Ronaldo – Valladolid: una storia d’amore fallita

Ronaldo – Valladolid: una storia d’amore fallita

Febbraio 26, 2025 0 Di Juri Gobbini

Lanciarsi in messaggi populisti, nel calcio, quasi mai è benaugurante. In una delle sue prime interviste come presidente del Real Valladolid, infatti, Ronaldo aveva promesso che il club avrebbe lottato per stare in Champions League nel giro di cinque anni. Una dichiarazione d’intenti forte, che aveva creato entusiasmo dalle parti di Pucela.

Invece, malgrado la deadline sia stata ampiamente superata, negli altoparlanti dello stadio Zorrilla ancora non sono state suonate le note dell’inno composto da Tony Britten.

In compenso, adesso si possono sentire fischi e segni di disapprovazione verso la gestione del “Fenomeno”. Una gestione arrivata ormai al suo capolinea, con un capitolo finale ancora da scrivere. E che probabilmente non avrà un lieto fine.

Ronaldo diventò socio di maggioranza del Real Valladolid nel 2018, comprandone inizialmente il 51% per circa €30 milioni, percentuale ascesa successivamente all’80%. Un matrimonio che sembrava fare contenti tutti, visto che durante la gestione precedente – quella di Carlos Suárez Sureda, presidente dal 2001 – il Valladolid aveva vissuto nella totale instabilità, economica e sportiva, passando più anni in Segunda che in Liga, e rischiando in una occasione persino la retrocessione in terza serie

Anche i tifosi si erano imbarcati contenti in questa nuova avventura. Poco prima dell’arrivo di Ronaldo, il Valladolid era stato promosso di nuovo in Liga dopo quattro anni di purgatorio. Sulle sponde del Pisuerga si respirava aria di festa.

“L’arrivo di Ronaldo fu ricevuto come una benedizione” – ci racconta Sergio, un tifoso del Real Valladolid disilluso dalla piega presa in questi ultimi mesi. “Parliamo di uno dei migliori calciatori della storia, carismatico e che risulta simpatico a tutti. Si presentò parlando in maniera sensata e promise che avrebbe lavorato molto. Aggiunse che in cinque anni il Pucela avrebbe lottato per stare in competizioni europee. Nessuno dubitava del progetto, delle sue intenzioni, della sua capacità. Sembrava abbastanza responsabile ed esigente. Pochi mesi dopo aver comprato il club, poi, Ronaldo fece pubblicità al Valladolid in una partita di NBA. Eravamo pieni d’orgoglio per la proiezione internazionale che il club avrebbe potuto raggiungere.”

Ronaldo: l’Età del Fenomeno

Dello stesso avviso Eduardo, socio del Real Valladolid da 25 anni: “Ronaldo arrivò promettendo di insediarci in Champions League in breve tempo e con l’obiettivo di professionalizzare il club. Fu ricevuto in città con grande speranza, e quell’anno aumentò la massa sociale. C’era tanta fiducia.”

La prima stagione con Ronaldo al timone fu difficile, ma ebbe comunque un finale felice, visto che la squadra diretta da Sergio González si salvò al fotofinish, rimontando diverse posizioni nell’ultimo mese di campionato. Ronaldo, che se ne intende di gol come di vita notturna, invitò la squadra a festeggiare con lui ad Ibiza.

I risultati non migliorarono, comunque: dopo un’altra salvezza, alla terza stagione in Liga il Valladolid tornò di nuovo in Segunda.

“I primi due anni non furono male,” continua Sergio. “Il terzo è invece il simbolo di quando si commettono troppi errori. Alcuni acquisti non funzionarono, e poi ci fu la decisione di mantenere l’allenatore [Sergio González] malgrado numeri nefasti durante tutta la stagione. Ronaldo disse che secondo le statistiche non sarebbe servito a nulla cambiare allenatore a campionato in corso… In una grossa squadra questo ragionamento può essere anche giusto: se la stagione va male, non si vince nessun titolo e in estate si può pianificare di nuovo. Però, in una squadra come il Valladolid avere una cattiva stagione significa retrocedere. Sono convinto che con un altro allenatore avremmo potuto salvarci.”

Da quel momento in avanti, il Valladolid è tornato ad essere quello che in Spagna chiamano “equipo ascensor”, ovvero una stagione in Liga e una in Segunda, troppo forte per rimanere a lungo in B ma anche troppo fiacco per competere in Primera. Zero ambizioni, se non quelle di sopravvivere.

