La verità, vi prego, sulla cessione di Khvicha Kvaratskhelia al PSG

La verità, vi prego, sulla cessione di Khvicha Kvaratskhelia al PSG

Gennaio 16, 2025 0 Di Luca Sisto

‘Amor, c’ha nullo amato amar perdona,

mi prese del costui piacer sì forte,

che, come vedi, ancor non m’abbandona’

Inferno, Canto V (Dante Alighieri, La Divina Commedia)

Da Verona era cominciata l’avventura partenopea di un georgiano poco noto al grande pubblico.

Contro il Verona, seppur non convocato, l’ultima partita di Khvicha Kvaratskhelia da tesserato della SSC Napoli (contro il Venezia la sua ultima in campo col Napoli). La fine di una storia d’amore fra l’MVP della stagione dello Scudetto – la sua prima in Italia – e i suoi tifosi. Un amore carnale, viscerale, dettato dalle giocate funamboliche di un ragazzo che fin da subito aveva fatto capire a tutti di essere diverso, di avere qualcosa in più. Impossibile non accorgersene, alla luce dei risultati.

Le sirene del PSG e dei grandi club, per lui e per Victor Osimhen, si erano mosse subito dopo quel campionato trionfale.

Poi, una gestione scellerata, quella societaria. Fra rinnovi e adeguamenti mancati. Contratti milionari, distribuiti ai calciatori del solito ineffabile procuratore (M. G., anyone?), salvo tentare in tutti i modi di separarsene, e riuscirci solo nel caso di Mario Rui. E, ovviamente, i famosi 10 mln annui ad Osimhen a ridosso della Coppa d’Africa, con la promessa di cederlo al più presto. Una promessa non del tutto mantenuta. Soprattutto a causa di una stagione, quella scorsa, che ancora porta in dote nefaste conseguenze.

I deliri di onnipotenza di De Laurentiis e la rivincita degli A16

Sarebbe bastato questo, con la mancata cessione a titolo definitivo del bomber nigeriano, ad oggi in esilio dorato a Istanbul, per considerare la stagione 2024-25 come assestamento necessario dopo gli scossoni di quel decimo posto. Un disastro che ha causato un tentativo di fuggi fuggi generale che manco gli ammutinati del Bounty.

E invece De Laurentiis ha scelto di ripartire da Antonio Conte. L’allenatore italiano più pagato – e più quotato dopo Ancelotti – sul mercato.

E Conte ha preteso garanzie. La permanenza di Capitan Di Lorenzo – che aveva chiesto di andare via ed era corteggiato dal suo ex DS Giuntoli – quella di Lobotka, Anguissa e Kvaratskhelia. Oltre all’acquisto di Lukaku, che alla fine è arrivato nonostante Osimhen, e quello di diversi altri calciatori.

E mentre il Napoli batteva proprio quel Verona – che aveva inflitto agli azzurri la prima pesante sconfitta stagionale all’esordiomentre Neres furoreggiava da ala pura mancina sulla fascia che fu di Kvara, il georgiano aveva praticamente già firmato col PSG per una montagna di soldi, trovando persino il tempo di montare il video d’addio, fra lo stadio Maradona e la piazzetta col murales di Diego ai Quartieri Spagnoli, discutibile luogo di culto a uso e consumo del turismo calcistico che ha preso piede soprattutto durante le stagioni del Napoli di Spalletti, dopo la morte del D10S e la fine dell’emergenza COVID.

“Vi racconterò la verità un giorno”… dice sibillino in uno stralcio del video, narrato in prima persona, in georgiano con sottotitoli in italiano e in inglese.

“Grazie Napoli”. Ma grazie, Kvara. Ribattezzato ora Kvaradona in onore del Diez. Ora Kvaravaggio, per aver dipinto emozioni su un prato verde per noi sacro.

