Otto anni D paradiso: intervista all’autore Filippo Fabbri

Otto anni D paradiso: intervista all’autore Filippo Fabbri

Dicembre 3, 2024 0 Di Luca Sisto

Girone D, Serie D. Siamo a San Mauro Pascoli, Romagna, la città di uno dei più grandi poeti e letterati dell’Ottocento.

La squadra di calcio cittadina, la Sammaurese, milita nell’anticamera del professionismo da dieci anni di fila, anche se, in questa stagione, le cose si stanno mettendo male. Abbiamo incontrato l’autore del libro – Otto anni D paradiso – cronaca di una provinciale della Romagna che ha sfidato le grandi del calcio” – il giornalista Filippo Fabbri, che ci ha raccontato della Sammaurese e dell’opera che ha dedicato alle prime otto stagioni in D del club.

Ciao Filippo, innanzitutto grazie a nome delle lettrici e dei lettori di Football&Life per questa intervista. Puoi dirci come nasce l’idea del libro? Cosa ti ha spinto a pensare che la storia della Sammaurese potesse essere il simbolo di un rilancio del calcio di provincia, fatto di tante idee, pochi soldi, ma con una forte identità?

“Il libro è nato dalla volontà di raccontare quanto di eccezionale è stato scritto nel calcio dilettantistico in Romagna negli ultimi otto anni, in un’avventura che perdura tutt’ora. È il percorso di una piccola squadra di provincia costruita con budget al minimo che ha messo sotto scacco grandi compagini del calcio che conta, molte delle quali giocano nel mondo professionistico.

Oggi il calcio, anche quello locale, è troppo assorbito dall’attualità e si tende a dimenticare tante piccole belle storie che rendono speciale questo sport. Un libro aiuta a farle durare nel tempo, magari a futura memoria per le generazioni future. È probabile che dia un peso eccessivo a un volume così periferico, tuttavia mi auguro che almeno in Romagna non vada nel dimenticatoio quanto è successo in questo decennio a San Mauro Pascoli”. 

Cominciamo dalla fine: il libro racconta i primi otto anni in D della Sammaurese. La squadra oggi è ancora inserita nel girone D della serie D. Quest’anno però ha messo insieme la sua peggior partenza ed è ultima, con una sola vittoria, fra l’altro ottenuta nella 13esima giornata contro il Fiorenzuola. Come mai, a tuo giudizio? Questo declino è fisiologico o c’entra qualcosa la fine dell’era Cristiano Protti?

“Lo scorso campionato la Sammaurese si era salvata all’ultima giornata con una squadra costruita ancora più al risparmio grazie alla forza di un gruppo plasmato da un bravo tecnico come Mirko Taccola. Nelle ultime partite faceva fatica ad arrivare a undici giocatori titolari (non è uno scherzo). Tuttavia la forza d’insieme ha saputo sopperire alle evidenti lacune di qualità.

Un risultato così eccezionale può andarti bene una stagione, due consecutive è molto difficile. E infatti in questo campionato a mio parere si è azzardato un po’ troppo e la squadra è partita malissimo, con zero vittorie in 12 partite e soprattutto la novità del cambio di tecnico, situazione mai verificatasi in questi 10 anni in serie D. Il ritorno di Stefano Protti in panchina è la scelta su una persona di carattere che conosce bene ambiente e categoria, dopo la sua esperienza nei professionisti in C alla Fermana”. 

Sul personaggio simbolo di questi anni, pochi dubbi?

“Cristiano Protti è stato l’elemento di continuità degli otto anni, l’anima (non solo economica) del progetto. Presidenti ce ne sono tanti in giro, ma Presidenti contemporaneamente direttore sportivo, direttore generale, a volte autista di pulmino, ecco figure così totalizzanti sono rare. Ricordo che prese la società in Prima Categoria e oggi è al decimo campionato in serie D”. 

Fra i calciatori, immaginiamo, l’uomo in copertina con la sua rovesciata, o c’è anche qualcun altro?