Discutibile gestione economica

L’arrivo di Ronaldo, oltre che mettere Valladolid nella mappa del calcio mondiale, sarebbe potuto essere un trampolino per attrarre sponsor di livello mondiale. Invece, il club continua ad essere patrocinato dalla “Estrella Galicia”, mitica birra galiziana il cui logo si può trovare sulle maglie di diverse squadre spagnole.

“Gli ingressi per i diritti TV sono aumentati e il club ha più soldi in cassa, – spiega Sergio con un pizzico di delusione – però Ronaldo non ha portato nessun nuovo sponsor. Tutti pensavamo che Nike avrebbe collaborato con una delle sue principali stelle, ma non è accaduto. Sulla maglia abbiamo sempre “Estrella Galicia”. Niente di fenomenale. Senza ingressi extra di denaro, i club della taglia del Valladolid sono obbligati a vendere per sopravvivere. Questo come tifosi lo sappiamo. È stato sempre così. Abbiamo continuamente visto i nostri migliori pezzi andarsene. Però uno, massimo due all’anno.”

La “Culebra de Fuentes”: quando il cileno Luis Fuentes fermò Ronaldo

Quando si parla di investimenti, non ci si riferisce solamente all’acquisto di giocatori, comunque. Ronaldo si vanta infatti di aver speso circa una decina milioni di euro per migliorare le strutture del Real Valladolid, incluso parte dello stadio Zorrilla, la cui facciata è stata rimodellata nei mesi scorsi.

“È pur vero che la modernizzazione delle installazioni vengono fatte nell’era Ronaldo – precisa Eduardo – ma la riforma dello stadio è stata realizzata con i soldi che ogni club riceve dalla Liga [i fondi CVC].”

In questo, bisogna aggiungere che il rapporto fra Ronaldo e le istituzioni locali è andato raffreddandosi con il tempo. Anzi, le due parti hanno iniziato a passarsi la patata bollente, ognuno incolpando l’altro di non aver mantenuto le promesse. Nemmeno il cambio di alcalde [sindaco] della città – da Oscar Puente (PSOE, di sinistra) a Jesús Julio Carnero (PP, di centro-destra) – è riuscito a ricucire le relazioni. Ronaldo si è lamentato spesso di essere stato lasciato “solo”, mentre gli altri lo accusavano di chiedere l’impossibile. Insomma, chi di promesse ferisce, di promesse perisce…

Ronaldo – aggiunge Sergio – aveva dichiarato più volte di voler comprare lo stadio, però a un prezzo abbastanza stracciato, cosa che ovviamente l’Ayuntamiento di Valladolid gli ha negato. Ronaldo minacciò quindi di costruirne un altro fuori città, tuttavia senza presentare nessun progetto concreto. Fu solamente una strategia per mettere pressione. Parlò anche di costruire una Ciudad Deportiva, ma i progetti non vennero mai portati avanti.

Quando ci furono le elezioni locali, il club si posizionò chiaramente a favore del partito dell’opposizione [quello di Carnero], nel cui programma elettorale era inclusa una riforma allo stadio. Anche in questo caso, si trattava solo di propaganda, visto che non era basata su nessun progetto reale. In quel momento si ebbe la sensazione che Ronaldo stesse provando a fare i propri affari a discapito del club, ovvero appropriarsi dello stadio ad un prezzo ridicolo per poter poi rivendere il club a una cifra maggiore di quanto speso.”

Oltre ai dispiaceri del campo, Ronaldo non ha poi fatto nulla per placare gli animi: nel 2022 decise di cambiare lo stemma del club, causando una specie di rivolta popolare culminata con un referendum e il ritorno allo scudo originale.

“Il tentato cambio di scudo, il nostro simbolo, motivato da ragioni di marketing, accese i primi allarmi sulla sua gestione. Fu il primo vero contrasto che ebbe con la gente e da lì iniziò una forte opposizione alla sua gestione” , racconta Eduardo.

“La reazione della gente soprese abbastanza Ronaldo” – aggiunge Sergio. “Io credo che lo fece con le migliori intenzioni, però la risposta non fu quella sperata. In generale le tifoserie sono molto attaccate ai simboli dei club. Ronaldo, abituato ad essere sempre circondato da gente che lo adora, non accettò le critiche, si dimostrò contrariato e abbastanza arrabbiato. In questo non provò empatia verso la tifoseria, né prese le critiche in maniera costruttiva.