Ho visto Kvaradona

Il Napoli è primo in classifica non solo al giro di boa, ma anche, in attesa del recupero Fiorentina – Inter, in proiezione e, al massimo, in coabitazione, almeno fino alla prossima giornata di campionato. Ad attendere gli azzurri, l’Atalanta al Gewiss. Poi, la Juventus in casa. Un ciclo terribile che si concluderà solo a inizio marzo.

Il grande inverno è arrivato. E con esso un titolo platonico che nulla vuol dire. Perché se nelle ultime settimane Atalanta e Inter hanno tirato un po’ il fiato, a furia di pareggi e partite deludenti, è anche vero – perché è un dato di fatto – che la capolista ha osato vendere al miglior offerente – 70 mln son pure pochi – il suo giocatore più rappresentativo, volato via con un soffio di vento gelido sotto la Torre Eiffel. Una rotta privilegiata, Napoli-Parigi, che aveva già portato al Parco dei Principi alcuni eroi azzurri come il Pocho Lavezzi, Cavani e l’ottimo Fabian Ruiz.

Lo Scudetto del bilancio al 30 giugno 2025 sarà ancora di Aurelio De Laurentiis, che con una ricca plusvalenza mette a posto in un colpo solo il rischio d’impresa calcolato questa estate sulle spalle di Osimhen.

Perché bisognava pur cedere il calciatore con più mercato. E, una volta saltato il banco del nigeriano, si è scelto di sacrificare Kvara, facendolo passare per un mercenario che abbandona la truppa a metà stagione, quando è stato l’unico del post Scudetto a non aver mai ottenuto una proposta convincente di rinnovo. Si è scelto di non rischiare un nuovo caso Osimhen. Di non attendere il primo luglio 2025.

Perché, mentre tutto taceva e neppure i polpastrelli degli spifferatori professionisti del calciomercato avevano cominciato a lavorarci su, i dirigenti del Napoli, quelli del PSG, il procuratore di Kvara, Jugeli, e l’intermediario di mercato, ex difensore del Palermo e della nazionale campione del mondo, Christian Zaccardo, avevano già intavolato a grandi linee la cessione di Kvara al PSG, ormai tornato prepotentemente all’assalto dopo i tentativi andati a vuoto a fine stagione scorsa.

E così, la promessa di un Napoli ancora più forte è stata disattesa nel bel mezzo della stagione. E Conte stesso ha dovuto “fare un passo indietro” – come dichiarato in conferenza stampa – rispetto ai suoi propositi di reinserire il georgiano al centro del progetto tecnico e della storia del Napoli, oleando le trattative per un rinnovo che non si è mai concretizzato.

Insomma, è stato solo “bisiniss”, per dirla col Padrino. Il culmine obbligato della solita strategia di player trading sulla quale De Laurentiis ha comunque basato parte dei successi del Napoli e della salute finanziaria del club.

Ma tutto questo, purtroppo, non ve lo racconterà mai nessuno. O forse, l’abbiamo fatto noi qui.

Buon viaggio Khvicha, “‘a maronn t’accunmpagn'”…

Immagine di copertina: foto dell’autore al Maradona, scattata verso la Curva B, durante Napoli – Lecce 0-0, 38° e ultima giornata Serie A 2023-24. Inquadrata una parte dello striscione della Curva B che contestava le deludenti prestazioni della squadra – “dal trionfo al tonfo…vi siamo grati ma a stento sarete ricordati” – difficile essere d’accordo alla luce di quanto sta accadendo in questa stagione. Ma altrettanto difficile dar torto ai tifosi per quella scorsa. Una contestazione, per la verità, pacifica. E che è arrivata solo nelle ultimissime giornate. Un disastro per il quale, come detto, il Napoli paga ancora devastanti conseguenze finanziarie e progettuali. Che, in ultima analisi, hanno portato anche alla cessione di Kvaratskhelia.

Luca Sisto è cofondatore e direttore editoriale di Football&Life. Appassionato di sport, in particolare di calcio, basket e atletica. Tifoso del Napoli e della nazionale dei Leoni Indomabili del Camerun. Lavora nel turismo.