
Clean sheet Napoli: da Zoff a Meret
Gennaio 15, 2025L’aria di candore e lindore comincia a sentirsi nei vicoli, a Mergellina come al Vomero e ai Quartieri Spagnoli. I panni stesi al sole di Napoli, lenzuola comprese, hanno l’odore diffuso della pulizia. “Clean sheet”, appunto.
Letteralmente “lenzuola pulite” (o anche, secondo un’altra interpretazione ricorrente, “foglio pulito”, ad indicare che nessun marcatore è stato aggiunto nell’apposita sezione).
Indubbiamente, se i panni restano ancora immacolati sotto i raggi del pallido solleone di questo freddo gennaio, allora vuol dire che la porta di Meret potrà restare ancora inviolata per diverso tempo. E magari far vincere altre partite!
“Clean sheet”, certo. Quando in Italia il calcio era il football, il portiere il goalkeeper, l’angolo era il corner, il rigore era il penalty, il centravanti il centre-forward, il fallo di mani era hands e così via, questa espressione doveva ancora essere inventata. Dagli inglesi stessi, dagli inventori del Calcio.
Poi arrivarono leggi che vietarono l’uso di ogni anglicismo nello sport e il Milan diventò Milano, il Genoa il Genova, l’Internazionale si tramutò in Ambrosiana Inter. Il coach ridiventò l’allenatore ed il ‘football’ fu chiamato ‘calcio’. Immaginiamo anche gli sprovveduti pionieri napoletani del nascente sport che, chiamati a raduno prima della svolta anti-britannica, dicevano “jamm a’ giucà ‘o futboll!”. Così vollero le leggi dell’epoca, così andava il mondo.
Ma allora, oggi cosa significa esattamente “clean sheet” nel calcio? Il termine indica che una squadra non ha subito nessun goal durante una partita. È un obiettivo molto ambito per i portieri e le squadre poiché dimostra la solidità e l’efficacia della difesa indipendentemente dall’importanza della partita, dell’avversario e dello stesso schieramento messo in campo (ad esempio, nel Napoli Buongiorno manca da un mese ma la difesa, nonostante i dubbi su Juan Jesus, continua ad essere indiscussa protagonista).
Quando una squadra ottiene un “clean sheet”, significa che il portiere ha parato tutto, compreso l’impossibile, che gli attacchi avversari sono stati particolarmente sterili o che quei rari tiri in porta sono andati fuori bersaglio. Così si mantiene la porta inviolata, così si contano i “clean sheet”. Ovviamente non è l’unico motivo perchè gran parte del merito va alla difesa che, al di là se ha dei fuoriclasse schierati, ha fatto un ottimo lavoro nel respingere gli attaccanti e gli attacchi della squadra avversa. Uno degli esempi più clamorosi può partire proprio dal Napoli edizione 1970-71 di cui andremo a parlare perché, oltre a Zoff in porta, non c’erano altri top player nella linea difensiva.

Una formazione del Napoli 1970-71 (archivio Morgera)
È vero che ancora oggi in un’ipotetica “Hall of fame” azzurra il libero Zurlini (oggi centrale), lo stopper Panzanato (oggi centrale) e il terzino sinistro Pogliana (oggi giocatore di fascia) se la giocherebbero nei primi dieci del ruolo, ma erano calciatori che non hanno mai giocato in Nazionale o in squadre più blasonate. Sono stati punti fermi del Napoli per diversi anni fornendo sempre rendimenti alti e prestazioni di spessore, questo è innegabile. Per non parlare del terzino destro Ripari (oggi giocatore di fascia), un onesto mestierante che nell’essere aggressivo e tignoso sulla punta avversaria ricordava il Bruscolotti che poi arrivò a Napoli due anni più tardi.
Dunque, si possono paragonare questi giocatori a Kim, Rrahmani, Di Lorenzo e Olivera vincitori dello scudetto ed anch’essi miglior difesa del campionato? Il calcio è cambiato, forse i paragoni col passato diventano via via più improponibili ma il dato di fatto è che il quartetto di Spalletti era formato da quattro nazionali mentre quello di Chiappella solo da quattro ottimi giocatori.
Allora qual è la risposta alla domanda “perché la squadra è stata la meno battuta della Serie A?” se non hai una difesa fatta da top player? Semplice, deve funzionare tutto, meccanismi e sincronismi, ogni difensore deve avere la sua migliore annata e tutti devono aiutare tutti nel tenere lontani gli avversari dalla porta.
È quello che successe al Napoli di Zoff. E poi ci fu un fattore campo incredibile. Gli azzurri subirono solo 4 reti in tutte le gare giocate al San Paolo!
Oggi si parla di “Napoli blindato”, “Napoli con la miglior difesa nei top campionati”, “Napoli miglior difesa della Serie A”. Echi strombazzanti ma incoraggianti se consideriamo i 12 gol subiti nell’intero girone di andata. Se il campionato rispettasse questi parametri, a maggio, dopo 38 partite, la squadra di Conte subirebbe 24 reti. Media 0,63 gol a partita. Numeri da favola. Da primato.

Alex Meret con la maglia del Napoli (foto tratta da Wikimedia Commons)
Ma torniamo a quanto dicevamo in apertura. Forse il paragone tra i due Napoli non si può fare e resta improponibile visto come è cambiato il calcio ma restano le mere statistiche. Queste ci dicono che gli azzurri del 1970-71 furono la miglior difesa del campionato e solo dopo mezzo secolo questo primato è tornato sotto il Vesuvio.
Sì, perché si è ripresentato in due occasioni consecutive e rischia di tornarci quest’anno ancora con lo stesso protagonista. Allora fu Dino Zoff, in questo ventennio rischia di esserlo Meret. Nel 2021-22 Napoli miglior difesa d’Italia con Ospina (25 reti subite) e il portiere friulano (6 gol incassati).