Un amore mai sbocciato

Una promessa, Ronaldo riuscì a mantenerla, comunque. Quella di fare il Cammino di Santiago in caso di promozione al termine della stagione 2021/22. Una curiosa iniziativa con la quale voleva dimostrare di tenere alle sorti del club. Tuttavia, dimenticatevi il “Fenomeno” camminare, zaino in spalla, assieme agli altri pellegrini nelle strade polverose che portano fino in Galizia: Ronaldo completò infatti i 200 km che separano El Bierzo da Santiago de Compostela in sella a una bicicletta…elettrica. La gioia durò però poco, visto che il Valladolid retrocesse nuovamente in Segunda.

“Quella stagione non era iniziata male – continua Sergio – ma poi vi fu l’esonero di Pacheta dopo un 6-0 al Bernabéu, con Ronaldo che decise di portare un tecnico [Paulo Pezzolano] che era stato con lui al Cruzeiro e veniva da buoni risultati in Sudamerica, ma che non aveva esperienza nel calcio europeo. Tra infortuni e cattiva sorte la squadra crollò, fino ad arrivare all’ultima gara casalinga contro il Getafe con l’obbligo di vincere. Non riuscimmo a tirare mai in porta, e retrocedemmo con 40 punti, che di solito sono sempre sufficienti per salvarsi. Da quel momento la tifoseria ha incominciato sempre di più a sentirsi frustrata con la situazione, specialmente dopo aver ascoltato le parole di Ronaldo, il quale definiva “spettacolare” il lavoro svolto dall’allenatore e dal direttore sportivo.”

“È chiaro che Ronaldo non sia in grado di gestire un club di fútbol – aggiunge Eduardo. Ha messo in incarichi dirigenziali alcuni suoi conoscenti come Bruno Mazziotti, Matt Fenaert o David Espinar. Incluso il suo amico Julio Baptista, a cui venne affidata la squadra filial: un disastro assoluto. Idem con Pezzolano, che era stato mantenuto nell’incarico malgrado la retrocessione.”

Nemmeno una nuova promozione è riuscita a calmare le acque, con il Valladolid che è riuscito a tornare in Liga la scorsa estate, questo nonostante ben 12 sconfitte sul groppone, un gioco tutt’altro che brillante e continue contestazioni verso tecnico e proprietà.

“Durante il campionato vi furono in ogni partita critiche verso l’allenatore – racconta Sergio – sia per i risultati della stagione precedente sia per la questione dello scudo [Pezzolano, da buon aziendalista, si era posizionato a favore del cambio dello stemma], oltre che per alcune dichiarazioni contro la tifoseria. Va detto che la rosa fu rinforzata abbastanza nel mercato invernale, anche se molte operazioni furono dei prestiti con obbligo di acquisto in caso di promozione.”

Fra i giocatori che il Valladolid si sta ritrovando sul groppone c’è il brasiliano Robert Kenedy, che dopo essere passato per Chelsea e Newcastle era finito in Spagna, prima al Granada e poi al Getafe. Sia lui che il venezuelano Darwin Machis sono due giocatori dall’alto ingaggio, senza proiezione futura e dal rendimento attuale praticamente nullo (Kenedy ha giocato appena sette minuti quest’anno, Machis una decina di partite), con il club incapace di disfarsene per poter liberare massa salariale. Anche il caso del croato Stipe Biuk – riscattato per €4m dal Los Angeles FC e attualmente in prestito all’Hajduk Spalato – è la palese testimonianza di un club al cui interno regna l’incompetenza.

“L’opzione di acquisto obbligatorio di Biuk – spiega amareggiato Sergio – era condizionata dall’ottenimento della promozione e da un numero minimo di minuti giocati. Il club non lo voleva riscattare, e nelle ultime partite fu ridotta la sua partecipazione. Però si compì un errore di interpretazione del contratto: se un giocatore entra al minuto 70, per esempio, non gioca 20 minuti, bensì 20 minuti più il recupero. E alla fine, in un campionato lungo, questo porta a una differenza sostanziale nel conteggio del tempo di utilizzo. Così ci è toccato comprarlo…Ronaldo prometteva di professionalizzare il club, però vengono commessi errori da principianti che ci sono costati diversi soldi.”

