
A ridosso della sfida scudetto, la libertà di opinione è un’opinione
Febbraio 26, 2025“La democrazia è bellissima: ti dà un sacco di libertà. Anche quella di distruggerla”.
Se qualcuno ancora non avesse avuto modo di vedere il capolavoro diretto da Joe Wright sarebbe il caso di rimediare. La frase, di Benito Mussolini – in arte Luca Marinelli – esprime tutto il senso del potere che da essa deriva.
Democrazia uguale libertà: due parole che camminano insieme, con l’una che è tra i principi fondamentali dell’altra. A sottolinearne il valore, la volontà dei padri costituenti italiani di inserire nella legge fondamentale dello stato i diritti di libertà.
Ma, come canta Samuele Bersani ne Il pescatore di asterischi “nella vità c’è sempre un però”.
Sembra quasi che uno dei problemi della democrazia stia nel faticare a rispettare sempre di più alcune delle libertà di cui godiamo, in particolar modo quella di opinione e di espressione. Sarà che le si danno troppo per scontate, che sono utilizzate a proprio piacimento o che tutto dipende dell’impostazione manichea della mentalità dell’essere umano, fatto sta che è bene il simil pensiero ed è male quello diverso. “Chi non è con me è contro di me”, altra citazione mussoliniana.
Un dilagare, quello della mancanza del rispetto dell’opinione altrui, che sul mondo social è senza freni. Un mondo impossibile da non considerare dal momento che, oggi, anche parte del giornalismo si svolge sui social network. Basta un nonnulla per attirarsi critiche e attacchi. Che, fin quando il tutto è ad opera dei followers, si potrebbe pure fare finta di niente. Ma quando sono altri “giornalisti” allora il problema è serio, poiché si è del tutto inconsapevoli del proprio mestiere.
Basti solamente pensare che la critica attraverso cui sono esercitate le libertà di pensiero, opinione ed espressione è parte del lavoro giornalistico. Probabilmente l’accezione negativa del termine è il motivo per il quale dietro a un commento si pensa di vedere un attacco a prescindere e certamente non aiuta una stampa – in generale – sempre più faziosa, inamovibile delle posizioni scelte. Se poi aggiungiamo il proliferare di giornalisti sempre più tifosi e di tifosi sempre più giornalisti il caos è completo. A rimetterci chi prova a fare critica in maniera obiettiva attraverso l’analisi dei fatti.
Si arriva dunque al punto che, se si ammonisce il mercato di gennaio operato da De Laurentiis, si è automaticamente bollati come anti-Napoli, nonostante tutti si aspettassero l’arrivo di almeno un paio di acquisti, tra cui il famoso erede di Kvaratskhelia. Le scelte del club in fase di riparazione potevano avere due conseguenze: o andava tutto bene o qualche risvolto negativo si sarebbe potuto verificare. Il mix tra risultati non positivi, il primo posto perso e il susseguirsi di infortuni di giocatori importanti sembra quasi una punizione della sorte per non aver saputo prevedere i possibili scenari, compito fondamentale nell’ambito di un’impresa.
Ma chi decide quando è tempo di criticare? Chi decide chi criticare? La risposta è nessuno. E allo stesso modo nessuno può erigersi a giudicatore. Per il semplice motivo che chi oggi invoca vicinanza al club, qualche anno fa spingeva De Laurentiis a prendere la via di Bari. Chi chiede vicinanza ai giocatori, lo scorso anno li voleva via da Napoli. E chi esprime vicinanza all’allenatore, in passato invitava uno Spalletti in lotta per lo scudetto al suo primo anno di lasciare gli azzurri. Sarà l’effetto Conte, ma la mentalità dell’ambiente partenopeo è un pendolo che oscilla tra diversi stati d’animo.
E a proposito del primo anno di Spalletti, qualche somiglianza con quello attuale di Conte c’è. Una squadra che si ritrova quasi senza pretese a lottare per il tricolore ma che come allora ha qualche passaggio a vuoto nei momenti clou della stagione, tanto da far parlare più di motivi mentali che tecnico-fisici. Il che può far supporre un importante intervento sulla rosa dopo il primo anno di lavoro di mister Conte, un po’ come accaduto nell’estate pre-scudetto, per continuare il processo di crescita avviato dall’allenatore leccese. Ma queste sono ovviamente solo ipotesi, molto dipenderà dai risultati di quest’annata. Nel frattempo c’è una sfida scudetto da affrontare.
Intanto, fin quando si continuerà a scrivere e a dire cosa si pensa senza aver l’obiettivo di essere condiviso da chiunque, ci si potrà sentire sempre liberi.
Luigi Ottobre è laureato in Turismo per i Beni Culturali. Giornalista pubblicista dal 2019, ha scritto per il portale ‘Il Mio Napoli’ e scrive attualmente per GiornaleNews di Maddaloni, per il quale segue il Napoli anche dal Maradona. Appassionato di tennis, pallavolo e Moto GP, fa parte della famiglia di F&L dal 2024.
Immagine di copertina: foto dell’editore, tratta dalla prima pagina de La Gazzetta Sportiva, domenica 23 febbraio 2025.