
Il Miracolo di Miranda de Ebro: Alessio Lisci e la rivoluzione del Mirandés
Febbraio 20, 2025Nel cuore della Spagna settentrionale, incastonata tra le regioni di País Vasco, Rioja, Navarra e Castilla y León, sorge Miranda de Ebro. Con poco più di 36.000 abitanti, questa cittadina è conosciuta per il suo passato industriale e la sua posizione strategica tra alcune delle città più importanti del nord della Spagna. Tuttavia, negli ultimi mesi, il nome di Miranda de Ebro sta risuonando per un altro motivo: il calcio. Il Club Deportivo Mirandés, squadra storicamente modesta, è protagonista di una delle storie più incredibili della Segunda División spagnola, grazie alla guida illuminata di Alessio Lisci, che avevamo intervistato in esclusiva due anni fa.
L’artefice principale di questo sorprendente Mirandés è proprio il tecnico romano, capace di costruire la sua carriera con dedizione e pazienza.
Cresciuto nelle giovanili della Lazio, Lisci ha scelto di trasferirsi in Spagna nel 2011, a soli 26 anni, grazie a una borsa di studio Leonardo. Qui ha iniziato la sua avventura al Levante, prima come preparatore atletico nelle giovanili, poi scalando le gerarchie fino a diventare l’allenatore della prima squadra nel novembre 2021. Nonostante un ottimo lavoro e vittorie di prestigio, come quella contro l’Atlético Madrid, il club retrocesse e non gli fu rinnovato il contratto. Dopo dieci anni, il suo legame con il Levante si concluse, ma la sua reputazione come tecnico capace di lavorare con i giovani era ormai consolidata.
Nel 2023, il Mirandés decise di affidargli la panchina, una scelta che si è rivelata vincente. Lisci ha portato con sé idee innovative, disciplina e una grande capacità di valorizzare i giocatori a disposizione, trasformando una squadra costruita con risorse limitate in una macchina da guerra.
Il Mirandés non è nuovo a sfide complicate. Con uno dei budget più bassi della Segunda División e uno stadio, l’Anduva, che conta meno di 6.000 posti, il club ha sempre dovuto lottare per rimanere competitivo. La stagione 2022-23 è stata particolarmente difficile: il Mirandés ha dovuto lottare fino all’ultimo per evitare la retrocessione, riuscendoci solo nelle ultime giornate.
L’estate del 2023 ha rappresentato un momento di grande incertezza. Con una rosa ridotta all’osso e solo dieci giocatori disponibili, il club è stato costretto addirittura ad annullare un’amichevole precampionato contro il Mallorca. Sembrava l’inizio di una stagione drammatica, ma qui è entrato in gioco il lavoro magistrale della dirigenza, guidata da Alfredo Merino.
Se Alessio Lisci è il condottiero in campo, Alfredo Merino è la mente dietro le quinte. Ex allenatore delle giovanili di Valladolid, Atlético Madrid e Tenerife, e con un passato da capo scout del Real Madrid e del Celta Vigo, Merino è un esperto nella scoperta di talenti. Arrivato nell’estate del 2023 come direttore sportivo, ha dovuto costruire una squadra praticamente da zero.
Con un budget ridottissimo, ha operato sul mercato con una strategia chiara: ingaggi a parametro zero e scommesse su giovani promesse. Sono arrivati giocatori come Raúl Fernández, Julio Alonso e Tachi, esperti ma senza contratto, e giovani affamati di successo come Joaquín Panichelli, Hugo Rincón e Jon Gorrotxategi. Il risultato? Una squadra compatta, motivata e sorprendentemente competitiva.
Quello che nessuno si aspettava è che questa squadra, costruita in fretta e furia, potesse lottare per la vetta della Segunda División. Con 27 giornate disputate, il Mirandés si trova incredibilmente in testa alla classifica, a pari punti con il Racing de Santander ma con una migliore differenza reti.
La vittoria per 4-1 contro il Racing de Ferrol ha confermato il grande momento della squadra, che ha fatto dell’Anduva un autentico fortino: con 33 punti su 42 disponibili in casa, il Mirandés è la miglior squadra casalinga della categoria.
Ma non è solo una questione di risultati. Il calcio di Lisci è organizzato, pragmatico ed estremamente efficace. Difesa solida, grande disciplina tattica e un attacco capace di colpire nel momento giusto: questi sono gli ingredienti di una squadra che sta ribaltando ogni pronostico.
Tra i vari protagonisti di questa stagione troviamo il portiere 36enne Raul Fernandez, con alle spalle molti anni di Primera División, davanti a lui due difensori solidi e affidabili come Tachi e Julio Alonso. L’attaccante Joaquin Panichelli, ventiduenne argentino, cresciuto tra il River Plate e l’Alaves, che è già a quota 12 reti. Hugo Rincon e Jon Gorrotxategi, due giovani arrivati in prestito dall’Athletic Club, che hanno portato freschezza e dinamismo alla squadra. Infine Pablo Torneo, Alberto Reina e Laucher, calciatori che erano già presenti in rosa, ma che sono stati valorizzati al massimo dal lavoro di Lisci.
Con il campionato che entra nella sua fase decisiva, il Mirandés continua a sognare. La promozione nella Liga sembrava un’utopia fino a pochi mesi fa, ma ora è un obiettivo concreto. Sarà una battaglia fino all’ultimo, ma la squadra ha dimostrato di poter competere con le migliori. Ma indipendentemente dall’esito finale, la stagione 2024/25 del Mirandés sarà ricordata come un altro esempio che, anche in Segunda División, Davide può vincere contro Golia.
Testo a cura di Philip Supertramp – Instagram @ilsignoredellaliga.
Immagine di copertina tratta da Wikimedia Commons.