Pacho Maturana e il fiasco del “Valladolid de los colombianos”

Stufatosi del club, della città e di una tifoseria che pretendeva un minimo di attaccamento ai colori, con il tempo Ronaldo ha iniziato a farsi vedere sempre meno dalle parti di Pucela.

Così, mentre il Valladolid disputa partite decisive, il brasiliano viene fotografato spassandosela in qualche angolo del pianeta. Più facile trovarlo in tribuna al Bernabéu, poi, che allo Zorrilla, uno stadio dove non mette piede da diversi mesi per evitare contestazioni come quella dello scorso dicembre, dove il pubblico pucelano si era presentato con dei cartelli con su scritto “Ronaldo go Home”. Quel giorno il Valladolid uscì sconfitto dall’Atletico Madrid per 5-0, l’ultima gara di Pezzolano a Pucela.

“Sono socio del Valladolid da 25 anni – continua Eduardo, sconsolato – e non mi ricordo una stagione peggiore di questa. Ronaldo non solo non viene allo stadio ma ha anche disprezzato la nostra tifoseria, come quando ci accusò di essere razzisti per aver fischiato Vinicius Jr. Il suo è un abbandono totale: non fa conferenze stampa per spiegare la situazione del club e quando il Valladolid è in campo lui pubblica foto nelle sue reti sociali mentre sta giocando a tennis, dimostrando che gli importa poco del club. Per questo la relazione con i tifosi si è rotta.”

L’addio imminente

Ma se i tifosi si sono stufati di Ronaldo e del suo palese disinteresse per il club, è altrettanto vero che il “Fenomeno” abbia già dato per conclusa la sua avventura. Ronaldo vuole infatti candidarsi come presidente della Federazione Brasiliana nel 2026. E per farlo non può essere legato a nessun club. Per questo ha lasciato lo scorso anno la presidenza del Cruzeiro.

Il prossimo sarà il Valladolid, anche se al momento non ha ancora trovato un compratore che gli permetta di ammortizzare i soldi investiti. Il brasiliano era partito da una base di €80m, abbassando presto le pretese fino all’attuale prezzo di circa €40m.

“Ronaldo si è dimostrato molto arrogante – critica Sergio – e non ha mai riconosciuto gli errori commessi. Quest’anno è venuto allo stadio solo una volta, dando la sensazione che non gli importi più nulla della squadra. Essendo una stella del calcio mondiale, sicuramente avrà una agenda piena di impegni, però non capiamo perché, dopo aver investito nel club, non gli stia vicino nei momenti difficili. Ha approcciato alcune polemiche in maniera poco costruttiva, chiamandoci estremisti quando siamo invece una delle tifoseria più tranquille di tutta Spagna e lungi da essere violenta. Tifoseria che si sente umiliata.

Perché non solo Ronaldo ha preso cattive decisioni, ma dà la sensazione di infierire particolarmente contro il club, come se lo odiasse. Chissà, tutto questo potrebbe essere visto come una esagerazione, però l’immagine del club è ai minimi storici: ultimo, senza competere, incassando goleade ed abbandonato a livello dirigenziale. Un comportamento, quello di Ronaldo, inspiegabile. Un misto di sciatteria ed indifferenza che ha portato alla svalutazione del club.”

Per tamponare le perdite economiche, negli ultimi tempi Ronaldo ha (s)venduto infatti tutto quello che poteva: dal canterano Ivan Fresneda (€9m allo Sporting Club) a Gonzalo Plata (€12m all’Al Sadd), da Cyle Larin (€7.5m al Mallorca) a Monchu (€3.6m all’Aris Salonicco) fino ai difensori Flavien Boyomo (€5m all’Osasuna), Juma Bah (€6m al Manchester City) e Lucas Rosas (€3m Ajax). Molti dei quali, come Boyomo, ad un prezzo di gran lunga inferiore al suo valore di mercato.

“A livello sportivo la gestione è stata pessima,” osserva Eduardo. “Ha venduto giocatori come Bah, Boyomo, Fresneda, Monchu, Lucas Rosas e ha investito pochissimo. Gli unici calciatori ottenuti lo scorso anno furono quelli in prestito con obbligo di acquisto in caso di promozione, come Victor Meseguer, Stipe Biuk o Amath Ndiaye… Adesso, poi, abbiamo una rosa che il prossimo anno non serve. E dalla Cantera non c’è nessuno pronto per la prima squadra. Speriamo Ronaldo venda il prima possibile per poter pianificare una squadra in grado di lottare per tornare in Liga. Tuttavia, la realtà è un’altra, ovvero che al momento non vi è nessun compratore disposto a pagare il prezzo che Ronaldo chiede.”

