
La Scozia prima di McTominay e Gilmour
Ottobre 9, 2024La maglia di un blu carico con un leone rosso rampante sul lato sinistro, i basettoni lunghi quanto bastava, un sorriso stampato sul viso in qualsiasi occasione e soprattutto i capelli rossi che lo differenziavano da tanti altri atleti del Regno Unito.
La maglia particolare, bellissima (che in Italia osavo paragonare solo a quella della Sampdoria e del Cagliari scudettato di Riva), era a strisce orizzontali bianche e verdi con un quadrifoglio in bella evidenza. Molto rugby style ma indubbiamente di grosso impatto.
Per me, nell’infanzia, la Scozia erano William Bremner, detto ‘Billy’, una vita da mediano nel Leeds, e il Celtic di Glasgow, una squadra che mi rimandava alla cultura celtica, ad una radice di forte spessore storico-culturale.
E a loro pensavo quando disegnavo su vecchi quaderni ipotetici incontri internazionali tra Scozia e Inghilterra o tra Celtic e Rangers.
Molti anni dopo, da adulto, scoprii i match programmes ed iniziai a collezionarli, anche con una certa frequenza. All’estero ci vanno tuttora matti.

La copertina del match programme Hibernian – Napoli
Oggi il fenomeno in Italia, da un inizio in stile ‘british’, si è trasformato in pubblicazioni che danno allo stadio prima della partita ma che contengono diverse pagine anche non inerenti la gara stessa, magari con foto a colori di gare precedenti.
Il match programme in origine era basato essenzialmente sulle notizie della squadra ospitata e qualche passaggio sul team che ospitava. Serviva a quello, ad essere un ricordo di ‘quella’ partita, non una fanzine o un giornale. Un bel giorno, dunque, mi imbatto in questo match programme di Hibernian-Napoli del 1967, bellissimo, pieno di foto degli azzurri con notizie, curiosità e storia nel classico stile che ha sempre contraddistinto queste pubblicazioni.

L’interno del match programme
Inoltre il verde splendido della copertina faceva contrasto con la squadra schierata in completo rosso (la foto è in bianco e nero ma esiste anche una versione a colori), una divisa che il Napoli usava spesso in casa per dovere di ospitalità negli anni ‘60. Questo acquisto fu, per me, il secondo incontro con la Scozia nel mio percorso di patuto del football.
È vero, all’università, avevo studiato Walter Scott e Robert Louis Stevenson e dei due avevo apprezzato le opere migliori. Quella nazione era “Ivanhoe” e “Dr. Jekyll and Mr.Hyde”, capolavori assoluti, chi può negarlo?
Crescendo, poi, mi imbattei in Irvine Welsh e il suo “Trainspotting”, un romanzo che ha segnato un’epoca. Viscerale, visionario, beffardo, proletario, realista. Se non avete letto il libro c’è sempre il film di Danny Boyle che può aiutarvi in tal senso.
Torniamo al ‘calcio giocato’. Due anni fa nel girone di Champions League al Napoli toccano i Rangers di Glasgow ed io che ero simpatizzante dei Celtic (per la bellissima maglia!) mi augurai che gli azzurri di Spalletti ne facessero polpette.
Gli scozzesi ne mangiarono ben sei, tre a zero sia all’andata che al ritorno. Politano su rigore, Raspadori e Ndombele nella terra dei ‘Mc’ e doppietta di Simeone e Østigård al ‘Maradona’.
Il prossimo step? Beh, questa è facile. L’arrivo di Scott Mc Tominay e Billy Gilmour al Napoli quest’anno. Il primo è nato a Lancaster in Inghilterra ma, grazie alle lontane parentele dei nonni, è diventato pilastro della nazionale scozzese mentre il secondo è venuto al mondo a Irvine ed è senza dubbio uno dei centrocampisti più forti dei blues.
In entrambi i casi la distanza che separa questi due posti da Edimburgo è di circa due ore, nonostante uno sia in Inghilterra e l’altro in Scozia. Ed allora la capitale non può che farci riandare, riannodando i fili del passato col presente, alle due partite che il Napoli disputò in Coppa delle Fiere (l’antesignana della Coppa U.E.F.A.) nella stagione 1967-68, una delle quali è quella del famoso match programme di cui sopra.

Il retro del match programme
Dopo aver superato agevolmente il primo turno battendo i tedeschi dell’Hannover (4 a 0 al San Paolo con reti di Girardo, un’autorete di Laszig e una doppietta di Altafini) ed aver impattato al ritorno (al vantaggio di Barison aveva risposto Stratschitz), al Napoli toccano i tignosi, prestigiosi e ‘cattolici’ scozzesi dell’Hibernian che sono noti per il derby contro i cugini protestanti degli Heart of Midlothian.
Nella gara d’andata in casa gli azzurri giocano una gara quasi perfetta con Cané protagonista di ben tre marcature a cui si aggiunge la rete di Altafini. Gli scozzesi appaiono spaesati ed intimoriti dalla folla di Fuorigrotta e riescono a segnare solo con Stein prima che Jarbas Faustinho metta il sigillo finale sul 4 a 1

Cané, autore di una tripletta nella gara d’andata
La gara di ritorno appare una formalità ma nel calcio mai dire mai, soprattutto contro le squadre britanniche. Quindici giorni più tardi ad Edimburgo è il Napoli ad apparire smarrito e disorientato. Alla fine del primo tempo gli scozzesi sono già in vantaggio di due reti per le marcature di Duncan e Quinn.
La difesa degli azzurri appare sonnolenta, svagata, quasi in vacanza. La gara è ancora aperta ma nessuno si aspettava il tracollo del secondo tempo, anzi tutti attendevano una reazione del Napoli. Negli spogliatoi Pesaola, capita l’antifona, raccoglie i suoi uomini e dice loro di randellare, di giocare duro per cercare di fermare quelle che sembrano furie in biancoverde.
Poi toglie Orlando, una punta, ed inserisce Girardo, un mediano per arginare gli attacchi scozzesi. La foga agonistica tradisce però il neo subentrato che dopo un quarto d’ora entra in modo scomposto su Stevenson e viene espulso. In inferiorità numerica il Napoli perde ulteriormente la trebisonda e cade altre tre volte sotto gli attacchi dei padroni di casa con Zoff che sbraita continuamente nei confronti dei suoi compagni di reparto per cercare di limitare un passivo che rischia di essere ‘tennistico’.

L’espulsione di Girardo nella gara di ritorno
Finisce 5 a 0 con i partenopei fuori dalla Coppa dopo una notte da incubo e per aver probabilmente preso sotto gamba l’impegno di ritorno. Nonostante quella vergognosa partita, la squadra disputa un ottimo campionato arrivando seconda dietro al Milan, distanziato di sette punti, con la consapevolezza di essere una compagine forte. Peccato che ad Edimburgo qualche giocatore si distrasse un po’. Forse preso da qualche buona birra scozzese o da ragazze dai capelli rossi. Chissà.
Testo di Davide Morgera. Professore e scrittore, cultore della storia del calcio e del Napoli. Ha pubblicato quattro libri:
Cronache dal secolo scorso: atti unici nella storia del Napoli (con Urbone Publishing).
Azzurro Napoli. Iconografia inedita di una passione infinita.
Volevo essere Sergio Clerici. Memorie e storie di calcio.
L’immagine di copertina (Dino Zoff dopo aver subito il primo gol in Hibernian – Napoli) e le foto del testo sono tratte dall’archivio personale di Davide Morgera e utilizzate su autorizzazione dell’autore.