
Il Papa “Cuervo”: storia del rapporto tra Bergoglio e il San Lorenzo
Aprile 22, 2025José Mario Bergoglio non ha mai nascosto la sua passione per lo sport, in particolare per il calcio, tantomeno la sua fede per il San Lorenzo. Se a qualcuno, però, può sembrare strano che un papa possa essere tifoso, dobbiamo ricordarci che Bergoglio, prima di essere uomo di chiesa, era argentino. Le due cose, essere argentino e tifoso, non possono essere scisse, soprattutto se sei nato a Buenos Aires, dove il barrio rappresenta l’identità calcistica.
Il Barrio di Flores e la Primera Division del ‘46
Un papa che tifa una squadra che ha il nome di un santo e che fu fondata da un prete può decisamente sembrare un fatto ovvio. Si tratta però di una pura coincidenza dato che il legame tra Bergoglio e il club è molto più profondo. Un legame iniziato molto tempo prima quando, il 13 dicembre del 1936, il piccolo José nacque nel quartiere di Flores, il barrio del San Lorenzo.
Se nasci e cresci a Flores non puoi non essere “hincha” del San Lorenzo. Sono gli anni in cui il club compete ai massimi livelli contro Boca Juniors e River Plate. L’appartenenza di Bergoglio alla società era forte a tal punto che, nonostante il tempo, poteva recitare a memoria l’undici titolare di quando era bambino.

Armando Farro, René Pontoni e Rinaldo Marino, giocatori chiave del San Lorenzo campione nel 1946 (Wikimedia Commons)
Non si trattava di una squadra qualunque ma della squadra che, con il Terceto de Oro composto da Farro, Pontoni, Martino, conquistò il suo primo campionato dell’era del professionismo. Era il 1946 e, come raccontato da lui stesso più volte, Bergoglio, seguì al Gasometro, storico stadio del club, l’intera e trionfale cavalcata verso il titolo.
Nella mente di un bambino certi ricordi non spariscono mai e, col tempo, seppur non siano del tutto nitidi trasmettono una forte emozione. Ecco che, nel raccontare il gol di Pontoni al Racing in quell’incredibile annata, Bergoglio era solito dire:
“Mi ricordo di un gol di Pontoni che fece tac, tac, tac, gol”
Le cronache dell’epoca parlano di un gol fenomenale le cui immagini, se esistono, sono sepolte nel tempo.
Cuervo per sempre
Nei momenti successivi alla notizia della sua scomparsa il club lo ha omaggiato con poche ma incisive parole:
“Siempre Cuervo. Siempre Nuestro”
Fin dagli albori, i tifosi del San Lorenzo vengono chiamati “cuervos”, i corvi. Un soprannome dovuto all’abito nero dei preti al seguito della squadra negli anni della sua fondazione.
Durante tutta la propria vita, da vescovo prima e da papa poi, Bergoglio non ha mai smesso di sostenere la sua squadra del cuore. Nell’agosto del 2014, a un anno e mezzo di distanza dalla sua elezione, Papa Francesco ricevette la delegazione del club fresco vincitore della Copa Libertadores, la prima della sua storia.
C’è poi quella strana coincidenza che in tanti hanno interpretato come un segnale divino dell’amore tra Bergoglio e il club. Il Papa, scomparso all’età di ottantotto anni alle 07:35 del mattino, le 02:35 in Argentina, era socio del club e il suo numero di tessera era 88235.
Alessandro Sanna è un insegnante, tifoso del Cagliari e del Newell’s Old Boys, esperto di calcio sudamericano.
Ha scritto tre libri: “Fantasie calcistiche rioplatensi: Storie di fútbol tra fantasia e realtà
“¡Que viva el fútbol!: Storie, aneddoti e cronache delle più accese rivalità sudamericane”.
“Cagliari è celeste: storia di un amore mistico oltre il calcio”.
Fondatore della pagina, del Podcast e del canale twitch “Que Viva el Fútbol”.
Collabora con Carlo Pizzigoni a “La Fiera del Calcio”.
Immagine di copertina tratta da Wikimedia Commons: la prima carta d’identità di Jorge Mario Bergoglio.