Curitiba: quando la sostenibilità e il calcio si abbracciano
Ottobre 2, 2024Sviluppo sostenibile e smart city sono due concetti particolarmente attuali. Attualità non è però sinonimo di novità. Sono passati infatti trentasette anni da quando, nel 1987, la Commissione Mondiale sull’Ambiente e lo Sviluppo (World Commission on Environment and Development – WCED) iniziò a segnalare, in maniera concreta, la necessità di un cambio progressivo nel concetto di progresso. Una modifica radicale in riferimento a diversi il cui germe positivo iniziò a diffondersi in tante città a livello mondiale.
In questo contesto di rinascita c’è però un esempio virtuoso che rappresenta ancora oggi un caso di studio tra i più importanti del settore. Già dagli anni ’70, infatti Curitiba veniva considerata come città precursore della sostenibilità. Il calcio non poteva non essere investito da questa corrente rivoluzionaria, capace di fare da traino per tanti altri centri urbani.
Vediamo quindi cosa ha rappresentato e cosa rappresenta ancora oggi la capitale dello Stato di Paraná in termini di sviluppo sostenibile e come il calcio ne è stato, positivamente, coinvolto.
Our Common Future
“Il nostro futuro comune” . O, parafrasandone il titolo, il futuro è interesse di tutti. È così che la WCED decide di chiamare il documento, più noto come Rapporto Brundtland, contenente la definizione di sviluppo sostenibile. Definizione chiara e quasi inequivocabile che si porta dietro, però, un alone di fraintendimento.
“…sviluppo che soddisfi i bisogni del presente senza compromettere la possibilità delle generazioni future di soddisfare i propri…”
Il riferimento allo spreco indiscriminato di risorse naturali non rinnovabili è palese. Ai giorni nostri però, questo concetto viene associato direttamente a quello di inquinamento che, in realtà, ne rappresenta una conseguenza.
In poche e semplici parole, si chiedeva a gran voce di iniziare a sviluppare politiche atte a incentivare il risparmio di risorse non rinnovabili, soprattutto combustibili fossili, in modo che anche le prossime generazioni le potessero utilizzare. Andava da sé poi che l’utilizzo di fonti energetiche rinnovabili in luogo di carbone e petrolio avrebbe contribuito a ridurre l’inquinamento e rallentare l’effetto serra.
Tecnicismi a parte, dal 1987 a oggi, tanto è stato fatto ma tanto si può ancora fare.
Città intelligenti a 360°
Il Rapporto Brundtland ha dato avvio alla stagione di quei programmi e progetti a lungo termine finalizzati a risolvere una serie di problematiche ambientali. Il Protocollo di Kyoto e la recente Agenda 2030 sono due dei tanti esempi di cui fanno parte, seppur non direttamente, anche le Smart Cities.
La città intelligente (smart city) rappresenta, infatti, un fenomeno nato un po’ per caso, il cui obiettivo principale era quello di implementare le nuove tecnologie nel sistema urbano per migliorare la qualità della vita dei cittadini. Alcune città (Oslo, Amsterdam, Copenaghen, Londra solo per citarne alcune) hanno superato tali presupposti attuando azioni migliorative in settori come sicurezza, salute, istruzione, rifiuti, gestione delle acque, partecipazione del cittadino, mobilità sostenibile, verde pubblico e tanti altri.
In questo, nell’immaginario collettivo, Rio de Janeiro risulta la prima grande città a potersi vantare dell’appellativo di città smart. È doveroso, però, tributare il giusto riconoscimento a una città come Curitiba che, tanti anni prima e con le tecnologie a disposizione dell’epoca ha attuato una serie di interventi riorganizzativi dell’ambiente urbano ponendo al primo posto il benessere del cittadino.
L’esempio virtuoso di Curitiba
Dal 1971 al 2023. Dall’inizio del primo mandato di Jaime Lerner, architetto e urbanista, come sindaco della città al premio come “città più intelligente del mondo” ai World Smart City Award di Barcellona poco meno di un anno fa. Curitiba è l’esempio lampante di come avere le idee chiare sia il presupposto di una corretta pianificazione urbana. Quando ancora i bus elettrici erano una lontana invenzione, Lerner creò vere e proprie arterie stradali alternative ad uso esclusivo della mobilità pubblica preservando così il centro storico.
Nell’analisi non può essere poi dimenticato il rain garden system, rete urbana di parchi pubblici la cui irrigazione è garantita dalle abbondanti precipitazioni che colpiscono attualmente la zona. Questi sono solo degli esempi di cui Curitiba è stata promotrice. Con il passare del tempo, il tutto è stato integrato da aspetti quali mobilità sostenibile, riciclo e da precisi criteri nell’edificazione dello spazio urbano.
Quando il calcio diventa sostenibile
E in tutto questo, quando e come entra in gioco il pallone? I due principali club calcistici della città, Athletico Paranaense e Coritiba, sono impegnati da anni nella lotta alla salvaguardia del pianeta in tutti i suoi aspetti. Dimostrazione di come i criteri della sostenibilità non rappresentino una moda momentanea ma un vero e proprio approccio culturale.
Il Furacão, soprannome del club rossonero dell’Athletico Paranaense, è una delle squadre più importanti del Paese se prendiamo i risultati sportivi degli ultimi anni. La vittoria per due volte della Coppa Sudamericana, nel 2018 e nel 2021. Il raggiungimento della finale di Coppa Libertadores nel 2021. Successi che hanno contribuito a far conoscere il club a livello continentale.
Il club è espressione coerente di quanto proposto dalla città nel corso degli ultimi cinquant’anni. Il calcio, anzi, viene concepito come volano di sostenibilità in quanto permette di arrivare alla massa ed è strumento perfetto di inclusione sociale e atteggiamenti sostenibili. La costituzione della Fundação Athletico Paranaense, nota come Funcap, si pone proprio tali obiettivi.
L’altro cuore calcistico della città, il Coritiba, non è però da meno. Nossa Identitade Verde oltre che essere il motto del club è la sua carta di identità, espressione sia del colore del club sia di una causa condivisa.
C’è anche una terza squadra di Curitiba che, nonostante sia fallita nel 2017, merita più di una menzione in ambito di sostenibilità. Si tratta del J. Malucelli Futebol che, dal 2007 e per dieci anni, ha disputato le proprie partite casalinghe nello stadio Janguito Malucelli, battezzato come Ecoestádio in quanto la tribuna principale fu costruita senza l’uso del cemento, sfruttando la pendenza del terreno, ricoprendone di erba i gradoni e utilizzando legno proveniente da rimboschimento come elemento strutturale.
Alessandro Sanna è un insegnante, tifoso del Cagliari e del Newell’s Old Boys, esperto di calcio sudamericano.
Ha scritto tre libri: “Fantasie calcistiche rioplatensi: Storie di fútbol tra fantasia e realtà
“¡Que viva el fútbol!: Storie, aneddoti e cronache delle più accese rivalità sudamericane”.
“Cagliari è celeste: storia di un amore mistico oltre il calcio”.
Fondatore della pagina, del Podcast e del canale twitch “Que Viva el Fútbol”.
Collabora con Carlo Pizzigoni a “La Fiera del Calcio”.
Nell’immagine di copertina, tratta da Wikipedia, lo Stadio Major Antônio Couto Pereira che ospita le gare casalinghe del Curitiba.