La conferenza stampa di De Laurentiis è stata in linea col personaggio
Febbraio 9, 2024Nel suo libro “Leadership”, Gianluca Giansante affronta il tema dell’Hybris: per gli antichi greci era ciò che spingeva gli uomini a sopravvalutarsi, a tal punto da ribellarsi nei confronti degli déi. Questi ultimi, poco inclini a sopportare simili comportamenti da parte degli uomini, reagivano comminando la loro punizione.
L’Hybris, ovvero la superbia, è oggi considerata dagli scienziati britannici David Owen e Jonathan Davidson una patologia che colpisce coloro che hanno raggiunto posizioni di potere e che li porta avere un’alta considerazione di sé stessi – senza soppesare i propri limiti – e disprezzo nei confronti degli altri. La spiegazione è nella neuroscienza: la detenzione del potere può comportare un indebolimento dei neuroni specchio, quelli che generano l’empatia.
I sintomi dell’Hybris – tra cui secondo i due scienziati c’è anche l’eccesso di fiducia nei propri giudizi e la certezza di non dover rendere conto a nessuno – sono stati riscontrati in diversi personaggi della storia, capi di stato politici o militari. Finanche in imprenditori, quindi anche proprietari di club di calcio.
Che dire di una persona già con un ego al di sopra della media che arriva a vincere uno scudetto, la cui superbia poi travalica i confini dell’onnipotenza portandolo a compiere azioni capaci di disintegrare una macchina perfetta, con conseguenti assunzioni di colpe, che siano realmente sentite o meno. Ma anche a rilasciare dichiarazioni non sempre condivisibili.
Le solite discutibili modalità di comunicazione
Le modalità di comunicazione di Aurelio De Laurentiis sono ormai note. Schiettezza, accompagnata da una volgata romanesca che non conosce il politically correct e che spesso tralascia quella finezza che il suo ruolo richiederebbe. Il che fa passare in secondo piano anche delle buone idee, magari antesignane, a causa dei modi e dei tempi sbagliati.
Le dichiarazioni rilasciate poco prima di Natale, nella conferenza stampa pre-Verona e in quella di mercoledì 7 febbraio, hanno fatto pensare ai più a una persona in difficoltà, ad altre ancora a un presidente privo di lucidità. Che poi magari sono gli stessi che invitavano il patron a recarsi a Bari nell’estate 2022, che si sono dovuti ricredere in quella del 2023 e che infine sono ritornati alla carica in questa stagione. Potere del mondo social, tira più un like che…
Eppure, c’è un’idea che vaga nella mente, che circola dal presupposto che mai bisogna dare per spacciato un uomo come ADL, capace più volte di dare una svolta alle difficoltà registratesi in quasi 20 anni, di aprire più cicli e di ripartire quando si metteva in dubbio la competitività della squadra. E se le parole del presidente partenopeo sono dispensate appositamente?
Nella passata stagione, il lungo silenzio di De Laurentiis è stato favorito dal cammino schiacciante dei ragazzi di Spalletti, culminato nello storico terzo scudetto. Raggiunta la matematica certezza del tricolore, ecco le prima dichiarazioni che subito gli si sono ritorte contro, come “vincere, vincere, vincere” e “questa squadra può allenarla chiunque”.
Il vero problema delle dichiarazioni in conferenza stampa di De Laurentiis
Nel corso di una stagione colma di ostacoli, tanto da mettere in dubbio il raggiungimento persino del quarto posto, le sue uscite potrebbero avere lo scopo di distogliere le attenzioni da una squadra che nonostante il cambio di allenatore continua a mostrare segni che lasciano poco spazio all’ottimismo, pur con i 7 punti conquistati nelle ultime 3 partite. Non sarà un caso che negli ultimi giorni si parli più di De Laurentiis che degli impegni del gruppo di Mazzarri.
Il problema delle dichiarazioni di ADL, almeno di alcune, resta la ripetitività, sono – come si direbbe a Napoli e dintorni – “carte conosciute”. Come quando si affrontano i temi stadio, centro sportivo e scugnizzeria, o come quando si cerca di far passare da traditore quel giocatore che non accetta le sue proposte contrattuali.
Vien da chiedersi però, come punto principale delle sue uscite, se dopo le scuse abbia davvero compreso la natura dei suoi errori, in modo da provare a evitarli in futuro. E riducendo così la sua Hybris, che, come scrive ancora Giansante, significa ritornare con i piedi per terra. Perché se ci vuole molto a conquistare potere e fiducia, basta poco per perderli, facendo diventare pressoché impossibile l’arresto della parabola discendente.
Luigi Ottobre è laureato in Turismo per i Beni Culturali. Giornalista pubblicista dal 2019, ha scritto per il portale ‘Il Mio Napoli’ e scrive attualmente per GiornaleNews di Maddaloni, per il quale segue il Napoli anche dal Maradona. Appassionato di tennis, pallavolo e Moto GP, fa parte della famiglia di F&L dal 2024.
Immagine di copertina tratta da Wikipedia.