior impegno delle istituzioni e dei privati della Campania verso le bocce. La tradizione c’è, a mancare spesso sono i fondi per portare avanti sodalizi in grado di portare vantaggi notevoli, stante l’inclusività a tutti i livelli, anche e non per ultimi verso i portatori di handicap, specie alla voce sul ritorno sociale dell’investimento.
Testo di Massimo Bencivenga. Appassionato scrittore, ha pubblicato da poco “Scegli, lotta, vinci!”
Immagine di copertina e foto del testo tratte dal sito FIB della federazione.