Isco, il redivivo

Isco, il redivivo

Marzo 2, 2025 0 Di Philip Supertramp

Lo scorso 16 maggio 2024, dopo un’annata superba, Isco Alarcón si era infortunato al perone sinistro in seguito ad uno scontro con Coco. L’estate precedente, molti lo avevano dato per finito: a metà stagione, dopo una discussione con Monchi, aveva lasciato il Siviglia.

Sembrava che fosse tutto fatto per firmare con l’Union Berlino, squadra della Bundesliga. Aveva raggiunto un accordo con il club tedesco e persino superato le visite mediche. Tuttavia, all’ultimo momento, la trattativa saltò a causa di divergenze contrattuali tra le due parti.

Dopo questo mancato trasferimento, Isco rimase senza squadra per diversi mesi, sembrava che la sua carriera fosse al capolinea, ma Manuel Pellegrini gli offrì un’opportunità per rilanciarsi al Betis. Pellegrini e Isco si erano già ritrovati al Málaga. Il tecnico cileno aveva avuto un ruolo fondamentale nella crescita del talento andaluso, che sotto la sua guida aveva vissuto un periodo di grande sviluppo tra il 2011 e il 2013.

Durante quei due anni, Isco divenne uno dei giovani più promettenti d’Europa, contribuendo alla storica qualificazione del Málaga ai quarti di finale di Champions League nella stagione 2012-13. Le sue prestazioni gli valsero il premio Golden Boy 2012, riconoscimento assegnato al miglior giovane talento europeo. Dopo quell’esperienza, Isco passò al Real Madrid, mentre Pellegrini lasciò il Málaga per allenare il Manchester City.

Durante la prima stagione del malagueño al Betis, Pellegrini aveva creato intorno a lui una squadra che divertiva e lottava per l’Europa League. Isco sembrava aver ritrovato la sua forma migliore, tornando il giocatore visto al Málaga e nelle prime stagioni al Real Madrid.

Poi, l’infortunio gli tolse ogni possibilità di partecipare a Germania 2024 e risultò fatale per le sorti europee dei betici. Infatti, tre giorni dopo il match con il Las Palmas, al Benito Villamarín, arrivò la Real Sociedad in una sfida quasi da “dentro o fuori” per l’Europa League. Il Betis, che arrivava da un filotto di sei partite senza sconfitte, entrò in campo con una maglietta per Isco. Dominò tutta la partita, soprattutto con le giocate di Ayoze e Fornals, ma l’assenza del “mago” si fece sentire e la squadra di Pellegrini non riuscì mai a trafiggere Remiro.

La Real Sociedad andò subito in vantaggio con una punizione magistrale di Brais Méndez e, a fine primo tempo, raddoppiò con Mikel Merino. Nel secondo tempo, Abde fallì un rigore e ad Ayoze fu annullato un gol.

Questa stagione il Betis sta alternando alti e bassi, sempre a ridosso dei piazzamenti europei, a causa di una mancanza di continuità nei risultati. La società aveva preso – durante il mercato estivo – Lo Celso per cercare di sopperire all’assenza di Isco, ma i vari infortuni dell’argentino hanno lasciato spesso un vuoto in quella zona del campo.

Il 7 dicembre, nella sfida contro il Barcellona, Isco Alarcón è finalmente tornato in campo. Il suo rientro è stato accolto con grande entusiasmo dai tifosi del Betis, impazienti di rivederlo all’opera e di ammirare di nuovo la sua magia sul terreno di gioco, ma con un forte dubbio sulle sue condizioni.

Il malagueño non ha tardato troppo a tornare il perno del gioco di Pellegrini. Febbraio è stato il mese della conferma che la magia di Isco non se n’era mai andata, si era solo assentata per un momento. Insieme a lui anche la squadra è cresciuta, soprattutto nell’apporto offensivo, con tre vittorie, un pareggio contro l’Athletic Club e una sconfitta contro il Celta.

Zidane scherza con Casemiro, con Isco e Theo Hernandez sullo sfondo, durante la premiazione per la Champions League vinta nel 2018 contro il Liverpool, per 3-1, nella finale giocata allo Stadio Olimpico di Kiev

L’1 Marzo, contro il Real Madrid, ha trascinato il Betis a una vittoria importantissima per la stagione. Contro la squadra con cui è diventato un campione e contro l’allenatore con cui ha vinto i suoi primi titoli, la Champions League e la Coppa del Re.

Infatti, quell’anno fu fondamentale per Isco Alarcón, il primo di nove al Real Madrid. Ancelotti lo utilizzava regolarmente, facendolo diventare una pedina importante a centrocampo, anche se non sempre titolare. La sua creatività e abilità nel creare gioco lo hanno reso una risorsa fondamentale per la squadra, che ha vinto la sua decima Champions League.

Arrivato con grandi aspettative dopo le brillanti prestazioni al Málaga, Isco ha dovuto adattarsi rapidamente a un nuovo stile di gioco e alla forte concorrenza in un Real Madrid ricco di talenti come Xabi Alonso, Luka Modrić e Ángel Di María.

Nonostante la competizione, Isco ha saputo farsi notare con la sua qualità tecnica e visione di gioco, che gli hanno permesso di contribuire in tutte le competizioni, con 53 partite giocate, 11 gol e 9 assist.

Il punto culminante della sua stagione furono senza dubbio le due finali vinte: contro il Barcellona in Coppa del Re e in Champions League contro l’Atlético Madrid.

Il malagueño è stato il grande protagonista del successo per 2-1 allo stadio Benito Villamarín, diventando il vero motore della rimonta grazie alla sua classe e precisione, alla sua visione di gioco e leadership.

Sin dai primi minuti, Isco si è mostrato ispirato e determinato, contribuendo alla costruzione del gioco e creando costantemente pericoli con i suoi passaggi e dribbling.

Il Betis ha dominato il centrocampo e imposto il proprio ritmo alla gara. Poi al 54’, si è preso la responsabilità di calciare il rigore della vittoria, tra l’esultanza incontenibile dei tifosi, che hanno scandito il suo nome in coro. A fine partita, Isco ha ottenuto il premio quale miglior giocatore del match, ricevendo una meritata standing ovation dal pubblico.

Isco Alarcón ha esordito con il Valencia, si è trasformato in una giovane stella a Málaga, è diventato un campione al Real Madrid, mentre al Betis è rinato ben due volte, diventando il mago che tutto il Benito Villamarín aspettava.

 

Testo a cura di Philip Supertramp – Instagram @ilsignoredellaliga.

Immagine di copertina riadattata da una foto tratta da Wikimedia Commons.