“Dopo la cessione di Boyomo – aggiunge Sergio – la squadra ha presentato una debolezza difensiva enorme e sta cadendo a pezzi. Fino all’arrivo di Adam Aznou [giunto a fine gennaio in prestito dal Bayern Monaco], poi, non avevamo in rosa nessun terzino sinistro…”

La mancanza di interesse si riflette anche nelle scelte in panchina: dopo l’inevitabile esonero dell’impopolare Pezzolano, il club ha impiegato ben due settimane per trovare un sostituto, con diversi tecnici che avevano ignorato le chiamate. L’argentino Diego Cocca è però durato giusto sette gare nell’incarico, durante le quali aveva migliorato leggermente il gioco ma collezionato appena tre punti. Arrivato sorridente, Cocca se ne è andato notevolmente invecchiato, pieno di rughe e con parecchi capelli bianchi. Questo l’effetto che fa allenare per poche settimane l’attuale Valladolid…

La squadra è stata di nuovo affidata ad Álvaro Rubio, il tecnico del Filial che presumibilmente terminerà la stagione. Anche nei piani alti del club, nelle ultime settimane in molti hanno iniziato ad abbandonare la nave, come hanno fatto David Esponar e Matt Fenaert, i due più stretti collaboratori di Ronaldo.

“Malgrado la situazione, la tifoseria ha risposto alla grande”, tiene a precisare, con orgoglio, Sergio. “Nelle ultime stagioni lo stadio è stato quasi sempre pieno ed è stato battuto il record di abbonati, ben 24000, quando mediamente il numero è sempre stato fra i 15000 e 18000. Adesso desideriamo che Ronaldo venda quanto prima e che venga qualcuno con un progetto serio per poter iniziare a pianificare la prossima stagione.

È chiaro che questo sia un anno perso e che il resto della stagione sarà una tortura. Io personalmente spero che Ronaldo non ottenga la presidenza delle Federazione Brasiliana. È stato una delusione, non solo per gli errori commessi ma per la sua maniera di affrontare i problemi, per l’abbandono e il disprezzo verso il club. Non riesco ancora a comprendere… Si suppone che il Valladolid sia la sua impresa, no? L’impresa dove ha investito i suoi soldi. Eppure, non gli importa nulla.

Non è presente, non affronta i problemi, come se si fosse stancato del “giocattolo” e godesse nel veder soffrire la tifoseria. Che venda, allora! Anche se sinceramente temo che lo faccia valutando l’offerta più vantaggiosa per lui e non il miglior progetto per il club.

Ronaldo ha sempre dichiarato che se ne sarebbe andato lasciando qualcosa in eredità al Valladolid. La parola “legado” [lascito] è una di quelle che ha ripetuto più spesso. Ecco il suo lascito: la peggior stagione in Primera División nella storia del club, una situazione ridicola e una tifoseria infuriata. Il dolore e la disillusione incideranno molto sull’ambiente che si respirerà la prossima stagione. Temo che ci saranno parecchi meno abbonati rispetto alle precedenti stagioni passate in Segunda División.”

Il clima di tensione che si respira allo Zorrilla si nota poi anche nello spogliatoio: aspre discussioni fra compagni di squadra, contrasti fra pubblico e calciatori, alcuni dei quali danno poi l’impressione di non vedere l’ora che questo campionato finisca… Il tutto si riflette sui risultati, come certificano le ultime sonore batoste rimediate nel solo mese di febbraio: 5-1 a Villarreal, 4-0 casalingo contro il Sevilla, 7-1 a Bilbao. Se a livello societario vi sono ancora tante incertezze su come terminerà la telenovela, a livello puramente sportivo una cosa risulta indubitabile, ovvero l’imminente caduta agli inferi.

Il Valladolid, infatti, si sta avviando mestamente verso la sua terza retrocessione in quattro anni. Altro che Champions League…

 

Testo di Juri Gobbini. Autore della pagina Facebook Storia del Calcio Spagnolo, del libro “Dalla Furia al Tiki-Taka” (Urbone Publishing) e de “La Quinta del Buitre”.

Immagine di copertina: foto scattata da Eduardo, uno dei tifosi che abbiamo intervistato e che ringraziamo per il gentile e puntuale contributo.