
Real Madrid – Barcelona: memorie di Copa del Rey
Aprile 22, 2025 0 Di Philip SupertrampLa rivalità tra Real Madrid e FC Barcelona affonda le sue radici ben oltre il rettangolo di gioco, nutrendosi di una storica contrapposizione tra due delle città più importanti e con identità distinte della Spagna: la capitale Madrid, simbolo del potere centrale e della tradizione, e Barcellona, cuore pulsante della Catalogna, con la sua forte identità regionale e aspirazioni di autonomia.
Proprio come le pennellate classiche e maestose dei grandi pittori madrileni si differenziano dalle linee sinuose e innovative dell’arte catalana, così gli stili di gioco di Real Madrid e Barcellona incarnano due filosofie calcistiche agli antipodi. La pragmatica efficacia dei blancos si contrappone spesso all’estetica elaborata dei blaugrana, creando un parallelismo affascinante tra espressione artistica e manifestazione sportiva di queste due città, unite dalla passione ma divise da una storica faida.
Real Madrid – Barcelona: la prima Copa del Rey di Carletto
Era l’aprile del 2014, undici anni fa. Ancelotti e Tata Martino sedevano per la prima volta sulle rispettive panchine. Ancelotti aveva sostituito Mourinho, mentre l’allenatore rosarino era arrivato al posto di Tito Vilanova, che aveva dovuto lasciare la panchina blaugrana a causa del cancro, malattia che, pochi giorni dopo la finale, gli sarebbe purtroppo costata la vita.
Alla finale, il Real Madrid si presentava ancora in corsa su tutti e tre i fronti, mentre il Barcellona era stato eliminato, proprio pochi giorni prima, dall’Atlético Madrid in Champions League. Ricordiamo che nella stagione 2013/14 fu proprio l’Atlético a vincere La Liga, dopo una dura lotta per il titolo fino alle ultime giornate, conclusasi con i Colchoneros a quota 90 punti. I cugini del Real e i blaugrana chiusero secondi, con tre punti in meno.
Non solo: la finale di Champions League fu un derby madrileno, dove i blancos riuscirono ad alzare la “Decima” grazie al gol del pareggio nei minuti di recupero di Sergio Ramos e, successivamente, nei tempi supplementari, ai gol di Bale, Marcelo e Cristiano Ronaldo.
Un Real perdente nei Clásicos
Parlando invece di Clásicos, Real Madrid e Barcellona si erano già affrontati due volte in quella stagione, e in entrambe le occasioni furono i blaugrana ad avere la meglio. Nel girone d’andata si imposero 2-1 grazie ai gol di Neymar e Alexis Sánchez.
Stesso copione al ritorno, poco meno di un mese prima della finale, con uno scoppiettante 3-4 al Santiago Bernabéu, impreziosito da una spettacolare tripletta di Messi e da un gol di Iniesta. Per il Real Madrid segnarono Benzema (doppietta) e Cristiano Ronaldo su rigore.
Il 16 aprile, quindi, al Mestalla arrivarono due squadre alla ricerca del miglior epilogo possibile per la propria stagione, e quella serata sarebbe stata il primo tassello di un elettrizzante finale di annata.
Il Real Madrid andò subito in vantaggio grazie a un ottimo contropiede avviato da Isco e concluso da un passaggio di prima intenzione di Benzema dalla sinistra per Di María, che dopo un dribbling, con un tiro rasoterra vicino al palo, superò Pinto.
Il Barcellona, con Messi, Neymar e Fábregas in avanti, cercava di creare pericoli e lottava per trovare ritmo, ma la difesa blanca, guidata da un solido Pepe e da un attento Sergio Ramos, si mostrò compatta e ordinata. Dopo l’intervallo, il Barcellona rientrò in campo con una marcia in più, guidata da Iniesta, Xavi e Busquets, alla ricerca insistente del pareggio. La ricompensa arrivò su un calcio d’angolo battuto dalla destra, dove il canterano Bartra si elevò sopra la difesa madridista e colpì di testa con potenza, battendo Casillas e riportando il punteggio sull’1-1.
Il golazo decisivo di Gareth Bale
Ma poco dopo, proprio l’autore del pareggio divenne il metro di paragone dello strapotere fisico di Gareth Bale. Il gallese, con Cristiano Ronaldo assente per infortunio, fu schierato da Ancelotti sulla fascia sinistra. Ricevette palla, superò la marcatura di Bartra con un tocco sottile lasciandolo indietro, intraprese una corsa supersonica aggirando la fascia laterale e lo stesso difensore azulgrana, impotente, e una volta in area, con sangue freddo, incrociò il tiro battendo Pinto.
Un gol spettacolare, che significò l’1-2 e la diciannovesima Coppa del Re del Real Madrid. Per Bale, arrivato quell’estate per una cifra da record dal Tottenham, fu il momento che consacrò la sua prima stagione a Madrid: un’annata vissuta tra aspettative altissime, qualche infortunio e tanti lampi di classe, culminata in una rete entrata di diritto nella storia del Clásico.
Ancora un Clásico, ancora un Real Madrid – Barcelona in finale di Copa del Rey
Come undici anni fa, la finale sarà, per l’ottava volta nella storia della Coppa del Re, un Clásico. Senza Lewandowski e con Kylian Mbappé in dubbio, ci sarà comunque da divertirsi sabato sera alla Cartuja. Da una parte, l’arte di Raphinha, Lamine Yamal e Pedri; dall’altra, il rock’n’roll di Vinícius, Bellingham e Valverde.
Rispetto a quella finale è cambiato tutto o quasi. Se sulla panchina del Barcellona troviamo Hansi Flick, su quella del Real c’è ancora Ancelotti. In questo decennio l’allenatore italiano è andato via nel 2015 per poi tornare sei anni dopo, nel 2021. In queste due esperienze a Madrid, Ancelotti ha arricchito la bacheca del club merengue, ma quella prima Coppa del Re, sollevata contro il Barcellona, non l’ha mai dimenticata. E sabato potrebbe essere proprio lei, ancora una volta, la sua ultima.
Testo a cura di Philip Supertramp – Instagram @ilsignoredellaliga.
Immagine di copertina tratta da Wikimedia Commons: Gareth Bale, il protagonista di quella partita, fotografato durante la presentazione da giocatore del Real Madrid.