Il secondo portiere: la maledizione del dodicesimo negli anni ’70

Il secondo portiere: la maledizione del dodicesimo negli anni ’70

Dicembre 22, 2023 2 Di Alfonso Esposito

Davvero dura la vita da n. 12. Per chi, come il sottoscritto, è un incallito fedelissimo delle figurine Panini, si tratta di una di quelle verità indiscutibili che apprendevi da bambino, quando anche il calcio ti rivelava il suo volto ‘spietato’ e sfatava l’illusione di credere che fosse un gioco divertente per tutti. Molti, invece, dovevano accontentarsi di scaldare la panchina e di stare a guardare. La prova inconfutabile erano le istantanee che componevano gli album ’72-’73 e ’76-’77, con i calciatori ritratti in azione.

Il secondo portiere nell’album Panini

Un privilegio per alcuni, non per tutti, specie se si trattava del portiere di riserva. Emblematiche, in questo senso, le figurine di Renato Copparoni, dodicesimo di Ricky Albertosi al Cagliari, Avelino (si badi, con un’elle sola) Moriggi, sostituto nominale di Felice Pulici alla Lazio e di Michelangelo Sulfaro, rimpiazzo di Alberto Ginulfi nella Roma, immortalati addirittura con la tuta nell’album ’72-’73, presumibilmente durante un allenamento infrasettimanale.

Ma il massimo della tristezza era vedere un muro tutt’altro che immacolato o gli spalti vuoti a fare da sfondo. Come testimonia senza pietà la stessa collezione per Massimo Piloni, vice di Dino Zoff alla Juve, o per Aldo Nardin, alter ego di Pietro Carmignani al Napoli e ritratto in un plastico volo a mano aperta in un ‘San Paolo’, però, desolatamente vuoto.
La solitudine del dodicesimo emergeva in tutta la sua malinconica evidenza anche nell’album ’76-’77, se si ricorda Ubaldo Novembre (un cognome che era tutto un programma quanto a mestizia…), che in due stagioni al Catanzaro si vedrà concessa dal titolare Giorgio Pellizzaro la miseria di una sola presenza in campo in occasione dell’ultima giornata e nella raccolta in questione abbranca un pallone in presa alta solo nell’allenamento prepartita.

Quando Marcello Trevisan osò prendere il posto di Zoff

Stesso discorso, ma moltiplicato per quattro, per Giancarlo Alessandrelli, vera e propria istituzione quanto al ruolo di eterna riserva, al quale, in quattro stagioni di militanza juventina alle spalle di un monumento come Zoff, toccarono le briciole di una sola apparizione, all’ultima giornata dell’ultima stagione bianconera, in casa contro l’Avellino, quando, subentrato a ‘superDino’ al 64’, ne beccò ben tre nel giro di un quarto d’ora. Scherzi della ruggine…

Antonio Pigino: la più “struggente” immagine della vita da dodicesimo

E che dire di Nevio Favaro (Napoli) e Francesco Quintini (Roma), al quale è stato risparmiato pure il disturbo di svestire il pantalone della tuta? Come, d’altronde, a Rosario Di Vincenzo (Sampdoria) che, però, a differenza dei suoi colleghi, che in quell’anno dovettero accontentarsi entrambi di due sole presenze, scese in campo otto volte (quasi un record per un n. 12!) come sostituto di Massimo Cacciatori. Anche se, personalmente parlando, le foto che più di tutte esprimono la marginalità del ruolo sono quelle di un giovane Claudio Garella, (Lazio) e di Giuseppe Porrino (Verona), il primo ritratto in tuffo ed il secondo mentre blocca in presa un pallone, entrambi con le tribune deserte alle loro spalle.

Antonio Pigino, secondo portiere del Torino come riserva del Giaguaro Castellini (foto tratta da Wikipedia)

Se, poi, si vuole davvero toccare la vetta della melanconia si deve riavvolgere il nastro della memoria a ritroso per due annate, fermandosi a quella ’74-’75, dove, pur trattandosi di immagini a figura intera ma tutte rigorosamente precedenti una partita, la venatura ‘grigia’ è palese nella posa quasi ‘rassegnata’ dei soliti Favaro (Napoli), Moriggi (Lazio), Piloni (Juve) e Sulfaro (stavolta nel Lanerossi Vicenza), gli ultimi due inevitabilmente in tuta, quasi a far capire che il campo lo avrebbero visto davvero poco, se non pochissimo.

Ma, più di tutte, a risultare struggente anche per tenerezza è la figurina di Antonio Pigino, riserva di Luciano Castellini al Torino, non solo bardato pure lui con la tuta (e perfino i guanti), ma con la sfera di cuoio sotto il braccio sinistro. Come se volesse dire “quasi quasi me ne vado e mi porto pure il pallone…”.

Testo di Alfonso Esposito

Avvocato, docente di Diritto Penale alla scuola di specializzazione dell’Università Federico II di Napoli, ha appena pubblicato con la Urbone “LEGGENDAJAX: storia e storie di una svolta epocale”.

Di attaccanti che hanno fatto la storia azzurra ha scritto in “Napoli: segnare il tempo”.

A questo link trovate il suo libro “Il Mito che Insegna”, sul Napoli di Vinicio, edito sempre da Urbone Publishing, per la quale ha pubblicato anche “Alla Riscoperta dell’Est”.

Immagine di copertina tratta da Wikipedia: Massimo Piloni, secondo portiere della Juventus come vice-Zoff.