Super Marco Delvecchio: l’uomo derby

Super Marco Delvecchio: l’uomo derby

Dicembre 27, 2024 0 Di Philip Supertramp

La storia giallorossa di Marco Delvecchio si può riassumere con la sua tipica esultanza: il celebre gesto delle orecchie.

Inizialmente, nacque come risposta alle critiche ricevute nei primi mesi alla Roma. Da provocazione per i detrattori, divenne un modo per alimentare il calore del pubblico e rafforzare il legame con i tifosi.

Quando i romanisti cominciarono ad apprezzare con convinzione per le sue prestazioni, Super Marco continuò a portare le mani alle orecchie, questa volta per invitare il pubblico a sostenerlo con ancora più forza.

Quel gesto, semplice ma eloquente, divenne il marchio di fabbrica del bomber romanista, simbolo di una trasformazione personale e professionale.

Marco Delvecchio cresce calcisticamente nelle giovanili dell’Inter, per poi esordire tra le fila nerazzurre, ma il destino lo volle grande a Roma.

Marco Delvecchio all'Inter (Wikipedia)

Marco Delvecchio all’Inter (Wikipedia)

Il trasferimento avvene nel Novembre del 1995 con uno scambio di cartellini tra i due club, con l’attaccante diretto nella Capitale e, in direzione opposta, Marco Branca.

Delvecchio lasciava l’Inter, squadra con cui aveva legami profondi, per approdare in un ambiente nuovo.
I primi mesi di Delvecchio alla Roma non furono facili.

Nello scacchiere di Mazzone, Marco si contendeva il ruolo di attaccante con Balbo e Fonseca, oltre a un giovane Totti, e l’allenatore al nuovo arrivato spesso preferiva i due attaccanti sudamericani.

Le critiche non tardarono ad arrivare a causa di prestazioni altalenanti e soprattutto del poco cinismo sotto porta, ma questo inizio difficile fu il preludio di una delle storie più belle del calcio giallorosso.

La grande svolta fu il 20 Aprile del 1996, quando nel Derby del Sud contro il Napoli la Roma vinse 4-1 grazie a un tripletta di Delvecchio. Due settimane più tardi, il 5 Maggio, i giallorossi, nell’ultima partita di Giannini, realizzarono un altro poker alla Fiorentina e Super Marco mise a segno una doppietta.

La storia di Marco Delvecchio, con i suoi 9 gol in 17 partite contro la Lazio, è profondamente intrecciata con il derby della Capitale. L’attaccante, durante il suo periodo in giallorosso, fu un vero e proprio incubo per la difesa biancoceleste. Quanto a gol nel derby in Serie A si trova solo dietro Totti (11) che però di sfide ne ha giocate 44, e a parimerito con un’altra leggenda romanista, Dino Da Costa.

Tra i derby più ricordati c’è il 3-1 della stagione 1998/99, con l’attaccante che realizzò una doppietta nel primo tempo. Sul primo gol, lanciato in profondità da Totti, Delvecchio beffò Mihajlovic con la sua solita finta a rientrare e calciò rapidamente, anticipando Nesta e superando Marchegiani.

Al 44′, su azione d’angolo, il Capitano triangolò con Candela, la mise in mezzo e Super Marco apparve alle spalle di Nesta e segnò il secondo gol.

Marco Delvecchio e Francesco Totti a fine partita (Wikipedia)

Marco Delvecchio e Francesco Totti a fine partita (Wikipedia)

E come non menzionare il  2-0 della stagione 2001-02: Delvecchio entrò a inizio secondo tempo al posto di un impalpabile Batistuta, passarono quattro minuti ed Emerson lanciò il numero 24, Marco stoppò la palla di petto, Nesta che lo inseguiva scivolò per terra, e l’attaccante fulminò Peruzzi con Stam che potè solo stare a guardare.

La stagione 2000-01 rappresenta l’apice della carriera di Delvecchio e uno dei momenti più gloriosi della storia recente della Roma.

Guidata da Fabio Capello, la squadra giallorossa si laureò campione d’Italia dopo 18 anni di attesa, grazie a un mix di talento, organizzazione e sacrificio.

In quella stagione Capello intuì le sue doti di raccordo tra centrocampo e attacco, utilizzandolo in un ruolo più tattico. Tutto il popolo giallorosso chiedeva a gran voce il tridente con Montella, Batistuta e Totti. Don Fabio, invece, a Montella preferiva Delvecchio, che grazie al suo spirito di sacrificio trasformava la formazione in un più equilibrato 4-4-2 asimettrico.

Marco segnò solo tre reti quella stagione, un contributo che, sebbene non esplosivo in termini numerici, fu cruciale per la conquista dello Scudetto.

Batigol e il trasferimento che fece grande la Roma

Tra i momenti più significativi della stagione, spicca l’assist fornito a Gabriel Batistuta nel derby di ritorno. Ad inizio secondo tempo, Delvecchio partì sulla fascia sinistra inseguito da Pancaro e con un cross basso e teso la mise sul piede dell’argentino, che con l’esterno, anticipò Mihajlovic e superò Peruzzi.

Dopo sette stagioni in giallorosso, Delvecchio lasciò la Roma nel 2002 per intraprendere nuove avventure calcistiche. Tuttavia, il suo rapporto con la squadra e con i suoi tifosi non si è mai spezzato. Super Marco, appesi gli scarpini al chiodo, è tornato a vivere a Roma.

Recentemente è stato pubblicato un video virale con l’ex numero 24 che stava correndo per le strade di Roma, quando alcuni tifosi lo hanno incrociato e hanno iniziato a intonargli cori, che lui ha ricambiato con un sorriso e un saluto.

Marco Delvecchio non si mette più le mani alle orecchie per ascoltare i propri tifosi, ma ancora oggi è ricordato come un simbolo della Roma e dei Derby capitolini.

 

Testo a cura di Philip Supertramp – Instagram @ilsignoredellaliga.

Immagine di copertina tratta da Wikipedia (public domain).