Vorrei essere come Paolo Rossi: i miei anni ’80 al Mamiani
Maggio 19, 2024“I heard you on the wireless back in fifty two
Lying awake intently tuning in on you
If I was young it didn’t stop you coming through
Oh-a oh-a”.
Inverno 1980.
Da oltre un anno sono al Mamiani.
Quando sono arrivato, nell’aria c’era solo questa canzone.
“Video killed the radio star”.
E pochi mesi prima, alle medie, ancora mimavo le coreografie di “Grease”. Ma qui ho trovato un mondo diverso e sconosciuto. Si canta “Manchester England England” e “Good morning starshine”.
I film più gettonati sono “Hair”, “Kramer contro Kramer” e “Il matrimonio di Maria Braun”.
Il libro alla moda è “Porci con le ali”, ambientato nella nostra scuola.
I ragazzi hanno tutti la camicia fuori dai pantaloni, capelli piuttosto lunghi (su quello sono forte anche io). Qualcuno ha già fatto sesso. Quello vero.
In classe nostra c’è Lalli Scoppola, figlio di un noto storico.
Che ha voce grave, arrochita dal fumo. Ed è molto carismatico. Io lo prendo come riferimento personale.
Anche se il più carismatico dI tutta la scuola è Carlo Fiorini. Che durante le assemblee in palestra sfoggia una vis oratoria forgiata da ore di militanza nelle sedi della FGCI. Sogno di diventare come lui.
E per quello passo ore davanti a Teleroma 56 a seguire i monologhi di Marco Pannella e Francesco Rutelli.
Mi piacerebbe anche saper disegnare come Cristina Catenacci. E avere al polso l’orologio del mio compagno di banco, Andrea Salerno.
Sul quale ogni ora esce fuori l’immagine di Gheddafi.
Da poco c’è stato il terremoto in Irpinia. E l’Italia è di nuovo sotto shock.
Non ci eravamo ancora ripresi. Perché circa 100 giorni prima i fascisti hanno ammazzato 85 persone a Bologna.
Nel resto del mondo le cose non vanno meglio. È stato eletto presidente degli USA quel vecchio fascio di Reagan.
Siamo sull’orlo della guerra nucleare. La crisi di Cuba sembra Disneyland a confronto.
Io ho smesso di andare in chiesa coi miei genitori la domenica.
E vorrei l’esonero da religione. Come quasi tutta la classe. Ma non ho il coraggio dì chiederlo ai miei.
Autunno 1981.
Si è chiuso un altro anno scolastico.
La gita di Pasqua in Grecia con la classe è il ricordo più bello, con le salite in pullman per il Pireo ascoltando “Tunnel of love” dei Dire Straits.
Adesso anche io ho imparato a girare con la camicia fuori dai pantaloni. A fumare (in realtà faccio finta, non so aspirare). A far fermare mio padre a 200 metri dalla scuola, per non far vedere ai compagni che mi accompagna lui in auto. E a fingere di non vedere mia madre. Per non salutarla. Quando la trovo inaspettatamente a parlare coi prof nei corridoi della scuola, subito fuori dall’aula. A pallone la nostra squadra di classe è forte. Io anche.
Ma il migliore è Guido Gabrielli. E io vorrei essere come lui. E come Michele Arcella.
Che ha fatto una descrizione in classe alla prof. Bonaiuto della crisi in Medio Oriente da far impallidire Ricciardetto.
Per questo ho trascorso l’estate a leggere di tutto.
Oltre 30 libri, “La storia” di Elsa Morante, tanto Steinbeck ed Hemingway, il Nietzsche di “Zarathustra” e “Al di là del bene e del male”. Questi ultimi due per poterne parlare col prof di religione. Che è fissato con Nietzsche.
Siamo rimasti in due a fare religione. E io ogni tanto mi domando “ma non è che pure ‘sto Nietzsche fosse fascio?”
Lech Walesa è praticamente una rockstar. Anche se io preferisco il nostro presidente Pertini. Il Papa è vivo per miracolo. Anche Reagan. Alfredino invece no.
E dopo mesi ancora si parla di lui. La prossima estate ci saranno i Mondiali.
Io spero con tutto il cuore che Paolo Rossi rientri in forma dalla squalifica. E ci faccia fare bella figura.
E di non essere rimandato in matematica.
Autunno 1982.
Poi la Curti mi ha rimandato sul serio. Tra i 5 migliori della classe come media voti. Ma 4,5 in matematica. Che ha abbassato a 4. Per rovinarmi l’estate. E invece no.
Perché siamo tornati a scuola campioni del mondo.
Grazie a Pablito. E io vorrei tanto essere come lui. Tutti gli italiani vorrebbero esserlo.