“Ne indico due. Marcello Scarponi, la bandiera che ha preso parte a tutti gli otto campionati in D, l’unico a farlo. Insieme a lui il giocatore più talentuoso degli ultimi 15 anni a San Mauro Pascoli: Thomas Bonandi, l’autore della rovesciata nella copertina del libro. La sua storia è po’ l’emblema della Sammaurese. Giocava nella Primavera del Cesena, subisce un grosso infortunio e pensa di smettere. Decide di ripartire dalla Sammaurese quando era in Prima Categoria, e finisce per trascinare la squadra in quarta serie. Lo richiede la Reggiana in serie C, dopo una settimana di ritiro torna a San Mauro e decide di chiudere qui la carriera”. 

In tutto il libro ricorre un rapporto catulliano con uno stadio in particolare, il Morgagni di Forlì, che ha ospitato la Sammaurese all’inizio della sua avventura in D, ma è stato teatro di vittorie e grandi gesti tecnici, come la rovesciata di Bonandi, solo come stadio “in trasferta”…

“Forlì è una piazza ambiziosa anche se un po’ complicata. In questi anni la sua bestia nera è sempre stata la squadra di San Mauro Pascoli. Clamoroso fu un celebre 1-5 quando la Sammaurese arrivò al Morgagni dopo quattro sconfitte consecutive. Prima ancora c’è stata le celebre rovesciata di Bonandi immortalata nella copertina del libro che ha fatto il giro televisivo d’Italia. Ma anche di recente le cose sono andate bene per la Sammaurese: quest’anno malgrado la partenza molto complicata i giallorossi hanno pareggiato al Morgagni, mentre lo scorso anno hanno conquistato un clamoroso 0-3. Insomma se a Forlì parli della Sammaurese qualche brivido scorre lungo la schiena dei tifosi”

Vengono raccontati diversi episodi di rivalità fra club e tifoserie. In particolare fa sorridere quella del derby con la Savignanese, compagine finita sempre alle spalle della Sammaurese e spesso “vittima” di sfottò. C’è un retroscena che vuoi rammentare per i lettori e che ti ha colpito maggiormente in questi anni?

“A San Mauro il derby è solo uno, contro i “confinanti” della Savignanese. Gli altri sono solo geografici, nulla più. È una rivalità storica che affonda nella notte dei tempi. Per capirci, ero un ragazzino e prima di un derby un gruppo di sammauresi andò a Savignano con una cassa da morto con scritto “Savignanesi”. Il calcio di provincia è bello per questo.

Quando le due squadre si sono affrontate per la prima volta in D la Sammaurese non solo vinse sul campo, ma i tifosi misero al collo della statua di Giulio Cesare una sciarpa della squadra a due passi dallo storico fiume Rubicone. Nella gara di ritorno accadde il contrario: vinse la Savignanese e i tifosi misero la loro sciarpa sul monumento della Cavalla storna di pascoliana memoria a San Mauro. Tutto molto bello”.

Qual è lo stadio in trasferta in cui la Sammaurese ha capito la differenza fra un progetto di calcio professionistico e uno dilettantistico. Non vale dire “il Tardini”, ma ci ritorniamo subito.

“Più che uno stadio nello specifico me ve vengono in mente tanti che ospitano grandi squadre: Vis Pesaro, Fermana, Rimini, Cesena, Mantova, Prato, Ravenna, Pistoiese, Carpi. Sino ad alcuni anni fa era impensabile leggere il nome della Sammaurese contro compagini così attrezzate. E invece l’incrocio non solo è avvenuto ma, a parte Cesena e Mantova, la squadra ha sempre fatto punti e la sua bella figura”. 

Hai raccontato nei dettagli la doppia sfida col Parma al primo anno in D. In particolare l’organizzazione delle riprese Sky al Macrelli di San Mauro Pascoli. Pensi che la pay TV non dia abbastanza spazio al calcio dilettantistico?

“Sono dell’idea che il calcio dilettantistico debba essere vissuto allo stadio, nell’incontro tra le persone, il confronto al bar, il rapporto diretto con i calciatori senza tanti intermediari. La mia fortuna è vivere tutto questo come è giusto che sia in queste dimensioni. Dubito che la pay tv possa avere interesse per piccole e medie realtà.

