Milan – Atalanta 9-3 ed altre goleade storiche
Gennaio 2, 2025Chi segue la Letteratura legata al calcio, sa che potremmo riempire scaffali su scaffali di volumi che parlano di Football. Uscite di biografie di calciatori (centinaia…), racconti di squadre epiche, episodi legati ai derby cittadini, celebrazioni di giocatori simbolo/bandiera (migliaia…), scudetti ‘unici’ (la letteratura su quello del Cagliari è infinita), storia delle squadre dalle origini ai giorni nostri (dalla serie A ai campionati minori), partite che hanno segnato un’epoca (quanti libri hanno raccontato di Italia-Germania 4-3 in Messico o di Italia-Brasile 3-2 in Spagna?), gare dai risvolti ‘particolari’ (si pensi a “Non si fanno queste cose a cinque minuti dalla fine!” sulla presunta combine tra Genoa ed Inter del 1983), tutto rientra nel calderone del ‘Bibliocalcio’, permettetemi il termine.
Pensavo a tutto ciò quando mi è capitata tra le mani una vecchia schedina del Totocalcio. La data, 15 ottobre 1972. Leggendo le partite di quella giornata di campionato mi è subito saltato agli occhi Milan-Atalanta, la gara record di tutti i record delle reti segnate in 90 minuti. Se nessuno ci aveva scritto un libro potevamo almeno farne un racconto, che ne dite? E allora, così sia.
All’epoca, come molti ‘boomer’ ricorderanno, le gare del campionato di Serie A si seguivano con la radiolina sintonizzata su “Tutto il calcio minuto per minuto” e la schedina, con regolare penna a portata di mano, pronta a segnare le variazioni del risultato. Ebbene, io ricordo nitidamente tutte le volte che cancellai l’esito di quella partita. All’inizio del secondo tempo, al primo collegamento radio, il Milan vinceva già 4 a 1. Fu quello il primo risultato che scrissi sulla schedina. Poi, ad ogni rete, una cancellatura per aggiornare in tempo reale la situazione.
Fino al 9-3 conclusivo. Un risultato che spiccava, tra le partite con finali più o meno regolari della giornata (il 2 a 0 del Napoli sul Vicenza, del Torino sulla Ternana, del Cagliari sul Palermo, le vittorie esterne di Roma, Inter e Fiorentina, il pareggio tra Lazio e Juve).
Così, statistiche alla mano, abbiamo stilato una classifica delle partite con più reti nella serie A a foto e unico (dal 1929-30) tenendo in considerazione solo quelle con 12 e 11 gol totali. Ecco quanto è emerso :
15 ottobre 1972 Milan-Atalanta 9-3 (totale 12)
24 dicembre 1950 Atalanta-Milan 4-7 (totale 11)
24 settembre 1950 Milan-Novara 9-2 (totale 11)
6 novembre 1949 Inter-Milan 6-5 (totale 11)
15 novembre 1942 Genova-Lazio 6-5 (totale 11)
9 gennaio 1938 Ambrosiana Inter-Bari 9-2 (totale 11)
Seguono 25 partite in cui si sono segnate 10 reti, tra le quali compare ancora l’Atalanta in due occasioni. Un 9 a 1 subito dal Torino il 24 maggio 1942 e la vittoria sulla Salernitana per 8 a 2 del 15 gennaio 2023.
Una curiosità: il Napoli è presente solo con l’8 a 2 rifilato al Pescara il 23 ottobre 1988 (tripletta di Carnevale, doppietta di Maradona e Careca e gol di Alemão. Per gli abruzzesi in gol Edmar e rigore di Gasperini, futuro tecnico dell’Atalanta).
Nella top 6 di cui sopra il Milan è l’assoluto dominatore con 4 presenze seguito a ruota proprio dall’Atalanta e dall’Inter (una col nome di Ambrosiana) con 2. Dunque, spetta a loro il podio. Milan e Atalanta, sinonimo di goleade.
Ripercorriamo brevemente, dunque, le 5 gare con gli 11 gol fatti prima di discorrere della ‘madre’ di tutte le gare, la famosa Milan-Atalanta del 1972, un record che tuttora resiste nel campionato italiano.
ATALANTA-MILAN 4-7
Quando si parla di goleade, come abbiamo visto, ci sono di mezzo il Milan e l’Atalanta. Da vincente i rossoneri, da perdenti i bergamaschi, come accaduto nella vigilia del Natale 1950. Il ‘pompierone’ Nordahl era una ira di Dio e non ci fu difesa a tenere le sue bordate, due gol nel suo carnet insieme alla doppietta di Burini. Da Bergamo il Milan tornò trionfante e felice.
MILAN-NOVARA 9-2
Ebbene sì: era sempre la stessa squadra e sempre lo stesso periodo. Settembre 1950, tre mesi prima del successo contro l’Atalanta. Il man of the match fu sempre Gunnar Nordahl, autore di un poker che stese gli avversari. Per il Novara andò a segno Arangelovic, protagonista con una doppietta, che non risultò sufficiente per tenere in partita i suoi compagni di squadra.
INTER-MILAN 6-5
Nel 1950 le milanesi furono protagoniste di uno dei derby più combattuti della storia. Erano i tempi di Amedeo Amadei in nerazzurro e di Nordahl in rossonero. Gli undici gol furono realizzati nel giro di un’ora. Al 20’ il Milan era già avanti per 1-4, poi Amadei si scatena e l’Inter si porta sul 6-5. La rete che fissa il risultato arriva al 64esimo minuto.