Però vorrei anche essere Paolo Valente. Il mio nuovo compagno di banco. Che ha un anno meno di me.
Ma è alto 10 cm. di più. E gioca a pallavolo come un semi professionista. E vorrei cantare come Iguana. Anche se non sta in classe mia. Ma fa lo stesso.
Napoli sta impazzendo per Pino Daniele e Massimo Troisi.
Roma invece per Baglioni e Verdone.
John Belushi, Gilles Villeneuve e Grace Kelly hanno lasciato da poco questa terra. Secondo me sono già leggenda.
È morto anche Breznev. Lui non lo so se diventerà leggenda. Dalla Chiesa invece è stato ammazzato dalla mafia.
Per fortuna Buscetta sta cominciando a parlare.
Settembre 1983.
La Roma ha vinto lo scudetto, dopo 41 anni.
La festa è durata settimane e ha colorato tanti muri della città.
Pochi giorni prima, durante scontri con gli studenti del Paolo Orlando, che ci hanno tirato sassi nel cortile della scuola, è stato arrestato uno dei nostri. Sono scomparse due ragazze poco più piccole di me, Emanuela Orlandi e Mirella Gregori.
Speriamo vengano ritrovate presto. Io sono il primo patentato della classe. E con la Panda nera faccio servizio taxi per il mio gruppetto di riferimento (Stefania Montalbano, Dario Piccioni, Marina Loi, Lalli Scoppola), che trascino al ritmo di “Karma chameleon” e “Dance hall days”.
Ma vorrei tanto essere Mauro Di Giacomo.
Che se nomini un personaggio o un periodo della storia o della politica è capace di parlartene per dieci minuti di seguito. Perché conosce tutti. In un’altra vita deve essere stato un prof universitario.
Però vorrei anche essere Paolo Modugno.
Che balla come un Dio (io che non mi muovo neanche sotto tortura) insieme a Giulia Bartuli.
E…no…non vorrei essere Giulia Bartuli. Ma vorrei ballare con lei. E se possibile fare qualche altra cosa.
Ma pare inaccessibile a noi umani.
La Prof. Damiani continua a divertirsi a riempire la classe di 2+, 3-, 4/5. Spero avrà la coerenza di mettere votacci anche alla maturità. Se mai dovesse saltar fuori un 60, come lo giustificherebbe ?
Luglio 1984.
Abbiamo perso la coppa campioni. In finale. In casa. Ai rigori.
Antonello Venditti senza conoscermi ha raccontato le mie emozioni in “Notte prima degli esami”. Una canzone uscita poco prima della nostra maturità. Che per me è stata un disastro. 36.
Mi ci vorrà tempo per metabolizzare. Sono stato due giorni fa a Gaeta, spiaggia di Serapo.
Ho incontrato tutti i miei amici di là, con cui gioco a pallone sulla sabbia. Tranne uno. Ciro Ferrara.
Il Napoli lo ha convocato per il ritiro precampionato. Si allenerà con Maradona. A 17 anni. O smette di giocare, o va in Nazionale.
La terza guerra Mondiale per adesso non è scoppiata.
Speriamo Reagan non faccia troppi casini.
Marzo 2024.
Sono trascorsi 40 anni. Lo sto scrivendo. Quindi niente Terza guerra Mondiale. Almeno fino a oggi.
Emanuela Orlandi e Mirella Gregori però non sono state ritrovate.
Nonostante il mondo adesso sia molto più piccolo. Perché entra tutto dentro i nostri smartphone.
Io alla fine non sono riuscito ad essere Carlo Fiorini. Né Lalli. Non sono Guido. Né Michele. Non sono Pablito. Non sono Mauro. Né Paolo. O Iguana. Ma sono un po’ tutti loro.
E le gioie e le sofferenze vissute al liceo mi accompagneranno per tutta l’esistenza.
Ogni volta che la radio suonerà “Good morning starshine” o “Tunnel of love”.
O che ripenserò alle ricreazioni trascorse al chiuso del bagno per evitare di essere buttato nella fontana della scuola, incubo ricorrente per anni nei miei sogni. Ogni volta che passerò davanti al Mamiani e vedrò un assembramento di ragazzi. Che mi guardano come io guardavo mio padre all’epoca. Negli anni in cui siamo diventati quello che siamo adesso. Aspetta aspetta …
-Sara?
-Sì papà?
-Ma cosa stai cantando ?
Non ci credo …
“You are a radio star…
You are a radio star…
Video killed the radio star
Video killed the radio star….”
Testo di Paolo Palazzo. Autore del podcast “Anni Mondiali” insieme alla moglie Dina Curione.
Immagine di copertina e foto all’interno del testo concesse dall’autore.