Possono invece avere un loro ruolo le televisioni locali in specifici programmi dedicati a queste categorie. Magari anche trasmettendo le partite delle trasferte in diretta laddove la distanze siano lontane. Una volta feci la follia di accompagnare il presidente Protti nella trasferta a Campobasso: 8 ore di auto tra andata e ritorno per la Sammaurese. Quasi un viaggio della speranza per una partita di quarta serie…”

Uno degli episodi più divertenti, è quello che riguarda il presidente del Pineto calcio, batterista per passione, che organizza un concerto prima della partita in casa vostra. L’ho trovato magnifico, soprattutto pensando al fatto che da due anni milita in C.

“La cosa simpatica è che nacque tutto per caso. La Sammaurese giocava in trasferta a Pineto e al termine della gara il Presidente abruzzese regala un cd musicale a Protti. Il quale a sua volta gli chiede di tenere un concerto, il giorno prima della gara di ritorno, in un bar a due passi dallo stadio. Nasce così una sorta di terzo tempo musicale tra le due squadre che registra anche un bis due anni dopo quando le due squadre si incontrano ancora”. 

Curiosità personale: puoi raccontarci la parentela fra i tre Protti? Igor, Cristiano e Stefano…

Sono cugini anche se non so dirti in quale grado. Ti dico solo che quando la Sammaurese incontrò il Pro Livorno Sorgenti nel campionato 2020/21, Igor venne a San Mauro a salutare la Sammaurese in una sorta di reunion a tre tra cugini. La curiosità sta nel fatto che tutti e tre, seppure in carriere e categorie diverse, sono stati attaccanti, come se avessero un comune Dna di goleador. 

L’emozione della nazionale che si allena al Macrelli. Che ricordi hai?

“Penso che il 7 giugno del 2022 sia un giorno che rimarrà bene impresso nella storia di San Mauro Pascoli. Personalmente è stato uno dei momenti più emozionanti in vita mia. Non capita tutti i giorni di ospitare e vedere da vicino i Campioni d’Europa. Mi colpì molto Gianluca Vialli perché già si vedevano nel suo gracile fisico i segni della malattia che qualche mese dopo l’avrebbe portato via. Diciamo che con la nazionale italiana si sono toccate le stelle, il cui antipasto di cielo era stato assaporato tre anni prima quando l’Under 21 inglese scelse sempre San Mauro come suo quartier generale negli Europei di categoria in Italia”. 

Quale futuro attende la Sammaurese?

“È difficile a dirsi in questo momento. Nell’agosto scorso è subentrata una multinazionale che ha acquisito la maggioranza del Club. Per la prima volta in 90 anni la società non è più in mano a qualcuno di San Mauro Pascoli. Al momento della presentazione sono volate parole grosse come la conquista della serie C nel prossimo biennio. In realtà sino ad oggi poco si è visto e più di una perplessità c’è in proposito. Restando all’attualità, la salvezza in questa stagione avrebbe del miracoloso visto l’inizio di campionato. Personalmente ci credo anche perché in questi anni di miracoli ne ho visti parecchi a queste latitudini”. 

 

Intervista a cura di Luca Sisto, chief editor di Football&Life. La redazione ringrazia Filippo Fabbri per aver raccontato la splendida storia di sport che ha ispirato il suo libro.

Filippo Fabbri è laureato in Storia Contemporanea all’Università di Bologna. A calcio era sì bravo, ma nella fantasia alimentata da Guerin Sportivo e Gazzetta dello Sport. Meglio giornalista, quindi, cresciuto nell’ammirazione di tre G: due Gianni (Brera e Mura) e un Gigi (Garanzini). Da nove anni segue con passione (ormai una dipendenza) la Sammaurese calcio per il Corriere Romagna. Nella vita lavora nel mondo della comunicazione presso Agenzia PrimaPagina di Cesena. Cura anche il blog di sport: www.ippocampo.blog”. 

Per acquistare il libro: https://www.ippocampo.blog/otto-anni-d-paradiso-filippo-fabbri/