
Ci siamo innamorati della juventinità?
Febbraio 8, 2025“Chi non salta juventino è!”.
Uno dei tanti cori intonati dai tifosi del Napoli, a ricordare un’accesa rivalità tra azzurri e bianconeri che, oltre a alle questioni sociali, culturali e identitarie, negli ultimi anni è tornata – oltre al periodo maradoniano – a connotarsi di significati sportivi, potendo entrambe ambire, almeno sulla carta, agli stessi obiettivi nazionali.
Parole pronunciate anche in una tipica sera di ritiro trentina, quando uno dei simboli della recente storia juventina è diventato allenatore dei partenopei.
Senza scomporsi, nella sua comunicazione diretta, inusuale in un mondo fatto di tante frasi di circostanza, Antonio Conte ha spiegato che la sua fede sportiva e il suo passato non cambiano, ma la sua professionalità – e l’ossessione della vittoria – lo rende il primo tifoso della squadra che allena. Avesse dato quella spiegazione un qualsiasi altro allenatore, sarebbe stato linciato ed etichettato come anti-napoletano.
Al contrario, il tecnico leccese gode di sostegno e amore incondizionato fin dal suo arrivo, cosa che se si considerano gli anni in cui il Napoli è tornato competitivo, non è mai quasi accaduta.
Per intenderci, persino Sarri e Spalletti, autori degli anni più belli, hanno dovuto conquistarsi il favore dei partenopei, l’uno a colpi di bel gioco, l’altro a suon di scudetto. Benitez non ha lasciato grande traccia nel cuore dei tifosi, Ancelotti era un bollito, Gattuso solo veleno.
Alla fine il napoletano è così, s’innamora facilmente. “Che c’è di male se mi innamoro con frequenza innaturale” canta Max Gazzè.
L’amore sportivo però, non è un sentimento di esclusività del tifoso del Napoli, ma di tutti. Ci si lega maggiormente a quell’allenatore, a quel giocatore o a quel presidente più capace di condurre alla vittoria. L’amore è dunque per la vittoria, il tecnico e i giocatori sono i mezzi per raggiungere il fine. Antonio Conte, sinonimo di successo – ma non per questo automatico – è amato dai tifosi del Napoli che si sono dimenticati velocemente della sua juventinità.
Anzi, ci si ritrova anche su parte della filosofia bianconera, quella del “vincere non è importante, è l’unica cosa che conta”. Perché il napoletano ha accolto a braccia aperte Conte purché portasse in dote un altro tricolore; ha anche accettato di dimenticarsi del “bel gioco” in favore dei tre punti.
Una volta riassaporato il gusto della vittoria è difficile tornare indietro. Un po’ come diventa complicato abbandonare il potere una volta raggiunto. Insomma, l’ex juventino ha posto fine all’antijuventinità napoletana.
E qual è la maggior paura dell’innamorato? Perdere la sua donna – o il suo uomo. Il timore che De Laurentiis possa in qualche modo rovinare il rapporto a causa del suo carattere, di uno scontro tra due personalità forti, di un Conte scontento a causa del mercato invernale – nonostante i 150 milioni spesi in estate – fanno immaginare ipotesi di addii anticipati.
Gli stessi che paventavano le dimissioni già a agosto a causa di una campagna acquisti che stentava a decollare – poi sono arrivati Lukaku, McTominay, Gilmour e in precedenza Buongiorno – gli stessi che parlano di una separazione a fine campionato per il mancato arrivo dell’erede di Kvaratskhelia. Come se fosse facile rimpiazzare un fenomeno.
Affermazioni emesse quasi a voler esorcizzare la paura di un ritorno ad un possibile passato che potrebbe concretizzarsi senza la sua guida, come accaduto quando andato via Spalletti si è assistito all’annus horribilis del trio Garcia-Mazzarri-Calzona.
Bisognerebbe tuttavia soffermarsi anche sulle altre parole pronunciate da Conte, quelle con cui afferma che sapeva quello che trovava in un club come il Napoli.
Magari la sua esperienza e la sua disponibilità all’avventura azzurra non cambieranno i parametri societari della società di De Laurentiis, né spingeranno il patron a puntare su altri tipi di investimenti tali da accrescere l’appeal e i ricavi strutturali, come stadio, centro sportivo e cantera. Ma non è detto che questo comporterà una separazione immediata a fine campionato.
Che poi, seppur dovesse accadere, ci si dispererà per un po’ fino al prossimo innamoramento.
Luigi Ottobre è laureato in Turismo per i Beni Culturali. Giornalista pubblicista dal 2019, ha scritto per il portale ‘Il Mio Napoli’ e scrive attualmente per GiornaleNews di Maddaloni, per il quale segue il Napoli anche dal Maradona. Appassionato di tennis, pallavolo e Moto GP, fa parte della famiglia di F&L dal 2024.
Immagine di copertina tratta da Wikimedia Commons.