Spillo Altobelli e i grandi cannonieri della Coppa Italia

Spillo Altobelli e i grandi cannonieri della Coppa Italia

Gennaio 4, 2024 2 Di Massimo Bencivenga

Evacuo Felice come Sivori, Maradona come Riva, Baresi meglio di Van Basten.

Tempo di Coppa Italia.
E allora Vado.
Non nel senso che inizio o che mi incammino verso qualcosa di concreto o astratto che sia.
No, Vado nel senso di Vado Football Club 1913. Una squadra di calcio di Vado Ligure, in provincia di Savona, che attualmente milita nel campionato di calcio di serie D.

E allora, direte?
Ebbene, il Vado è stata la prima squadra italiana ad aggiudicarsi la Coppa Italia nel 1922.

Prima del campionato, inizia sempre la Coppa Italia. Un trofeo che poi, nel corso della stagione, in sincrono con i risultati del campionato diventa, di volta in volta, o titolo per salvare faccia e stagione o scocciatura, per non dire altro.

E dire che decenni fa la Coppa Italia era una cosa seria, anche perché dava accesso alla Coppe delle Coppe, adesso scomparsa, che generalmente veniva considerata la terza Coppa – in ordine di importanza dopo la Coppa dei Campioni e dopo l’Uefa – ma che qualche volta era ancor più competitiva.

Siamo davvero sicuri che Ajax-Malines del 1988, la partita dell’Ohana dance, venisse considerata nell’anteprima meno vibrante di PSV-Benfica?
O che Barcellona-Manchester United del 1991 avesse qualcosa da invidiare a Stella Rossa-Olimpique Marsiglia, sempre del 1991?

Dicevo, spesso la Coppa Italia da impiccio, perché toglie(rebbe) risorse a campionato e coppe europee, diventa obiettivo stagionale per appuntarsi qualcosa, aiutati nel perseguire l’obiettivo dal tabellone italiano che vede le big della A partire più avanti, evitando alle stesse gli scivoloni che pure ci sono stati in passato, i Davide della B e della C che eliminavano i Golia della A, e che, tutto sommato, rappresentano il sale dello sport.

Nel Gennaio del 2021 molti italiani si appassionarono alla favoletta in FA Cup del Marine F.C., squadra dell’ottava serie inglese, assimilabile grosso modo a una nostra seconda categoria, che andò a giocarsi la partita della vita contro il Tottenham di José Mourinho. Finì 0-5 per gli Spurs sul minuscolo stadio del Marine, ma chi se ne importa…

Ci appassionammo, dicevo. Ma quanti di noi si resero davvero conto che, stante l’ingessatura calcistica italica che abbiamo ormai metabolizzato, qualcosa del genere sarebbe, sic et simpliciter, impossibile in Italia?

O ci appassionammo proprio perché dentro di noi capimmo che quella era la cosa giusta e che noi abbiamo imbroccato la strada sbagliata?
In realtà sono arrivato a parlare di Coppa Italia a valle di alcune discussioni su gruppi di calcio, laddove anche post innocui spesso degenerano. In una di queste discussioni si contestava la scelta di Baresi rigorista. Ma non nel 1994, bensì nel 1990. Al che, risposi che Baresi era una scelta così rigorosa da essere ovvia, in quanto era stato, a rigore (e di rigore), il capocannoniere della Coppa Italia del 1990.

Già, proprio così… il Piscinin vinse la classifica dei marcatori, impresa mai riuscita nemmeno a Marcel Van Basten, della Coppa Italia 1990 con 4 reti.
E tutte su rigore.
Ivi compreso il contestatissimo rigore che Borgonovo si procurò contro l’Atalanta. E prima dell’arrivo di Van Basten al Milan calciava molti penalties. Non ricordo grossi errori, li segnava quasi sempre. Purtroppo per noi e per lui, perché macchiò una prestazione monstre, tra le migliori se non la migliore della carriera, sbagliò nella sauna di Pasadena in quel 17 Luglio 1994.

Una formazione del Vado, prima squadra vincitrice della Coppa Italia nel 1922. Levratto è il secondo in piedi da sinistra.