GENOVA-LAZIO 6-5
Il 15 novembre 1942, la Lazio di Silvio Piola usciva sconfitta dopo novanta minuti di rimonte e controrimonte. Dopo un quarto d’ora i biancocelesti sono avanti 2-0, poi il Genova passa in vantaggio (3-2), la Lazio lo ri-sorpassa e crolla nel secondo tempo: da 3-4 a 6-4, prima dell’ultima rete di Piola. In quel caso, c’è da starne certi, si divertirono entrambe le tifoserie…
AMBROSIANA INTER-BARI 9-2
L’Inter si chiamava ancora “Ambrosiana”: era il 9 gennaio 1938 e il leader dei nerazzurri era Giuseppe Meazza. Nelle precedenti 14 giornate di campionato, l’attaccante aveva realizzato sei reti. Quel giorno ne segnò ben cinque, iniziando la scalata verso lo scudetto e verso il secondo titolo di capocannoniere della sua carriera.
Adesso, con un salto temporale, passiamo dal 1938 al 1972 e andiamo ad esaminare più da vicino LA PARTITA.
MILAN-ATALANTA 9-3: la goleada per antonomasia
Tabellino delle reti : 15 Prati, 29 Bigon, 33 Divina, 34 Rivera, 40 Benetti, 51 Chiarugi, 52 Rivera, 53 Ghio, 55 Prati, 64 Bigon, 88 Carelli, 90 Prati
“Dodici gol a San Siro : record per l’Italia!” – esclamarono i giornali per rimarcare l’eccezionalità dell’evento. In realtà fu la debacle dei portieri, Pianta, decisamente in giornata no, ne prese sette ed uscì sconsolato, Belli del Milan tre e Grassi, che giocò solo gli ultimi 34 minuti, due. Chiarugi, che fece ammattire l’ex napoletano Vianello, fu il mattatore e l’ispiratore di ben quattro reti della giornata (ed in più ne segnò anche una). Tripletta di Prati, doppietta di Bigon e di Rivera e gol di Benetti.
L’Atalanta, che era priva di Bianchi, mollò completamente le marcature dopo la fine del primo tempo che si concluse sul punteggio di 4 a 1 per i rossoneri. Il secondo tempo fu una sorta di passeggiata per i calciatori in maglia rossonera.
Quando una partita finisce col punteggio di 9 a 3 la sola cosa che si può dire è che non è stata una cosa seria, nel bene e nel male. Questo si pensa, in primis, ma va anche precisato che la gara fra Milan ed Atalanta fu vissuta su un piano di equilibrio fin verso la mezzora. Quando gli atalantini, in svantaggio di una rete, stavano producendosi in forcing per conquistare il pareggio, Bigon (sul quale c’è un sospetto di fuori gioco di posizione attivo) raddoppiò.
Quattro minuti più tardi Divina riaprì il match e diede speranze all’Atalanta che si gettò in avanti, dimenticando le meticolose marcature che Corsini aveva predisposto. Rivera, un minuto dopo, siglò il terzo gol milanista e tagliò le gambe, forse definitivamente, agli atalantini. Poi Benetti chiuse la prima frazione di gioco sul 4 a 1. L’andamento della gara non cambiò nella ripresa con l’Atalanta che, non avendo più nulla da perdere, si lanciò in attacco cercando di accorciare le distanze e il Milan che, giocando sul vantaggio, sembrava sonnecchiare. Ogni volta che i bergamaschi si sbilanciavano in avanti i rossoneri contrattaccavano e facevano gol, sembrò un film visto e rivisto.
Eppure, alla fine dei 90 minuti, l’Atalanta uscì dallo stadio con nove reti sul groppone ma non apparve squadra materasso tanto da meritare quell’umiliazione. Di gioco ne aveva fatto molto, come testimoniano gli undici angoli a suo favore che, se non altro, parlano di una squadra che le soluzioni per fare gol le aveva cercate. Il Milan, dal canto suo, si dimostrò squadra sorniona che quando voleva giocare (se Rivera decideva di accendere la luce era già una sentenza per gli avversari) poteva assurgere al rango di big, soprattutto se funzionava il quadrilatero Chiarugi-Prati- Rivera- Bigon.
Alla fine arrivò secondo, ad un solo punto dalla Juventus ma vinse la Coppa delle Coppe contro il Leeds. Tre giorni dopo, la fatal Verona. Il calcio è così, si ride e si piange. È la Letteratura di questo meraviglioso sport.
Testo di Davide Morgera. Professore e scrittore, cultore della storia del calcio e del Napoli. Ha pubblicato quattro libri:
Cronache dal secolo scorso: atti unici nella storia del Napoli (con Urbone Publishing).
Azzurro Napoli. Iconografia inedita di una passione infinita.
Volevo essere Sergio Clerici. Memorie e storie di calcio.
L’immagine di copertina e le foto del testo sono tratte dall’archivio personale di Davide Morgera e utilizzate su autorizzazione dell’autore.
Mi sembra doveroso correggere…
Campionato 1927-28:
Torino-Reggiana 14-0
Reggiana-Torino 3-8
Torino-Brescia 11-0
Torino-Napoli 11-0
!!!!!!
Ciao Piercarlo, le statistiche si riferiscono ai campionati a girone unico. In ogni caso, comprendiamo totalmente e accogliamo la tua precisazione con gratitudine e aggiungiamo la postilla di cui sopra nel testo