Il Diario di Euro 2024, vol.7: la preview degli Ottavi di finale

Il Diario di Euro 2024, vol.7: la preview degli Ottavi di finale

Giugno 29, 2024 0 Di Alfonso Esposito

Settima puntata del Diario di Euro 2024, con la preview degli Ottavi di finale, a cura di Alfonso Esposito.

Qui la puntata precedente.

Germania – Danimarca

“La sinistra è la mano del diavolo”, sentenziava minacciosa l’antica superstizione popolare. Un fondo di verità sembra esserci, se si studia il tabellone per gli ottavi degli europei, su quel versante si concentrano confronti insidiosi come il frutto proibito che costò il paradiso ad Adamo ed Eva. Nessun match che ambisca al rango di finale anticipata, ma di una buona semifinale, questo sì. Partendo da Germania-Danimarca, dove blasone, tasso tecnico e clima casalingo fanno pendere decisamente la bilancia dal lato dei tedeschi, che, però, finora non hanno fatto mirabilie.

Nagelsmann alle prese col datato rebus-centravanti: meglio il più raffinato, ma anemico, Havertz o, piuttosto, Füllkrug, che non delizia gli occhi ma, intanto, la butta dentro? Inoltre, se i vichinghi danesi la mettono sul piano della gagliardia fisica, dove non temono rivali, e magari isteriliscono la regia di Kroos, i ghirigori di Musiala potrebbero non bastare.

Francia – Belgio

Identico il ragionamento per Francia-Belgio, se Mbappé e soci fanno il loro dovere la vittoria è più che probabile, anche perché la retroguardia belga sembra accusare il colpo quando è presa in velocità, ma qualora i ‘galletti blu’, come già visto, dovessero specchiarsi nei loro preziosismi stilistici (vero, Dembelé?) potrebbero finire abbrustoliti sulla graticola dei ‘diavoli rossi’. Di spessore minore, almeno sulla carta, le altre due sfide.

Portogallo – Slovenia

Il Ronaldo furioso dovrebbe placare la sua sete di gloria contro la Slovenia, di sicuro solida e ben organizzata, ma poco attrezzata nel caso in cui il Portogallo dovesse dar fondo a tutte le sue risorse tecniche, con Leão, finalmente, meno funambolo e più cavalleggero dalle sgroppate devastanti.

Spagna – Georgia

Chiude Spagna-Georgia, ai caucasici tocca da pelare la gatta sicuramente meno addomesticabile di tutte, se le chiamano ancora ‘furie rosse’ una ragione deve pur esserci. Però, però, Morata tutto è tranne che la punta di diamante della sua nazionale, mentre Mikautadze ha dimostrato di saper segnare, eccome. Senza dimenticare che Chakvetadze e Kvaratskhelia, piazzati a fare da guastatori tra le linee iberiche, potrebbero creare più di un patema per una mediana nemica dove abbondano i finisseurs, ma di gente che fa legna pare esservi penuria. La ragione e il ranking dicono Spagna, ma anche contro i ‘cugini’ lusitani la nottata pareva nera, mentre invece son brillate le stelle.

Il lato “debole” del tabellone?

“E poi dice che uno si butta a destra!”. Veramente, Totò diceva “a sinistra”, ma mi perdoni il principe della risata se muto verso alla sua celebre battuta, per convenienza questo viene da esclamare quanto alla parte destra del tabellone degli ottavi.

Causa le bizzarrie del fato calcistico, le big, vere o presunte, si sono raddensate sulla sponda opposta, certo, da questo lato restano Italia ed Inghilterra ma, con i loro chiari di luna, tutt’altro sembrano che corazzate temibili.

Gli inglesi somigliano ad un colosso coi piedi di argilla, potenzialmente deflagranti in avanti ma, come visto con la Danimarca, basta tagliare i rifornimenti ai quattro arcieri d’attacco per renderli ‘normals’.

In più la Slovacchia, Lobotka su tutti, è dotata proprio di ciò che manca agli uomini di Southgate, un minimo di organizzazione tattica, e questo potrebbe, alla lunga, favorire la truppa di Calzona.

La ‘mia’ Olanda deve fare i conti con i romeni, che dalla loro hanno anche la dea bendata; Koeman dovrebbe astenersi da certe alzate d’ingegno – tipo ostinarsi con Depay punta centrale – e non lasciar illanguidire in panchina Xavi Simons e Frimpong, come contro gli austriaci, altrimenti la vedo dura assai.

Austria che, dal canto suo è impegnata in un confronto suggestivo con la Turchia di Montella: asburgici contro ottomani, evocazioni storiche a parte, Rangnick ha dalla sua un assetto tattico efficace, ma Çalhanoğlou, Yildiz e, soprattutto, Arda Güler possiedono gli argomenti tecnici giusti per scombinare i progetti del c.t. austriaco.

Italia – Svizzera

E veniamo a noi. Al netto degli sfottò con annessi pentimenti (tardivi e calcolati) dell’elvetico-bolognese Freuler, la tenzone con la Svizzera è di quelle al ‘calor bianco”, loro sono ben disposti in campo, hanno Akanji che torreggia in difesa, Xhaka e Freuler stesso a dirigere il traffico, Aebischer a sganciarsi insidiosamente e Ndoye a folleggiare in avanti.

Quasi tutte vecchie conoscenze del nostro calcio, sanno bene come siamo fatti. Ma anche noi siamo edotti dei loro pregi e difetti, e non è poco.

Qualora l’Italia dovesse palesare una condizione fisica migliore di quella molto deficitaria messa in mostra finora e, ancora, optasse per un’identità tattica ben definita – rinunciando a camaleontismi macchinosi e controproducenti – a loro, che hanno inventato l’emmenthal, i buchi potremmo farli noi.

Se la notte ha portato consiglio a Spalletti, potremmo sperare in una mediana più robusta e tonica – magari con Cristante e, perché no, addirittura Forolunsho, che, quanto a motivazioni e prestanza fisica, potrebbe rivelarsi una scelta indovinata – ma rassegniamoci a patire pene d’inferno e ad invocare, nel giorno a loro dedicato, un miracolo congiunto dei santi Pietro e Paolo se, invece, Lucianone non abiurasse Jorginho.

Perché ‘radio Jorginho’, che i cronisti Rai ancora rievocano con struggente nostalgia, da un pezzo, ormai, non trasmette che malinconici lenti.

 

Testo di Alfonso Esposito: Avvocato, docente di Diritto Penale alla scuola di specializzazione dell’Università Federico II di Napoli, ha appena pubblicato con la Urbone “LEGGENDAJAX: storia e storie di una svolta epocale”.

Di attaccanti che hanno fatto la storia azzurra ha scritto in “Napoli: segnare il tempo”.

A questo link trovate il suo libro “Il Mito che Insegna”, sul Napoli di Vinicio, edito sempre da Urbone Publishing, per la quale ha pubblicato anche “Alla Riscoperta dell’Est”.

Immagine di copertina tratta da Wikimedia Commons.