Il Napoli 1970-71 nelle Figurine Panini (archivio Morgera)
L’anno dopo, quello dello scudetto, ancora difesa meno battuta (e miglior attacco!), Meret subì 24 reti mentre Gollini 4. Quest’anno Alex rischia di ripetersi e di lasciare solo qualche briciola al suo amico Scuffet (Caprile, ceduto la Cagliari, ha subito solo una rete).
Le immagini sbiadite, in bianco e nero, delle teche RAI e della “Domenica sportiva” si mischiano ai fantastici colori delle figurine Panini. Sognavamo prati verdi e speravamo che ogni tanto la Tv di stato trasmettesse un tempo della partita del Napoli.
Perché eravamo tutti tifosi di Zoff, che aveva preso il posto di Bandoni nel cuore dei napoletani, perché l’attacco brasilero formato da Sormani e Altafini ci esaltava, perché Juliano comandava un centrocampo che si reggeva sullo stiloso Bianchi e l’estro di Improta, perché ci emozionavamo quando i giocatori scendevano in campo dal lato Distinti, protetti da una grossa rete metallica.
Ebbene, quella squadra fece il ‘miracolo’. Migliore difesa, quella sopra menzionata, del campionato. La formazione base, che qualche vecchio tifoso snocciola ancora a memoria, era : Zoff, Ripari, Pogliana, Zurlini, Panzanato, Bianchi, Sormani, Juliano, Altafini, Ghio, Improta. Rincalzi e presenze: Hamrin 17, Monticolo 14, Abbondanza 12, Umile 9, Vianello 4.
Il Napoli subì la miseria di 4 reti in casa (diventate poi 5 per effetto delle decisioni del Giudice Sportivo per quanto accaduto durante Napoli-Milan) e 14 fuori casa.
Quattro dalla Juventus in una sola gara, quattro dalla Roma e tre dall’Inter ma in due gare, due dal Milan in due gare (sarebbero tre se consideriamo la gara poi sub iudice), una dal Bologna, dal Cagliari, dal Catania, dal Torino e dal Varese.
Queste le uniche reti subite al San Paolo:
Napoli-Inter 2-1 – 22/11/1970 (Jair)
Napoli-Milan 0-2 – 20/12/1970 (0-1 sul campo, rete di Prati, diventato 0-2 per decisione del Giudice Sportivo in seguito al lancio di fuochi d’artificio in campo).
Napoli-Roma 1-2 – 25/04/1971 (Cappellini e Salvori)
Con le 18 reti subite da Zoff (19 se consideriamo la sconfitta a tavolino per 0 a 2) il Napoli raggiunse un risultato straordinario ma che resta tuttora lontano da ciò che riuscì a fare il Cagliari nel 1969-70 (11 reti incassate in tutto il campionato con Albertosi in porta), il Milan nel 1968-69 (12 reti con Cudicini), il Torino nel 1976-77 con Castellini, la Juventus nel 1981-82 con Zoff ed il Milan nel 1987-88 con Galli (tutte con 14 reti incassate).
Da notare come due dei protagonisti di questi “clean sheet” degli anni scorsi, Castellini e Galli, finirono poi al Napoli facendo dei campionati di altissimo livello. Soprattutto il ‘Giaguaro’, ex granata.
Dunque, le statistiche dicono che il Napoli è risultato per tre volte la miglior difesa del campionato. Un dato importante ma che fa poco onore se pensiamo che la Juventus, prima in questa speciale graduatoria, lo è stata per ben 25 volte.
Queste le volte in cui il Napoli è risultata la squadra meno battuta della Serie A:
1970-71 a 16 squadre – 18 reti subite (Zoff)
2021-22 a 20 squadre – 31 reti subite (Ospina 25, Meret 6)
2022-23 a 20 squadre – 28 reti subite (Meret 24, Gollini 4)
La situazione attuale, che in proiezione futura migliorerebbe i precedenti, è la seguente :
2024-25 a 20 squadre – 12 reti subite (Meret 11, Caprile 1) in 20 gare.
Spulciando tra le statistiche del massimo campionato siamo anche venuti a conoscenza di un altro piccolo, ‘quasi’ primato degli azzurri. In una speciale classifica, pubblicata sul sito della Serie A, il Napoli è infatti secondo per quel che riguarda il maggior numero di partite consecutive da inizio campionato senza subire gol.
Lo precedono il Bologna del 1946-47, il Cagliari del 1966-67 e il Milan del 1993-94, tutti con 7 giornate. Gli azzurri, proprio nel torneo 1970-71, infilarono sei vittorie consecutive, dalla prima alla sesta giornata, segnando 5 reti e senza subirne nessuna. È proprio vero che ‘il buongiorno si vede dal mattino’!
70 e 71, un segno del destino. Giochiamoci questi numeri, non si sa mai…
Testo di Davide Morgera. Professore e scrittore, cultore della storia del calcio e del Napoli. Ha pubblicato quattro libri:
Cronache dal secolo scorso: atti unici nella storia del Napoli (con Urbone Publishing).
Azzurro Napoli. Iconografia inedita di una passione infinita.
Volevo essere Sergio Clerici. Memorie e storie di calcio.
L’immagine di copertina e le foto del testo (salvo quella di Meret, da Wikimedia Commons), sono tratte dall’archivio personale di Davide Morgera e utilizzate su autorizzazione dell’autore.