E sono arrivato alla Coppa Italia anche per via di un confronto in termini numerici (il totem di questi tempi) nel quale si mettevano a confronto le qualità realizzate (notevoli, eh!) di Platini con quelle di Maradona.
Il risultato, perché di somme e percentuali parliamo, era chiaramente a favore di Le Roi, con tre titoli di Bomber della A contro uno solo.
Il senso del risultato, e qui le cose cambiano, era sottintendere che Platini, in virtù dei numeri, fosse molto più forte di Maradona.

E niente, in questi tempi di numeri e algoritmi, escono dalle fottute pareti mi verrebbe da dire parafrasando un celebre film, anche le giocate diventano percentuali e rank.

I numeri mi piacciono, li mastico abbastanza bene pure, ma, semplicemente, non ritengo che possano essere significativi per il calcio, che ha come corollario una componente aleatoria e casuale più ingombrate di altre discipline.

Un calciatore può sbagliare n filtranti, ma se l’n+1esimo farà vincere la partita come sarà valutata la partita dell’assistman?
E ancora, una squadra può sfondare a destra n volte senza concludere nulla, ma una sola volta, e magari casualmente, a sinistra e portare a casa il risultato.
Una intelligenza artificiale suggerirebbe di continuare a provare a destra, dove si sfonda più facilmente.

Ma, statistiche per statistiche, mi ricordai che Diego Armando Maradona, nel funesto 1988, almeno per il Napoli, fece double, vale a dire che fu bomber principe tanto della serie A quanto della Coppa Italia.
Non ricordavo un bis del genere per Le Roi Michel e, scandagliando bene, è venuto fuori che solo Pepin Meazza, Roberto Boninsegna, Giuseppe Signori e Gigi Riva han fatto come Diego, con Riva e Signori che han fatto il double in più di una occasione, ma, incredibilmente, Beppe Signori, nonostante tutto, ha meno gol totali di… Giuseppe Giannini.
20 a 19.
E una media gol di 0,40 peggiore di, tanto per dirne due, Massimo Palanca e Marco Ferrante. Eppure lui ha vinto il titolo di bomber per due volte, contro la sola volta di Palanca e zero tituli per Ferrante. I due hanno pure, con 20 gol cadauno, più gol totali di Signori.
Ma cose da pazzi!

Spillo Altobelli, Boninsegna, Savoldi, Vialli, Giordano e Pulici (a pari merito gli ultimi due) sono ai primi cinque posti della classifica marcatori all time della Coppa Italia. E, con queste regole, con le big che entrano in gioco più avanti, difficilmente saranno scalzati.
Il povero Vialli è quello con più gol, ben13, in una singola edizione.

Ma ritornando a Maradona e Platini, mi vien da pensare che a Michel non doveva piacere troppo la Coppa Italia. Per lui solo, si fa per dire, 16 gol in 39 partite. Mentre per Maradona le cifre dicono 29 su 44.

Evidentemente anche CR7 snobbava un po’ la Coppa Italia, visto che ha una miseria, per lui, di soli 4 gol in 10 partite.
Cavani, solo per dirne uno, ha 9 gol su 14.

Plurivincitori sono Gigi Riva e Beppe Savoldi, che hanno vinto la classifica dei marcatori della Coppa Italia ben 3 volte.

Savoldi, come detto, è terzo in classifica generale con 47 gol in 98 partite (Altobelli ne ha 56 in 94 e Bonimba 48 in 91). Mentre Rombo di Tuono è più giù, in decima posizione, con però un’ottima percentuale, avendo realizzato 32 gol in 43 partite, cioè qualcosa come 0.74 gol a partita.

Sì, ok, direte, ma Omar Sivori che c’entra?
L’angelo dalla faccia sporca non ha mai vinto la classifica dei marcatori della Coppa Italia. Ma può vantare l’invidiabile media di 22 gol in 24 partite, cioè 0.92 (arrotondato per eccesso) gol a partita.

Come Felice Evacuo.
Anche Felice Evacuo – massimo cannoniere della storia della serie C – vincitore per ben due volte della classifica dei marcatori della Coppa Italia quando era in C con il Benevento, una volta a pari merito con Samuel Eto’o, ha uno score che recita 22 gol in 24 partite.

Appena un filino meglio, il bomber d’antan Aldo Boffi che marcò 23 gol in 25 partite.

E niente, pure dalle discussioni nascono bellissime storie di calcio.

 

Testo di Massimo Bencivenga. Appassionato scrittore, ha pubblicato da poco “Scegli, lotta, vinci!”.

Immagine di copertina tratta da Wikipedia.